Complicanze dopo intervento starr
Salve gentili dottori sono un ragazzo di 29 anni, il mio calvario inizia circa 6 anni fa quando ho iniziato a soffrire di bruciore anale e di una ragade cronica molto dolorosa dovuta a stitichezza.
Nel 2016 vengo operato con la tecnica cauterizzazione e divulsione ma dopo un mese tutto come prima.
Nel 2017 un altro proctologo mi da cura con antrolin e controllo dell’alimentazione.
La cura funziona il problema è che nonostante l’alimentazione molto ricca di frutta verdura e acqua e pochi sgarri la stipsi non si risolve.
Ho passato questi anni tenendo a bada i sintomi che nel frattempo sono peggiorati.
Nel 2021 ho iniziato ad avere un prolasso emorrodiario che fuoriusciva ad ogni evacuazione e poi rientrava, dolori alle gambe ricorrenti e senso di stanchezza generale.
Le feci spesso necessitavano di rottura digitale poiché molto secche.
Ho provato di tutto psyllogel, prugne ecc ma non sembra sia un problema alimentare.
A marzo 2022 mi convinco ad andare dal Prof Longo in persona.
Mi visita e mi dice che devo operarmi perché il problema è un prolasso interno del retto.
La defecografia se mi opero con lui non è necessaria.
Spinto dalla voglia di risolvere i problemi mi opero con tecnica STARR giorno 11 marzo ma uscito dalla clinica non sto bene, vado di corpo espellendo la spugnetta e sento strappare la famosa ragade latente.
Lo contatto e mi dice che è impossibile ci sia una ragade, intanto i dolori lancinanti mi fanno stare piegato a letto (la ferita dell’intervento era freschissima).
E alla fine ignorato da Longo vengo ricoverato d’urgenza al policlinico di Palermo per vasta ragade anale su cui non si interviene chirurgicamente dato il recente intervento, nei giorni a seguire mettendo cicatridina, sotto toradol per controllare i forti dolori e controllando la consistenza delle feci con movicol andavo di corpo anche 8 volte al dì.
Il recupero è stato molto lento e doloroso, rientro a lavoro e praticamente mi accorgo che staccando i lassativi un giorno vado di corpo e mi fuori esce un trombo emorrodiario che mi accompagna praticamente ogni giorno adesso.
Faccio tutt’ora la cura con cicatridina e movicol che mi ha dato il nuovo proctologo dicendo che bisogna attendere la guarigione della ferita.
Non so più a livello alimentare che altre accortezze prendere.
Io mi chiedo l’intervento che ho fatto risolvendo il prolasso perché non ha risolto questo trombo che è tornato?
Come è possibile e soprattuto questa ostruita defecazione non passa mi sento sempre costipato e ho difficoltà a evacuare bene.
Potrebbe esserci un altro problema a monte?
Mi consigliate qualche esame o qualcosa di specifico?
Scusate il messaggio lungo ma ho cercato di raggruppare un calvario che va avanti da anni.
Sono demoralizzato perché ho sofferto tanto con l’intervento e ad oggi ho gli stessi problemi che avevo prima di operarmi.
Ps ho fatto anche alcuni cicli di riabilitazione pelvica ma nulla
Nel 2016 vengo operato con la tecnica cauterizzazione e divulsione ma dopo un mese tutto come prima.
Nel 2017 un altro proctologo mi da cura con antrolin e controllo dell’alimentazione.
La cura funziona il problema è che nonostante l’alimentazione molto ricca di frutta verdura e acqua e pochi sgarri la stipsi non si risolve.
Ho passato questi anni tenendo a bada i sintomi che nel frattempo sono peggiorati.
Nel 2021 ho iniziato ad avere un prolasso emorrodiario che fuoriusciva ad ogni evacuazione e poi rientrava, dolori alle gambe ricorrenti e senso di stanchezza generale.
Le feci spesso necessitavano di rottura digitale poiché molto secche.
Ho provato di tutto psyllogel, prugne ecc ma non sembra sia un problema alimentare.
A marzo 2022 mi convinco ad andare dal Prof Longo in persona.
Mi visita e mi dice che devo operarmi perché il problema è un prolasso interno del retto.
La defecografia se mi opero con lui non è necessaria.
Spinto dalla voglia di risolvere i problemi mi opero con tecnica STARR giorno 11 marzo ma uscito dalla clinica non sto bene, vado di corpo espellendo la spugnetta e sento strappare la famosa ragade latente.
Lo contatto e mi dice che è impossibile ci sia una ragade, intanto i dolori lancinanti mi fanno stare piegato a letto (la ferita dell’intervento era freschissima).
E alla fine ignorato da Longo vengo ricoverato d’urgenza al policlinico di Palermo per vasta ragade anale su cui non si interviene chirurgicamente dato il recente intervento, nei giorni a seguire mettendo cicatridina, sotto toradol per controllare i forti dolori e controllando la consistenza delle feci con movicol andavo di corpo anche 8 volte al dì.
Il recupero è stato molto lento e doloroso, rientro a lavoro e praticamente mi accorgo che staccando i lassativi un giorno vado di corpo e mi fuori esce un trombo emorrodiario che mi accompagna praticamente ogni giorno adesso.
Faccio tutt’ora la cura con cicatridina e movicol che mi ha dato il nuovo proctologo dicendo che bisogna attendere la guarigione della ferita.
Non so più a livello alimentare che altre accortezze prendere.
Io mi chiedo l’intervento che ho fatto risolvendo il prolasso perché non ha risolto questo trombo che è tornato?
Come è possibile e soprattuto questa ostruita defecazione non passa mi sento sempre costipato e ho difficoltà a evacuare bene.
Potrebbe esserci un altro problema a monte?
Mi consigliate qualche esame o qualcosa di specifico?
Scusate il messaggio lungo ma ho cercato di raggruppare un calvario che va avanti da anni.
Sono demoralizzato perché ho sofferto tanto con l’intervento e ad oggi ho gli stessi problemi che avevo prima di operarmi.
Ps ho fatto anche alcuni cicli di riabilitazione pelvica ma nulla
[#1]
Al momento con una ragade cronica non è possibile esprimere un parere sulla riuscita o meno dell' intervento di correzione del prolasso.
La sintomatologia attuale, compresi i disturbi che lei definisce di ostruita defecazione, potrebbero essere legati alla sola ragade.
Curi la ragade, se ancora è possibile curare farmacologicamente, e quando sarà guarito esegua una Rx defecografia per controllare se la STARR ha sufficientemente risolto il suo prolasso rettale interno.
Cordiali saluti.
La sintomatologia attuale, compresi i disturbi che lei definisce di ostruita defecazione, potrebbero essere legati alla sola ragade.
Curi la ragade, se ancora è possibile curare farmacologicamente, e quando sarà guarito esegua una Rx defecografia per controllare se la STARR ha sufficientemente risolto il suo prolasso rettale interno.
Cordiali saluti.
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
[#2]
Utente
Dottore intanto grazie per la risposta.
Ieri ho fatto una visita di controllo al policlinico di Bologna. È stata confermata come lei ha detto la presenza di una vasta ragade della commisura posteriore. Sto eseguendo la cura che mi hanno dato con antrolin. Secondo lei riuscirò a guarire senza dover intervenire chirurgicamente? Poi dato che era una ragade latente è possibile che il
Dott Longo non l’abbia vista quando mi ha visitato per fissare l’intervento? È questa pallina che fuoriesce come devo comportarmi? Alla visita di ieri hanno detto che è una sorta di evoluzione anatomica conseguente alla ragade. Non ricordo di preciso cosa mi hanno detto.
Sono un po’ scoraggiato perché dopo un intervento sentirsi dire che ci sono ancora problemi è frustrante.
Ieri ho fatto una visita di controllo al policlinico di Bologna. È stata confermata come lei ha detto la presenza di una vasta ragade della commisura posteriore. Sto eseguendo la cura che mi hanno dato con antrolin. Secondo lei riuscirò a guarire senza dover intervenire chirurgicamente? Poi dato che era una ragade latente è possibile che il
Dott Longo non l’abbia vista quando mi ha visitato per fissare l’intervento? È questa pallina che fuoriesce come devo comportarmi? Alla visita di ieri hanno detto che è una sorta di evoluzione anatomica conseguente alla ragade. Non ricordo di preciso cosa mi hanno detto.
Sono un po’ scoraggiato perché dopo un intervento sentirsi dire che ci sono ancora problemi è frustrante.
[#3]
"L'evoluzione anatomica" probabilmente è una papilla anale ipertrofica dovuta allo stimolo irritativo della ragade.
Che dirle? In presenza di una ragade anale, che presenta caratteristiche suscettibili di terapia chirurgica, abbino i due interventi, probabilmente o la ragade non era presente al momento, o non ha ritenuto opportuno intervenire chirurgicamente.
Prego.
Che dirle? In presenza di una ragade anale, che presenta caratteristiche suscettibili di terapia chirurgica, abbino i due interventi, probabilmente o la ragade non era presente al momento, o non ha ritenuto opportuno intervenire chirurgicamente.
Prego.
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5k visite dal 29/05/2022.
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