Prelievo
Gentili dr
È da qualche mese che quando effettuo il prelievo del sangue non solo risulta difficilissimo trovare una vena (cosa che però mi è sempre accaduta) ma in più una volta bucata la vena il sangue fa molta fatica ad uscire, come se non ce ne fosse.
Da anni ho i valori di eosinofili e MPV (valore medio piastrine) sempre alto ma il medico curante mi ha sempre rassicurato a tal proposito.
Soffro di una pressione molto bassa che arriva anche a 40 di minima e 65 di massima.
Secondo voi sarebbe opportuno controllare la coagulazione del sangue? O cosa?
Grazie in anticipo
È da qualche mese che quando effettuo il prelievo del sangue non solo risulta difficilissimo trovare una vena (cosa che però mi è sempre accaduta) ma in più una volta bucata la vena il sangue fa molta fatica ad uscire, come se non ce ne fosse.
Da anni ho i valori di eosinofili e MPV (valore medio piastrine) sempre alto ma il medico curante mi ha sempre rassicurato a tal proposito.
Soffro di una pressione molto bassa che arriva anche a 40 di minima e 65 di massima.
Secondo voi sarebbe opportuno controllare la coagulazione del sangue? O cosa?
Grazie in anticipo
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Allergologo
Secondo quanto riferisce non c'è motivo di effettuare accertamenti.
La maggiore o minore "difficoltà" nel prelievo venoso dipende, oltre che dalla capacità dell'operatore, da questioni anatomiche riguardanti le vene stesse e i tessuti circostanti (calibro della vena, profondità e mobilità del vaso, rigidità della parete, ecc).
Il fatto che il sangue - una volta "presa" la vena - «fatichi» a uscire è da mettere in relazione alla portata del vaso (determinata sostanzialmente dal suo calibro e dalla pressione venosa nel punto dell'inserimento dell'ago) e a fattori che possono intervenire a limitarla (come ad esempio eventuali "conflitti" fra la parete della vena e la punta dell'ago, il calibro dell'ago).
Saluti,
La maggiore o minore "difficoltà" nel prelievo venoso dipende, oltre che dalla capacità dell'operatore, da questioni anatomiche riguardanti le vene stesse e i tessuti circostanti (calibro della vena, profondità e mobilità del vaso, rigidità della parete, ecc).
Il fatto che il sangue - una volta "presa" la vena - «fatichi» a uscire è da mettere in relazione alla portata del vaso (determinata sostanzialmente dal suo calibro e dalla pressione venosa nel punto dell'inserimento dell'ago) e a fattori che possono intervenire a limitarla (come ad esempio eventuali "conflitti" fra la parete della vena e la punta dell'ago, il calibro dell'ago).
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 9.3k visite dal 28/08/2014.
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