Rettocolite ulcerosa, rettocele e intussuscezione: intervento sicuro?

Sono una donna di 37 anni con rettocolite ulcerosa in fase di remissione.

Ho un figlio partorito nel 2022 con parto naturale ed episitomia.
A luglio ho scoperto di avere un rettocele di 4 cm e intussuscezione.
Evacuazione frazionata, senso di peso anale e di mancato svuotamento, spesso ho bruciore anale che risolvo con emortrofine h gel.
La farina di psillio compatta le feci e mi aiuta con l'evacuazine snche se non completamente.
Ho iniziato la riabilitazione del pavimento pelvico e mi hanno consigliato di usare le perette con acqua per il completo svuotamento.
Un proctologo mi ha consigliato l'intervento con metodo STARR, un altro proctologo sostiene che chi ha la RCU non può essere operato in quanto pericoloso.

Sicuramente con il passare degli anni i sintomi peggiorersnno; quindi la consapevolezza di non avere una chance per stare meglio è frustrante.
Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 11.6k 357
La gestione del rettocele e dell'intussuscezione in un'utente con rettocolite ulcerosa (RCU) richiede un'attenta valutazione dei rischi e benefici.
Il metodo STARR (Stapled Transanal Rectal Resection) è una procedura chirurgica per il rettocele. Generalmente, la RCU non è considerata una controindicazione assoluta all'intervento chirurgico per il rettocele, a condizione che la malattia sia in remissione e stabile. Tuttavia, la presenza di RCU può aumentare il rischio di complicanze post-operatorie, come infezioni o deiscenza della sutura anastomatica.
È fondamentale discutere approfonditamente con il chirurgo riguardo alla specificità della sua RCU, allo stato di remissione, alla durata della malattia e alla sua storia chirurgica (parto naturale con episiotomia). Il chirurgo valuterà il rischio-beneficio del STARR nel suo caso specifico, perché l’utilizzo di suturatrici meccaniche in pz con RCU è da molti sconsigliato per la possibile giacenza di agrafes metalliche ritenute nella parete rettale. Altri approcci chirurgici potrebbero essere considerati, come la plastica per via vaginale o altre tecniche transanali.
La riabilitazione del pavimento pelvico, l'uso di psillio e l'idroterapia (perette con acqua) sono misure conservative importanti. Continuare con queste misure è consigliabile, indipendentemente dalla decisione chirurgica. Se i sintomi persistono o peggiorano nonostante le misure conservative, e la qualità della vita ne risente, la chirurgia resta un'opzione da valutare attentamente, considerando i rischi specifici legati alla RCU.
Un cordiale saluto

Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/

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