Ispessimento Parietale Della Flessura Destra Del Colon
Gentili Dottori,in seguito a due brutte coliche causate da una stipsi prolungata, mio padre (70 enne iperteso) giorno 4 settembre è stato ricoverato per ulteriori accertamenti.Al pronto soccorso, il medico di guardia mi aveva accennato che dalla TAC, si vedeva un ispessimento del colon ed una lesione al fegato che in un primo momento mi avevano descritto come possibile metastasi, ma che in realta e risultata essere solo una "formazione a densità di tipo cistico".
Dopo 3 giorni di ricovero, è stata effettuata una colonscopia con il seguente risultato:
" Lesione stenostante della flessura epatica in corso di definizione istologica"
E' seguita poi una Scintigrafia Ossea che ha fornito il seguente esito:
" Non riconosciuti focolai di rimaneggiamento osseo con attività osteogenetica di natura secondaria".
Ed infina una Tac con mezzo di contrasto con il seguente esito:
"Esame eseguito in condizioni basali e dopo infusione ev di mdc organoiodato, previa somministrazione di gastrofin per os. Presenza di ispessimento parietale della flessura destra del colon; minima iperdensità periviscerale a presenza di alcuni piccoli linfonodi periviscerali, il maggiore dei quali di cm 1,3 circa si trova al davanti del ginocchio inferiore del duodeno. Diverticolosi del colon sinistro. Presenza di formazione a densità di tipo cistico delle dimensioni di mm 13 al lobo sn del fegato; non significative alterazioni TDM apprezzabili a carico di pancreas, milza, reni, surreni e vescica. Non aree di consolidazione parenchimale nè lesioni nodulari polmonari; non versamento pleuro-pericardico; non linfoadenomegalie mediastiniche. Non lesioni focali encefaliche; ventricoli cerebrali normoespansi e simmetrici; modesta atrofia corticale fronto-parietale bilaterale; strutture della linea mediana in asse".
Dopo 13 giorni giorni, mio padre è stato dimesso perchè ha intenzione di farsi operare presso un'altra struttura della nostra città.
Nella relazione di dimissioni i valori dei principali esami di laboratorio sono i seguenti : Emocromo: Hb 9,8 - GR 4580000 - GB 5950 - PLT 252000 - Ht 31%, azotemia 46mg%, Na/K 142,4,2 mWEq/L, Glicemia 92mg% - TGO/P 15/18 mu/L, creatinina 1,3 mg%, Bilirubina tot 0,6mg%, VES 42 mm - Ap 100%
Mentre quelli dei Markers Tumorali eseguti il giorno dopo il ricovero erano i seguenti:
CEA ( metodo ecl) 13,1 - CA 125 = 14,4 - CA15-3 = 19.8 - CA 19-9 = 16,6
Da ciò che ci hanno detto i medici è necessario asportare questa lesione.
I mei dubbi però sono principalmente questi:
1) C'è ancora la possibilità che questa lesione possa essere benigna ( visto che ancora non abbiamo ricevuto l'esame istologico del tessuto asportato durante la colonscopia)
2) Nel referto della Tac con mdc si parla della presenza di alcuni piccoli linfonodi. Significa che comunque quest'ultimi sono già stati intaccati o bisogna aspettare comunque l'intervento per essere sicuri.
3) C'è qualche altro esame che mi consigliereste di far fare a mio padre per una diagnosi più sicura
Dopo 3 giorni di ricovero, è stata effettuata una colonscopia con il seguente risultato:
" Lesione stenostante della flessura epatica in corso di definizione istologica"
E' seguita poi una Scintigrafia Ossea che ha fornito il seguente esito:
" Non riconosciuti focolai di rimaneggiamento osseo con attività osteogenetica di natura secondaria".
Ed infina una Tac con mezzo di contrasto con il seguente esito:
"Esame eseguito in condizioni basali e dopo infusione ev di mdc organoiodato, previa somministrazione di gastrofin per os. Presenza di ispessimento parietale della flessura destra del colon; minima iperdensità periviscerale a presenza di alcuni piccoli linfonodi periviscerali, il maggiore dei quali di cm 1,3 circa si trova al davanti del ginocchio inferiore del duodeno. Diverticolosi del colon sinistro. Presenza di formazione a densità di tipo cistico delle dimensioni di mm 13 al lobo sn del fegato; non significative alterazioni TDM apprezzabili a carico di pancreas, milza, reni, surreni e vescica. Non aree di consolidazione parenchimale nè lesioni nodulari polmonari; non versamento pleuro-pericardico; non linfoadenomegalie mediastiniche. Non lesioni focali encefaliche; ventricoli cerebrali normoespansi e simmetrici; modesta atrofia corticale fronto-parietale bilaterale; strutture della linea mediana in asse".
Dopo 13 giorni giorni, mio padre è stato dimesso perchè ha intenzione di farsi operare presso un'altra struttura della nostra città.
Nella relazione di dimissioni i valori dei principali esami di laboratorio sono i seguenti : Emocromo: Hb 9,8 - GR 4580000 - GB 5950 - PLT 252000 - Ht 31%, azotemia 46mg%, Na/K 142,4,2 mWEq/L, Glicemia 92mg% - TGO/P 15/18 mu/L, creatinina 1,3 mg%, Bilirubina tot 0,6mg%, VES 42 mm - Ap 100%
Mentre quelli dei Markers Tumorali eseguti il giorno dopo il ricovero erano i seguenti:
CEA ( metodo ecl) 13,1 - CA 125 = 14,4 - CA15-3 = 19.8 - CA 19-9 = 16,6
Da ciò che ci hanno detto i medici è necessario asportare questa lesione.
I mei dubbi però sono principalmente questi:
1) C'è ancora la possibilità che questa lesione possa essere benigna ( visto che ancora non abbiamo ricevuto l'esame istologico del tessuto asportato durante la colonscopia)
2) Nel referto della Tac con mdc si parla della presenza di alcuni piccoli linfonodi. Significa che comunque quest'ultimi sono già stati intaccati o bisogna aspettare comunque l'intervento per essere sicuri.
3) C'è qualche altro esame che mi consigliereste di far fare a mio padre per una diagnosi più sicura
[#1]
1) certo, fino a verifica istologica nulla è scontato
2) assolutamente no, ammesso si stratti di un tumore maligno colico, possono essere solo infiammati
3) dipende dall' esito dell' esame istologico. In ogni caso una rx torace ed una valutaizone anestesiologica.
Auguri!
2) assolutamente no, ammesso si stratti di un tumore maligno colico, possono essere solo infiammati
3) dipende dall' esito dell' esame istologico. In ogni caso una rx torace ed una valutaizone anestesiologica.
Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
[#2]
Si tratta verosimilmente di lesione neoplastica stenosante"maligna" e la certezza verrà confermata solo dall'esame istologico.
Comunque sia, la lesione causa un restringimento del lume intestinale responsabile della sindrome subocclusiva e causa una lieve anemia per la perdita minima, costante ed occulta di sangue.
Pertanto deve eseguire tranquillamente l'intervento di EMICOLECTOMIA DESTRA (laparoscopica se possibile) che permette di rimuovere oltre al colon destro i linfonodi regionali che, anche se alla Tc addome appaiono ingrossati, non è detto che siano già metastatici.
Tenga presente che il trattamento chirurgico della neoplasia colica offre molte opportunità di guarigione, soprattutto fino a che il problema è confinato all'intestino e per fortuna è il caso di suo padre.
Comunque sia, la lesione causa un restringimento del lume intestinale responsabile della sindrome subocclusiva e causa una lieve anemia per la perdita minima, costante ed occulta di sangue.
Pertanto deve eseguire tranquillamente l'intervento di EMICOLECTOMIA DESTRA (laparoscopica se possibile) che permette di rimuovere oltre al colon destro i linfonodi regionali che, anche se alla Tc addome appaiono ingrossati, non è detto che siano già metastatici.
Tenga presente che il trattamento chirurgico della neoplasia colica offre molte opportunità di guarigione, soprattutto fino a che il problema è confinato all'intestino e per fortuna è il caso di suo padre.
Dr. Luigi D'Ambra
[#3]
Ex utente
Vi ringrazio per la celerità della vostre risposte. Avete riacceso un barlume di speranza. Mio padre ha deciso di operarsi presso l'Ismett di Palermo.Ci è stata consigliata da molti. Siamo in attesa dell'esame istologico che provvederò comunque a postare una volta entratone in possesso. Grazie mille ancora per il vostro splendido operato.
[#4]
Ex utente
Gentili Dottori,
questa mattina ci è stato consegnato il referto della biopsia sul frammento di tessuto prelevato durante la colonscopia. Il referto riposrta quanto segue:
Motivazione Clinica : Sospetta neoplasia della flessura epatica.
MACROSCOPIA : Piccoli multipli frammenti
DESCRIZIONE: Frammenti di mucosa colica focalmente infiltrata da una proliferazione neoplastica epiteliale tubuliforme con caratteri citomorfologici di atipia.
DIAGNOSI : Infiltrazione da adenocarcinoma a medio grado di differenziazione.
Come capirete benissimo, per me, ignorante in materia, l'unica cosa comprensibile è che purtroppo mio padre ha effettivamente un cancro. Ma precisamente, potete chiarirmi se da questi dati si può già stabilire se e quanto aggressivo esso sia? E' un operazione da far effettuare con la massima urgenza? La prima visita con il chirurgo è stata fissata per giorno 4 ottobre presso l'ISMETT di Palermo con il Dr. Gruttadauria. Possiamo aspettare così tanto o secondo voi è meglio sbrigarci e andare da un'altra parte per guadagnare tempo prezioso? Attendo con ansia una vostra risposta.
questa mattina ci è stato consegnato il referto della biopsia sul frammento di tessuto prelevato durante la colonscopia. Il referto riposrta quanto segue:
Motivazione Clinica : Sospetta neoplasia della flessura epatica.
MACROSCOPIA : Piccoli multipli frammenti
DESCRIZIONE: Frammenti di mucosa colica focalmente infiltrata da una proliferazione neoplastica epiteliale tubuliforme con caratteri citomorfologici di atipia.
DIAGNOSI : Infiltrazione da adenocarcinoma a medio grado di differenziazione.
Come capirete benissimo, per me, ignorante in materia, l'unica cosa comprensibile è che purtroppo mio padre ha effettivamente un cancro. Ma precisamente, potete chiarirmi se da questi dati si può già stabilire se e quanto aggressivo esso sia? E' un operazione da far effettuare con la massima urgenza? La prima visita con il chirurgo è stata fissata per giorno 4 ottobre presso l'ISMETT di Palermo con il Dr. Gruttadauria. Possiamo aspettare così tanto o secondo voi è meglio sbrigarci e andare da un'altra parte per guadagnare tempo prezioso? Attendo con ansia una vostra risposta.
[#5]
In effetti è ora confermato trattarsi di neoplasia maligna.
La 'aggressivita'' potrà essere meglio precisata dopo aver eseguito l' intervento sull' esame istologico definitivo di tutta la parte rimossa.
Il tempo di attesa appare ragionevole e non in grado di modificare sensibilmente la prognosi.
Prego.
La 'aggressivita'' potrà essere meglio precisata dopo aver eseguito l' intervento sull' esame istologico definitivo di tutta la parte rimossa.
Il tempo di attesa appare ragionevole e non in grado di modificare sensibilmente la prognosi.
Prego.
[#6]
Ex utente
Caro Dr. Favara, la ringrazio ancora una volta per la sua celerità. Riferirò il tutto a mio padre. Nel precedente consulto, avevo dimenticato di informarla che la rx al torace è stata eseguita e grazie a Dio risulta "pulita".Se ci dovessero essere ulteriori sviluppi, vi terrò informati.
[#8]
Ex utente
Gentili Dottori,
rieccomi a distanza di mesi per chiedere nuovamente un vostro parere.
Circa 5 settimane fa, dopo l'operazione di emicolectomia destra, una volta tornato a casa, mio padre ha cominciato ad accusare un indolenzimento vicino alla ferita che ha prontamente riferito al medico che lo ha operato. Il medico si è limitato a palpare l'addome dicendo che al tatto non si sentiva niente di significante. Dopo qualche giorno è comparsa la febbre che si è tenuta sui 38° per circa 2 settimane, costringendoci a rimandare le visite di controllo. Nessuno dei medici della struttura ci aveva avvisato che sarebbe potuto dipendere da un infezione, cosa che purtoppo si è verificata. Dopo 2 settimane di febbre continua finalmente mio padre è stato ricoverato nuovamente. I medici, ci hanno "vagamente" spiegato che si era formato un ascesso nella parete addominale e dopo avere effettuato una tac con mezzo di contrasto, dicono di aver visto un micro foro nelle intestino che lo metteva in comunicazione con questo ascesso. La terapia prevedeva gentamicina e successivamente vancomicina come antibiotici insieme ad un altro anti-micotico del quale purtroppo non ricordo il nome. Si è provveduto al posizionamento di un drenaggio nella ferita.Questa soluzione si è purtroppo rivelata inutile, in quanto il pus troppo denso non riusciva ad uscire dal tubicino.
Si è optato allora per l'apertura a piatto della ferita in modo tale da poterla pulire 2 volte al giorno. Per 2 settimane mio padre è stato tenuto a digiuno, alimentato solo con la sacca parenterale, perchè a detta dei medici si voleva provare a far asciugare questo foro non facendo passare feci nell'intestino altrimenti si sarebbe optato per il confezionamento di una ileostomia.
3 giorni fa, secondo i medici la ferita risultava sempre più asciutta ed hanno deciso di far riprendere l'alimentazione normale.
Questa notte però il problema si è ripresentato. Mio padre ha notato una nuova fuoriuscita di liquildo dalla ferita e la temperatura è salita a 37,3 dopo essersi mantunuta sui 36,3 per parecchi giorni.
C'è anche da dire che stiamo aspettando la guarigione di mio padre per potergli far cominciare la chemioterapia.
La mia domanda è questa visto che ad oggi nessuno sembra essere stato realmente chiaro con noi:
- Quanto è grave la situazione?
- Cosa si rischia realmente?
- L'approccio terapeutico utilizzato sino ad oggi, a vostro parere, è stato quello giusto?
-Ci sarebbero altre opzioni possibili per poter permettere a mio padre di veder finire una buona volta questo strazio?
Attendo una vostra cortese risposta. Grazie
rieccomi a distanza di mesi per chiedere nuovamente un vostro parere.
Circa 5 settimane fa, dopo l'operazione di emicolectomia destra, una volta tornato a casa, mio padre ha cominciato ad accusare un indolenzimento vicino alla ferita che ha prontamente riferito al medico che lo ha operato. Il medico si è limitato a palpare l'addome dicendo che al tatto non si sentiva niente di significante. Dopo qualche giorno è comparsa la febbre che si è tenuta sui 38° per circa 2 settimane, costringendoci a rimandare le visite di controllo. Nessuno dei medici della struttura ci aveva avvisato che sarebbe potuto dipendere da un infezione, cosa che purtoppo si è verificata. Dopo 2 settimane di febbre continua finalmente mio padre è stato ricoverato nuovamente. I medici, ci hanno "vagamente" spiegato che si era formato un ascesso nella parete addominale e dopo avere effettuato una tac con mezzo di contrasto, dicono di aver visto un micro foro nelle intestino che lo metteva in comunicazione con questo ascesso. La terapia prevedeva gentamicina e successivamente vancomicina come antibiotici insieme ad un altro anti-micotico del quale purtroppo non ricordo il nome. Si è provveduto al posizionamento di un drenaggio nella ferita.Questa soluzione si è purtroppo rivelata inutile, in quanto il pus troppo denso non riusciva ad uscire dal tubicino.
Si è optato allora per l'apertura a piatto della ferita in modo tale da poterla pulire 2 volte al giorno. Per 2 settimane mio padre è stato tenuto a digiuno, alimentato solo con la sacca parenterale, perchè a detta dei medici si voleva provare a far asciugare questo foro non facendo passare feci nell'intestino altrimenti si sarebbe optato per il confezionamento di una ileostomia.
3 giorni fa, secondo i medici la ferita risultava sempre più asciutta ed hanno deciso di far riprendere l'alimentazione normale.
Questa notte però il problema si è ripresentato. Mio padre ha notato una nuova fuoriuscita di liquildo dalla ferita e la temperatura è salita a 37,3 dopo essersi mantunuta sui 36,3 per parecchi giorni.
C'è anche da dire che stiamo aspettando la guarigione di mio padre per potergli far cominciare la chemioterapia.
La mia domanda è questa visto che ad oggi nessuno sembra essere stato realmente chiaro con noi:
- Quanto è grave la situazione?
- Cosa si rischia realmente?
- L'approccio terapeutico utilizzato sino ad oggi, a vostro parere, è stato quello giusto?
-Ci sarebbero altre opzioni possibili per poter permettere a mio padre di veder finire una buona volta questo strazio?
Attendo una vostra cortese risposta. Grazie
[#9]
Da quanto scrive sembra trattarsi di una fistola enterocutanea a bassa portata per la quale la terapia eseguita appare corretta ma se non efficace puo' essere indispensabile un reintervento.In linea di massima non sono da temere conseguenze, l' unico relativo problema è che l' inizio della chemioterapia potrebbe essere un po' ritardato.
Prego.
Prego.
[#12]
Ex utente
Dottore io sono pienamente daccordo con Lei,
il problema è che putroppo ho perso fiducia nei medici che lo stanno seguendo.
Per potere fare ricoverare mio padre, ho dovuto lottare ed insistere allo sfinimento, perchè secondo i medici in questione, la cosa, in un primo tempo, poteva benissimo essere gestita da casa. Quando poi hanno visto che la temperatura corporea di mio padre ( dopo delle iniezioni itramuscolari di gentamicina fatte a casa, sempre sotto loro consiglio) è arrivata a 34.5°, allora si sono decisi a ricoverarlo. Io capisco che a distanza Lei non può formulare delle diagnosi, ma mi creda, sono scoraggiatissimo. Ho soltanto provato ad avere un parere medico diverso, perchè come figlio, penso di non dover lasciare nulla di intentato. Ho realmente paura che mio padre sia caduto nelle mani sbagliate e che non possa iniziare la chemio andando incontro a problemi ben più seri. Chiedo scusa per lo sfogo
il problema è che putroppo ho perso fiducia nei medici che lo stanno seguendo.
Per potere fare ricoverare mio padre, ho dovuto lottare ed insistere allo sfinimento, perchè secondo i medici in questione, la cosa, in un primo tempo, poteva benissimo essere gestita da casa. Quando poi hanno visto che la temperatura corporea di mio padre ( dopo delle iniezioni itramuscolari di gentamicina fatte a casa, sempre sotto loro consiglio) è arrivata a 34.5°, allora si sono decisi a ricoverarlo. Io capisco che a distanza Lei non può formulare delle diagnosi, ma mi creda, sono scoraggiatissimo. Ho soltanto provato ad avere un parere medico diverso, perchè come figlio, penso di non dover lasciare nulla di intentato. Ho realmente paura che mio padre sia caduto nelle mani sbagliate e che non possa iniziare la chemio andando incontro a problemi ben più seri. Chiedo scusa per lo sfogo
[#13]
gentile utente,
mi perdoni se mi intrometto nel lavoro perfetto del dr. favara, il nostro grande limite è che valutazioni a distanza non possono essere comparabili con il parere di colleghi che viceversa hanno la possibilità di avere il soggetto vicino, potendone rilevare i parametri, la temperatura corporea, poter visitare l'addome, vedere le caratteristiche della secrezione etc etc., noi abbiamo solo armi molto spuntate, mi dispiace di tutto quello che ha scritto in relazione alla salute di suo padre, del trattamento e della possibile complicanza.
una possibile forma di approccio al problema potrebbe essere la derivazione (ileostomia), ma potrebbero essere anche altre ma la scelta spetta ai medici curanti. quello che dice correttamente è che bisognerà risolvere prima il problema legato alla fistola enterocutanea prima di iniziare eventuali terapie come la chemioterapia, tutto questo verrà deciso in relazione all'esame istologico definitivo.
le auguro un grosso in bocca al lupo
mi perdoni se mi intrometto nel lavoro perfetto del dr. favara, il nostro grande limite è che valutazioni a distanza non possono essere comparabili con il parere di colleghi che viceversa hanno la possibilità di avere il soggetto vicino, potendone rilevare i parametri, la temperatura corporea, poter visitare l'addome, vedere le caratteristiche della secrezione etc etc., noi abbiamo solo armi molto spuntate, mi dispiace di tutto quello che ha scritto in relazione alla salute di suo padre, del trattamento e della possibile complicanza.
una possibile forma di approccio al problema potrebbe essere la derivazione (ileostomia), ma potrebbero essere anche altre ma la scelta spetta ai medici curanti. quello che dice correttamente è che bisognerà risolvere prima il problema legato alla fistola enterocutanea prima di iniziare eventuali terapie come la chemioterapia, tutto questo verrà deciso in relazione all'esame istologico definitivo.
le auguro un grosso in bocca al lupo
Marco Catani
http://www.marcocatani.it
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Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 64.4k visite dal 16/09/2011.
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Approfondimento su Diabete
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