Trombosi vena omerale e cefalica - post applicazione pic

Buon giorno

Il 01/01/14 ho subito un operazione per l'asportazione di un meningioma.
In seguito a tale operazione e alla conseguente degenza mi è stata applicato un catetere venoso centrale di tipo PIC nel braccio destro per infondere terapia antibiotica e cortisone; tale catetere mi è stato applicato il 7/01/14 e mi è stato tolto il 14/01/14 giorno della dimissione.
Nel rientro a casa oltre alla terapia Antiepilettica preventiva e cortisonica mi è stato prescrito un Clexane 4000 al giorno per 10 giorni.
Da quando mi han tolto il PIC fino a 4-5 giorni fa non ho avuto il minimo problema al braccio ne in generale, poi per l'appunto 4-5 giorni fa ho cominciato ad accusare un dolore al margine mediale del muscolo bicipite dx non accentuato dal movimento del braccio con caratteristica puntiforme e non estesa, e tastando la zona, percepivo una sorta di "rialzo/gnocchetta" che pensavo fosse una sorta di contrattura muscolare.

Oggi, 10/02/14, mi sono svegliato normarmente, ma intorno alle 8:30, dopo essermi spalmato energicamente una crema sulle gambe ho cominciato ad accusare lieve dolore e gonfiore-rigidezza dell'avambraccio sul lato interno, e una vena centrale su di esso (rivelatasi poi quella del PIC, la omerale e cefalica) era particolarmente gonfia e tastando il gonfiore finiva proprio dove avevo il dolore precedentemente citato, come se li ci fosse una ostruzione.

Sono quindi entrato in pronto soccorso nel quale mi han fatto una ecografia di cui presento il risultato: ECD: pervia la vena succlavia sopra e sotto-clavicolare. Pervia la vena ascellare. TROMBOSI DELLA VENA OMERALE E DELLA CEFALICA.

TERAPIA: con EBPM: Clexane 4000x2 per 2 settimane, poi clexane 6000 per 1 mese (se non controindicato).

DOMANDE: La dottoressa mi ha sostanzialmente detto che con la terapia di fluidificanti prescrittomi si tenterà di "sciogliere" il trombo e se non si riuscirà dovrò rassegnarmi e dovrò tenere il braccio cosi, con la vena ostruita, che tanto non comporta nessun problema:
- Siete daccordo a riguardo??
- Il trombo, anche nel caso si sciolga, può causare danneggiamento della vena o altri tipi di problema ad essa e alla circolazione in essa?
- è una vena particolarmente importante?
- Cè in generale rischio di ischemia, emboli in zone particolari, ecc?

Vi ringrazio.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA

Gentile Utente,
le complicazioni flebitiche da catetere venoso sono purtroppo frequenti e non sempre prevenute da una corretta (come nel Suo caso) profilassi tromboembolica.
L'intento della terapia eparinica non è tanto quello di "sciogliere" il trombo, quanto piuttosto di prevenirne l'ulteriore progressione, mettendo l'organismo nelle condizioni di ottenerne la lisi mediante i propri fisiologici meccanismi di protezione.
La risoluzione della flebite potrebbe essere parziale, ma i postumi di una trombosi venosa superficiale non sono in genere invalidanti, poichè i tronchi venosi superficiali partecipano in minima parte allo scarico venoso dell'arto.
E' in ogni caso consigliabile che la Sua condizione venga osservata e seguita da uno Specialista.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio.
Per accompagnare la terapia eparinica consiglierebbe altri accorgimenti?
tipo fascia o elastico contenitivo, impacchi caldi o freddi, particolari movimenti o comportamenti da evitare, ecc.

Per quanto riguarda invece controlli tramite ECD lei che cadenza consiglierebbe contando che la terapia eparinica l'ho iniziata oggi?

Grazie ancora.
[#3]
Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA

Farmaci antiinfiammatori vengono in genere prescritti, tenuto conto dei limiti della loro gastrolesività soprattutto in associazione all'anticoagulante.
L'applicazione topica sotto forma di pomate può in qualche misura essere utile.
La terapia si basa essenzialmente sull'anticoagulazione.