Clonazepam versato direttamente sulla lingua

Buongiorno,
avendo problemi a dormire (sonno di buona "quantita'" ma di scarsissima "qualità", con sette/otto risvegli a notte), dopo aver sperimentato varie molecole compresi potenti sonniferi, ho trovato, da circa un anno, un buon compromesso con il Clonazepam in gocce su consiglio del mio neuropsichiatra/psicoterapeuta. Ne prendo 5/6 la sera e non sempre anzi abbastanza di rado). Leggendo, casualmente, il bugiardino ho notato che e' sconsigliato versare le gocce direttamente in bocca senza diluirle. Ho sempre fatto cosi' anche con le poche gocce di Alprazolam che prendo al mattino. Vorrei capire quali problemi possa creare il versamento delle gocce direttamente in bocca (e se lo stess vale per l'alprazolam). Grazie in anticipo a chi vorra' o potra' rispondermi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Sul foglietto c'è scritto di non versare le gocce in bocca direttamente dal flacone, come dire che facendo così non si possono contare.
Però mi sembra che la situazione non sia delle migliori, perché assume due ansiolitici diversi, e l'uno rende minore l'effetto dell'altro, ma soprattutto sembra ci sia un problema che non si riduce all'insonnia. Tenere benzodiazepine così senza una diagnosi e un programma di cura corre il rischio di indurre abuso, a seconda della benzodiazepina in questione e a seconda del disturbo che c'è sotto.
Pertanto chiarisca la situazione o con il medico o con uno psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Grazie della risposta dr. Pacini. Come scritto nel primo intervento sono seguito da un Neuropsichiatra/psicoterapeuta con sedute personali da circa tre anni. La cura farmacologica e' di sostegno alla psicoterapia. Negli ultimi tempi ho scalato di molto l'alprazolam (da 15 gocce 3 volte al di' ad arrivare alle 5/6 gocce 2 volte al di') e abbandonato la venlafaxina. Da oltre 2 anni, grazie alla terapia psicologica, non ho piu' attacchi di panico. Essendo questo un periodo molto pesante (se legge un altro mio consulto sul CA 19.9 e Calcitonina capira') cerco di controllare l'ansia anche con l'alprazolam e, ripeto di rado, il clonazepam la sera. Ho, peraltro, problemi anche di tiroide che forse potrebbero giustificare questa scarsa qualita' del sonno. Ho iniziato, infine (per il momento prima visita), un ciclo di consulti per i disturbi del sonno al Policlinico Tor Vergata di Roma ma i tempi di attesa sono lunghissimi, la prossima visita sara' fra 7 mesi. Per quanto riguarda il discorso delle gocce sulla lingua, sinceramente, mi sembra che vista la sensibilita' della lingua appunto mi sia abbastanza semplice contarle senza errori per questo non capivo il "divieto" sul bugiardino. Grazie a Lei per questa risposta e anticipatamente se vorra' rispondere ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

presumevo uno scenario del genere. Allora, qualche precisazione:
- non esiste il concetto di farmacoterapia per "supportare" la psicoterapia. le due tecniche non sono in conflitto e anzi si potenziano a vicenda, ammesso di scegliere la giusta tecnica psicoterapica e la giusta terapia per l'ansia.
-l'ansiolitico non è una terapia corretta a lungo termine per l'ansia. Il rivotril è un farmaco particolare, che ha anche altre proprietà ed è più stabile nel tempo, ma non dovrebbe essere prescritto senza una diagnosi alla base.
- se è seguito da tre anni e da due non ha più attacchi di panico, significa che ha avuto una risposta completa in circa 1 anno, tempo lungo rispetto a 1-3 mesi di una terapia farmacologica standard. Inoltre, non ha più panico ma ha sempre insonnia e prende un ansiolitico al mattino senza una funzione comprensibile, indice che in qualche modo l'ansia è sempre presente.

Quello sul foglietto è un modo credo educato per invitare le persone a non considerare l'ansiolitico una specie di fontanella, cosa che molti fanno senza contare che c'è un rapporto dose-effetto con un limite di intossicazione.
La lingua non permette di capire quante gocce si stanno versando, ma il punto non è tanto questo quanto quello di dire "non vi attaccate al flacone".

Sinceramente penso sia più costruttivo che diagnosi e terapia per l'ansia (e l'insonnia) siano riconsiderate da uno psichiatra, nell'attesa di accertamenti presso il centro del sonno che comunque è in là con il tempo.
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dopo
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Grazie dottor Pacini. Che l'ansia sia tuttora presente e' palese anche per me anche se in misura minore rispetto a prima. Sicuramente l'aumento dei due marcatori tumorali di cui le dicevo non sta aiutando l'eventuale guarigione. Farmacologicamente parlando gli ultimi episodi di attacchi di panico li ho avuti in coincidenza di due tentativi di sospensione (con regolare scalaggio) dell'alprazolam, mentre non ho accusato alcun effetto dalla sospensione della venlafaxina dopo circa 2 anni di trattamento (onestamente credo che questo antidepressivo abbia sortito ottimi effetti in quanto sono stato decisamente meglio del mio solito). La terapia e' comunque (e sempre) monitorata dal mio psichiatra (e' Medico Neuropsichiatra oltre che psicoterapeuta).
Il clonazepam lo tengo sul comodino ma lo uso forse due volte al mese nei momenti in cui sento la necessita' di riposare un po' meglio (diciamo di svegliarmi piu' riposato). Certamente non mi attacco al flacone, usandolo direttamente in bocca, e' piu' una sorta di pigrizia per evitare di alzarsi dal letto, andare in cucina ecc. ecc.; una comodita' di utilizzo, insomma... Riguardo l'insonnia devo forse correggere l'interpretazione in quanto mi addormento sempre velocemente e senza problemi mentre ho frequenti risvegli che non durano, pero', piu' di 5 minuti al massimo. Il problema fondamentale, credo, sia il fatto che nonostante 8/9 ore di sonno mi sveglio stanco o, appunto, non riposato. A detta del mio psichiatra e del neurologo dal quale sono stato in visita al Policlinico Tor Vergata questi disturbi del sonno potrebbero non essere collegati allo stato ansioso (piu' o meno latente a seconda del periodo che attraverso) ma magari ad altre cause (roncopatia, faringolaringite da fumo, tiroide o altro) in quanto ho praticamente provato tutti gli ipnoinduttori/barbiturici con qualsiasi emivita (manca l'anestesia... ).
Spero di essere stato piu' chiaro ringraziandola del prezioso supporto e della futura risposta laddove La ritenga necessaria.
Credo di intuire che Lei, forse, mi stia consigliando di cambiare professionista.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

mi limito a osservare che l'andamento delle cure non è esattamente quello raccomandato.
Sospendere l'antidepressivo per ritrovarsi ancora l'ansiolitico significa che forse era meglio proseguire l'antidepressivo. Attacchi di panico alla sospensione graduale dell'alprazolam non sono previsti, quindi anche questo è un segno di precario equilibrio dell'ansia.
Adesso i risvegli, che ovviamente non sono di per sé un problema per 5' che durano, ma avranno un connotato ansioso, per questo la preoccupano.
L'insonnia abituale non si cura con gli ipnoinduttori/barbiturici, quelli sono rimedi occasionali purtroppo lasciati al bisogno alle persone che inevitabilmente, se il sintomo è frequente, finiscono per usarli con una certa regolarità.

Per quanto riguarda le sue scelte sul professionista non le consiglio niente. Solo che a volte inspiegabilmente, dopo terapie impostate correttamente e buoni risultati, la tela viene sfatta come nel mito di Penelope, cosicché ci si ritrovano gli stessi problemi da gestire.
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dopo
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
L'antidepressivo lo sospesi in quanto aveva anche calato di molto la libido creando problemi anche nella sfera affettiva gia' provata da una socialita' ridotta. Il suo abbandono non mi ha creato alcun problema psicologico anche a distanza di un anno (almeno "a vista"). La dose di alprazolam che assumo mi si dice essere talmente bassa (5/6 gocce 2 volte al di') da avere una connotazione solo di dipendenza psicologica piu' che un effetto ansiolitico in senso puro. In effetti credo sia piu' la paura (l'ansia, OK..) di smetterlo e di riavere crisi ansiose che altro. Secondo il suo collega il mio problema e' superato e rimane solo da superare la paura di sospendere l'alprazolam e capire l'origine dei risvegli notturni. In tutta sincerita' il problema dell'alterazione dei marcatori tumorali, credo, avrebbe qualche tempo fa creato in me piu' di qualche attacco di panico oltre che effetti depressivi, mentre mi sembra di affrontarlo sin troppo tranquillamente (questo anche a detta del suo collega e degli altri professionisti che mi stanno seguendo per tale problematica), ovviamente compatibilmente alla serieta' del problema e alla normale preoccupazione. Sicuramente cerchero' di non mischiare, da oggi in poi, alprazolam e clonazepam abbandonando definitivamente quest'ultimo (dovevo andare a comprarlo e ho appena stracciato la ricetta). Pensero' anche con attenzione alla tela di Penelope, dando in questo momento, pero', priorita' all'iter diagnostico per le alterazioni di Calcitonina e Ca 19.9 che per me, ora, assumono un carattere di maggiore urgenza. Mi capira'. Grazie ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
No assolutamente non prenda iniziative terapeutiche in base a questo consulto. Deve decidere il suo medico.

In ogni caso la mia impressione è confermata.

Saluti
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dopo
Attivo dal 2005 al 2021
Ex utente
Ovviamente intendo sospendere solo il clonazepam che prendo solo raramente. Non parlo di cambiare la vera terapia (alprazolam) senza il consulto col mio psichiatra. Il Clonazepam lo avrei dovuto prendere solo alla bisogna e, facendolo cosi' di rado, posso benissimo evitare di prenderlo evitando eventuali rebounds o altre problematiche. Grazie ancora. Saluti.