Microflebite o artrite?

Buongiorno, vorrei cortesemente un parere su un problema quattro giorni fa mia madre ha accusato, mentre era seduta, un dolore fortissimo al piede, nella parte anteriore sotto la caviglia, preceduto da una sensazione di crampo; il piede è diventato rosso e gonfio; proseguendo questo stato si è messa a letto, ma dovendo partire, sempre con dolore intensissimo, accompagnata dal figlio, raggiunto l’auto con sorretta dal figlio che l’ha riportata a casa; il dolore è proseguito per tutto il viaggio e anche dopo, finché il piede non è stato messo in scarico; la deambulazione, quando necessaria, avveniva trascinando il piede, appoggiando le mani, e con forte dolore; poiché pensavano ad un origine traumatica del dolore, anche se in realtà non c’era stato nessun fatto traumatico o movimento tale da provocarlo, non vi ho dato molto peso ; ho sospettato poi, constatando un modesto rialzo della temperatura, che ci potesse essere una flebite; non sono riuscita a sottoporre il caso ad un medico di guardia (il quale per telefono ha detto di assumere anfiinfiammatori , farmaci che però mia madre non tollera, e, in seconda battuta, eparine), e il giorno dopo, temendo un problema circolatorio, per il quale c’è una familiarità, ho somministrato di preparati fitoterapici e naturali di cui disponevo (bromelina in cps, ginko biloba t.m. e gli omeopatici arnica, belladonna, e dopo un altro giorno apis, lachesis, vipera, a basse diluizioni,); dopo due giorni il piede era ancora rosso, meno gonfio, ma caldo, e il calore si estendeva fino a metà gamba –per questo ho applicato del ghiaccio-, c’era ancora un leggera febbre, mentre la deambuilazione restava molto difficoltosa e accompagnata da dolore; dopo quattro giorni il problema sembra essersi risolto, ma restava ancora molta incertezza sulla causa, sul decorso la prognosi e le precauzioni/terapie da adottare: una manifestazione artritica, invece che di flebite superficiale? Il medico esclude quest’ultima per il fatto che non poteva essere guarita senza terapia adeguata; ha quindi suggerito di riprendere le normali attività, riprese le quali, tuttavia, l’area è tornata ad essere rossa e leggermente gonfia. Preciso che, oltre ad una familiarità per gravi disturbi circolatori e per patologie autoimmuni, mia madre ha assunto, per miastenia gravis, cortisone in dosi massicce, alle quali deve forse essere imputato l’aspetto delle gambe (alcune varici, vene rilevate, tortuose, diffuso colore marrone-viola); ha molto spesso crampi notturni, è affetta da bpco con bronchiectasie; assume quasi sempre triatec alla dose più bassa –ma la massima non ha mai superato i 135-, e non è mai stata fumatrice.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 234 20
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA

Gentile Utente,
i sintomi lamentati sembrerebbero difficili da interpretare a distanza, anche se l’ipotesi di un interessamento di tipo venoso non è in linea di principio escludibile.
Vista la complessità del quadro clinico per le patologie associate, mi permetterei di suggerire una verifica specialistica dal vivo, piuttosto che fare ricorso a soluzioni “fai da te”, che oltre che inefficaci (TVP?) potrebbero essere controproducenti (ghiaccio!) oltre che alterare gli elementi di giudizio.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
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