Pressione improvvisamente bassa in soggetto iperteso
Buongiorno, e grazie per l'importante servizio che state svolgendo per tutti noi.
Desidero sottoporre il caso di mia madre, 78 anni, spirito di ferro ma salute da sempre traballante. E anticipo scusandomi qualora sia erroneo porre la sua situazione nella categoria "geriatria", ma sono disorientato dalla concomitanza di sintomi e disturbi accusati attualmente.
Inizio dall'anamnesi, supponendo possa essere rilevante.
Circa 25 anni fa venne operata di calcoli alla colecisti, con asportazione della stessa: da allora soffre di diarrea ricorrente, anche se non costante, tenuta abbastanza bene sotto controllo grazie al Questran. Nel 2001, a seguito del ritorno di coliche tremende (simili a quelle pre-colecistectomia) è stato individuato, e debellato, l'Helicobacter Pylori, quando oramai però aveva portato alla gastrite atrofica.
La situazione attuale è questa: a seguito di aumentata aerofagia, si è proceduto a ricercare nuovamente l'Helicobacter, e l'esito è stato positivo (12,9 UA/ml) quindi si è iniziata la consueta cura eradicante con tre farmaci. Inoltre soffre da molto tempo di atrite cervicale con possibile interessamento del nervo vago, e recentemente ha iniziato un ciclo di Muscoril fiale: all'artrosi sarebbe infatti stata imputata un'altra serie di fastidiosi sintomi, comparsi da circa un mese, quali sonno poco ristoratore, pallore, vertigini, rapido affaticamento, sonnolenza, intontimento, accusati in maniera debilitante soprattutto nell'arco della mattinata.
Tutto il resto su cui abbiamo investigato, dal cuore ai parametri rilevabili con le analisi del sangue, non presenta irregolarità di sorta.
Quello però che da qualche tempo non è stato fatto, è misurare la pressione in maniera quotidiana e regolare. Mia mamma è da sempre (andando a memoria) un soggetto iperteso, assume Tareg 160 mg ma ciononostante fatica a mantenersi entro valori accettabili. Da qualche giorno ci siamo però accorti dell'imprevedibile (almeno per noi profani): la pressione è diventata bassa di colpo, sistolica sui 110/120 mmHG, diastolica sui 60, e tale sembra mantenersi. Tareg è stato sospeso da 3 giorni, senza però che ciò abbia ancora portato a un aumento della pressione.
Davanti a tale varietà di sintomi, il medico di famiglia si è detto piuttosto confuso, e anche un paio di medici conoscenti cui ieri ho
chiesto per telefono, hanno manifestato evidente indecisione sul dafarsi. Chiederei dunque a Voi dottori, un parere sulle possibili cause e un consiglio su come gestire la situazione. Qualora siano necessari visite ed esami approfonditi, siamo disponibilissimi a viaggiare ovunque e in ogni momento.
Grazie fin da ora, e un saluto cordiale.
Desidero sottoporre il caso di mia madre, 78 anni, spirito di ferro ma salute da sempre traballante. E anticipo scusandomi qualora sia erroneo porre la sua situazione nella categoria "geriatria", ma sono disorientato dalla concomitanza di sintomi e disturbi accusati attualmente.
Inizio dall'anamnesi, supponendo possa essere rilevante.
Circa 25 anni fa venne operata di calcoli alla colecisti, con asportazione della stessa: da allora soffre di diarrea ricorrente, anche se non costante, tenuta abbastanza bene sotto controllo grazie al Questran. Nel 2001, a seguito del ritorno di coliche tremende (simili a quelle pre-colecistectomia) è stato individuato, e debellato, l'Helicobacter Pylori, quando oramai però aveva portato alla gastrite atrofica.
La situazione attuale è questa: a seguito di aumentata aerofagia, si è proceduto a ricercare nuovamente l'Helicobacter, e l'esito è stato positivo (12,9 UA/ml) quindi si è iniziata la consueta cura eradicante con tre farmaci. Inoltre soffre da molto tempo di atrite cervicale con possibile interessamento del nervo vago, e recentemente ha iniziato un ciclo di Muscoril fiale: all'artrosi sarebbe infatti stata imputata un'altra serie di fastidiosi sintomi, comparsi da circa un mese, quali sonno poco ristoratore, pallore, vertigini, rapido affaticamento, sonnolenza, intontimento, accusati in maniera debilitante soprattutto nell'arco della mattinata.
Tutto il resto su cui abbiamo investigato, dal cuore ai parametri rilevabili con le analisi del sangue, non presenta irregolarità di sorta.
Quello però che da qualche tempo non è stato fatto, è misurare la pressione in maniera quotidiana e regolare. Mia mamma è da sempre (andando a memoria) un soggetto iperteso, assume Tareg 160 mg ma ciononostante fatica a mantenersi entro valori accettabili. Da qualche giorno ci siamo però accorti dell'imprevedibile (almeno per noi profani): la pressione è diventata bassa di colpo, sistolica sui 110/120 mmHG, diastolica sui 60, e tale sembra mantenersi. Tareg è stato sospeso da 3 giorni, senza però che ciò abbia ancora portato a un aumento della pressione.
Davanti a tale varietà di sintomi, il medico di famiglia si è detto piuttosto confuso, e anche un paio di medici conoscenti cui ieri ho
chiesto per telefono, hanno manifestato evidente indecisione sul dafarsi. Chiederei dunque a Voi dottori, un parere sulle possibili cause e un consiglio su come gestire la situazione. Qualora siano necessari visite ed esami approfonditi, siamo disponibilissimi a viaggiare ovunque e in ogni momento.
Grazie fin da ora, e un saluto cordiale.
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Gentile utente, una sistolica di 110/120 mmHg, "anche" per una persona anziana, può essere un ottimo valore pressorio se tollerato. La distolica, sembrerebbe un pò più bassa rispetto ai valori che ci si aspetterebbe da una anziana ipertesa, anche se in trattamento farmacologico per ipertensione arteriosa. Ciò che è importante, eventualemnte, è la presenza di una sintomatologia caratterizzata da: lipotimie, sindrome vertiginosa, astenia, intolleranza ai cambi posturali ( dalla posizione clinostatica a quella ortostatica con vertigini, senzo di svenimento ect).Importante, inoltre, è lo stato "mentale" di sua madre: calo delle funzioni cognitive,amnesie, aumento della sonnolenza anche durante il giorno, torpore etc etc. Bisognerebbe conoscere i valori in precedenza della pressione arteriosa e le variazioni stagionali di essa e quelle naturalmente circadiane.Il caldo, può portare ad una riduzione della pressione arteriosa, così la riduzione dell'introito di liquidi e l'eccessiva sudorazione ( anche per aumento della perspiratio insensibilis). Il problema di una terapia per l'ipertensione arteriosa sistemica, non è soltanto quello di raggiungere valori pressori normali o accettabili, ma quello, di ridurre o migliorare una eventuale ipertrofia del miocardio o altri problemi che l'ipertensione può portare ( es: nefropatia e retinopatia ipertensiva).Un farmaco antiipertensivo, ad esempio, può regolare più o meno bene la pressione arteriosa, ma essere meno efficace sulle complicanze di essa.Una volta che una terapia antiipertensiva è efficace nel ridurre i valori pressori, deve esserlo anche riducendo le complicanze d'organo. Si potrebbe sospendere, come ha fatto lei, se la pressione di sua madre si mantenesse nei valori accettabili e se, non vi fosse in precedenza un iniziale danno d'organo.Per valutare meglio , si dovrebbe applicare un Holter pressorio delle 24 h ed eseguire un ecocolordoppler cardiaco. Il caldo e la riduzione dell'introito di liquidi, ripeto, possono fa ridurre la pressione arteriosa , un pò "potenziando" la terapia farmacologica.La pressione arteriosa, anche in un soggetto iperteso, può subire delle variazioni, importante però, che esse non diano una sintomatologia clinica evidente.
Le invio i miei più cordiali saluti e rimango a sua disposizione.
Le invio i miei più cordiali saluti e rimango a sua disposizione.
Dr. Oreste Pascucci
orestepascucci@virgilio.it
[#2]
Utente
Il minimo che possa fare è ringraziarla, Dottore, per il tempo speso nella risposta, nonché per la chiara e completa disamina della situazione. Mi ha fornito informazioni preziose, che fanno luce su svariati dubbi che mi portavo dietro da tempo (non abbiamo mai ricevuto tanti chiarimenti durante le visite spesso frettolose e superficiali svolte da suoi colleghi nella mia zona).
Finita la chiosa, vengo alle scuse. Che le devo, avendole fatto perdere tempo a fronte di una sintomatologia tanto “clamorosa” (ed ai miei occhi molto preoccupante) quanto prodotta da cause davvero banali, quasi stupide. Spero almeno che raccontare i fatti possa servire ad altri utenti, visto che la nostra vicenda insegna quanto possa essere pericoloso lasciare le medicine in gestione a un anziano senza supervisione alcuna.
Pur partendo da una situazione generale tutto sommato più che discreta, in pochi giorni mia mamma era arrivata a non reggersi quasi più in piedi. Persino parlava a stento, quasi fosse… ubriaca! La letargia era completa e la portava a dormire giorno e notte, e la pressione era precipitata a 60/90.
La chiave di volta è arrivata osservandola sabato sera al momento di coricarsi, in cui l’ho vista assumere – come già da diversi giorni, mi dirà poi – ben 375 mG di triazolam (1 compressa da 250 mG + 1 da 125 mG). Una rapida verifica del foglietto illustrativo ha evidenziato l’enormità della dose, tripla rispetto al massimo consentito ad un anziano.
Praticamente è andata così: a uno stato di generale fastidio, causato sia dall’aumentata aerofagia per l’Helicobacter sia dalla scarsità di liquidi assunti durante il giorno, corrispondeva una notevole fatica a trovare riposo notturno, con un sonno breve e poco ristoratore. Che mia mamma ha pensato di combattere aumentando la quantità di triazolam assunta prima di andare a dormire. Tengo a precisare che un “aiuto” lo aveva già dato il medico di famiglia, prescrivendo i 250 mG, cui mia madre ha pensato di aggiungere un ulteriore 125…….
Chiarita la vicenda (e sospeso il triazolam) tutto è rapidamente tornato come prima, e oggi va persino meglio, perché la sintomatologia è quasi scomparsa e si sono anche manifestati segni di ripresa dell’appetito, probabilmente pure per le concomitanti cure nei confronti di Helicobacter e nervo vago.
Nuovamente grazie, quindi, per il tempo dedicatomi, con tante scuse per il disturbo arrecatole. Approfitterò comunque della sua competenza e disponibilità in caso di insorgere di nuovi problemi.
Un augurio di buon lavoro,
Sergio
Finita la chiosa, vengo alle scuse. Che le devo, avendole fatto perdere tempo a fronte di una sintomatologia tanto “clamorosa” (ed ai miei occhi molto preoccupante) quanto prodotta da cause davvero banali, quasi stupide. Spero almeno che raccontare i fatti possa servire ad altri utenti, visto che la nostra vicenda insegna quanto possa essere pericoloso lasciare le medicine in gestione a un anziano senza supervisione alcuna.
Pur partendo da una situazione generale tutto sommato più che discreta, in pochi giorni mia mamma era arrivata a non reggersi quasi più in piedi. Persino parlava a stento, quasi fosse… ubriaca! La letargia era completa e la portava a dormire giorno e notte, e la pressione era precipitata a 60/90.
La chiave di volta è arrivata osservandola sabato sera al momento di coricarsi, in cui l’ho vista assumere – come già da diversi giorni, mi dirà poi – ben 375 mG di triazolam (1 compressa da 250 mG + 1 da 125 mG). Una rapida verifica del foglietto illustrativo ha evidenziato l’enormità della dose, tripla rispetto al massimo consentito ad un anziano.
Praticamente è andata così: a uno stato di generale fastidio, causato sia dall’aumentata aerofagia per l’Helicobacter sia dalla scarsità di liquidi assunti durante il giorno, corrispondeva una notevole fatica a trovare riposo notturno, con un sonno breve e poco ristoratore. Che mia mamma ha pensato di combattere aumentando la quantità di triazolam assunta prima di andare a dormire. Tengo a precisare che un “aiuto” lo aveva già dato il medico di famiglia, prescrivendo i 250 mG, cui mia madre ha pensato di aggiungere un ulteriore 125…….
Chiarita la vicenda (e sospeso il triazolam) tutto è rapidamente tornato come prima, e oggi va persino meglio, perché la sintomatologia è quasi scomparsa e si sono anche manifestati segni di ripresa dell’appetito, probabilmente pure per le concomitanti cure nei confronti di Helicobacter e nervo vago.
Nuovamente grazie, quindi, per il tempo dedicatomi, con tante scuse per il disturbo arrecatole. Approfitterò comunque della sua competenza e disponibilità in caso di insorgere di nuovi problemi.
Un augurio di buon lavoro,
Sergio
[#3]
Caro Sergio, devo ringraziare lei per la fiducia. E' un tempo speso bene ed un piacere se si riesce a colmare qualche dubbio o a dare informazioni utili.Importante è la sua spiegazione che sarà utile anche ad altri utenti.Difficile è spesso controllare se una persona anziana riesca ad assumere la quantità di farmaco stabilita e non si sbagli il dosaggio.Quando una situazione sempre stabile cambia, è bene controllare meglio. Può essere dovuta ad una variazione accidentale di dosaggio del farmaco da parte dell'anziano oppure ad un problema subentrante che ha fatto alterare un equilibrio preesistente.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi altro chiarimento.
Cordialmente.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi altro chiarimento.
Cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 71.3k visite dal 03/07/2010.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.