Dito a scatto ?

Salve a tutti.
Innanzitutto mi presento.
Uomo – 28 anni – a seguito sforzi importanti a lavoro (attrezzature pesanti e vibranti) da qualche giorno soffro di un presunto “dito a scatto – V° DX”.
Presunto perché ne ho tutti i sintomi (che conosco bene essendomi già operato 8 anni fa al IV° DX) ma da Elettromiografia effettuata 2 giorni fa non risulta nulla .
Detto ciò ho alcune domande da farvi:
1) Può esistere un dito a scatto con EMG negativa? Se si che significa?
2) Esiste qualche terapia che bypassi l’intervento chirurgico ?
3)Qualora si trattasse di dito a scatto si tratta di una “patologia” o di una “malattia professionale” e cioè di una cosa congenita del mio corpo o dovuta al lavoro che svolgo?
4) il neurologo poichè la EMG è Ok mi ha parlato di possibili problemi ai tendini e mi ha consigliato una visita ortopedica! Mi date qualche informazioni in più anche in merito a questo?
Infine… sono molte le dita a presentare (molto raramente però) gli stessi sintomi (mano SX e DX) e non voglio assolutamente operarmi ogni 3-4 anni !!! Che consigli mi dareste?
Grazie in anticipo per tutto l'aiuto che vorrete darmi.
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66 47
Le macchine vibranti sono le piu' dannose in assoluto per i lavoratori esposti a sollecitazioni meccaniche.
In questo capitolo particolare delle malattie in ambiente lavorativo si distinguono macchine vibranti "portate" dall'operatore (martelli pneumatici, scalpelli vibranti, perforatrici ad alta energia ecc.) e macchine vibranti che "portano" l'operatore (grandi mezzi movimento terra, cabine guida autotreni, motrici, piattaforme vibranti per connessione con grandi motori su navi ecc.).
Le vibrazioni producono una sorta di "risonanza" strutturale della matrice organica (cellule solide e liquidi) e di quella inorganica (la parte minerale dell'osso).
In questa sorta di vibrazione non fisiologica a cui sono sottoposti tutti gli organi e apparati del corpo del lavoratore, chi ci va di mezzo?
Ovviamente in primo luogo le strutture "di mezzo" tra osso e muscoli, cioe' i tendini, i legamenti e i dischi vertebrali.
Nei lavoratori "portanti le macchine vibranti, in quanto allo sforzo dell'azione mirata al gesto necessario per eseguire quel lavoro specifico, si aggiunge il danno meccanico della vibrazione continua associato ad una tensione aggiuntiva continua, in gran parte inconscia, del lavoratore che cerca di ridurre o limitare l'azione disturbante delle vibrazioni.
Il tutto conduce ad una infiammazione progressiva dei tendini/capsule e legamenti piu' direttamente interessati dal flusso elle vibrazioni.
All'inizio compaiono fenomeni di edema transitorio con o senza dolore e facilmente regredibili con il riposo e un minimo di ghiaccio e FANS. Se lo stress vibratorio persiste lentamente si innescano fenomeni degenerativi di queste strutture spesso non piu' guaribili con le terapie conservative.

Anche le tendinosi (malattie degenerative dei tendini) e le sinoviti peritendinee come pure le forme di ipertrofia a nodulo del tendine che tende a incastrarsi sotto le pulegge della mano, disincastrandosi di colpo con lo "scatto" caratteristico di questa malattia, sono abbastanza frequenti nei pazienti che lavorano impugnando macchine vibranti.

Nei pazienti "portati" dalle macchine vibranti come i guidatori di escavatori ecc., data la posizione seduta necessaria per la guida della macchina, le vibrazioni si scaricano soprattutto sulla colonna e in queste categorie di lavoratori sono molto frequenti lombalgie e lombosciatalgie sia da ernia del disco, sia da artrosi di tutta la colonna.

L'unico consiglio che si puo' dare e' quello di evitare o limitare al massimo l'uso di queste macchine e se proprio necessario alternare molto spesso pause di riposo con quelle lavorative. Inoltre e' bene imbottire le impugnature con materiali morbidi (spugna, stoffa, gomma ecc.) per ridurrre il piu' possibile il trasferimento di parte delle frequenze delle vibrazioni agli arti superiori.

Per qualsiasi altra valutazione sul suo stato di malattia senta il parere di un ortopedico o di un chirurgo della mano.

Cordialita'
Dr. A. VAlassina

Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante

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Utente
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Egr. dott. Valassina,
la ringrazio per la splendida disamina offertami e per la immediatezza della risposta.
Ha perfettamente colto a pieno la mia problematica ma per quanto riguarda la soluzione purtroppo il mondo del lavoro non consente di limitare l'uso di certe macchine e attrezzature o di riposarsi troppo spesso.
Detto questo non mi resta che rivolgermi ad uno specialista.

cordiali saluti ed ancora grazie