tossicologico pre-assunzione, rapporto nuovo e vecchio datore di lavoro

Buongiorno,
attualmente ho un lavoro a tempo indeterminato in una azienda.
Ho una mansione che non richiede alcun controllo tossicologico (impiegato).

Sono stato contattato e selezionato da una nuova azienda per svolgere la mia stessa mansione presso di loro.

Mi hanno consegnato una lettera di intenti (che non hanno richiesto di avere controfirmata per accettazione) e settimana scorsa mi hanno fatto contattare da uno studio medico per effettuare la visita di idoneità (pre-assunzione ufficiale).

Per la visita mi hanno chiesto esami del sangue e delle urine completi (già consegnati i referti, parametri tutti nella norma visionati anche dal mio medico di base).

Settimana prossima mi faranno andare presso uno studio medico convenzionato ad effettuare la visita medica vera e propria e mi hanno chiesto di presentarmi con vescica piena.
Non mi han comunicato alcun test tossicologico ufficialmente ma arrivo a pensare che me lo faranno, vista la richiesta relativa alla vescica.

Non dovendo ricoprire mansioni sottoposte a tale controllo presso la nuova azienda, non dovendo guidare alcun mezzo (nemmeno auto aziendale, in quanto non prevista), è legittima la richiesta di effettuare il tossicologico pre-assunzione?

Possono vincolare l'assunzione all'idoneità e quindi anche al superamento del test tossicologico?

Preciso che faccio uso saltuario di cannabis e quando farò la visita col medico saranno passati solo 8 giorni dall'ultima assunzione (tempo relativamente corto per non avere tracce nelle urine).

Posso rifiutare di sottopormi al tossicologico per via della mansione che ricoprirò?

In caso mi facessero il test e risultasse positivo per thc, cosa succederebbe?

Verrei dichiarato non idoneo, non verrei assunto e potrei rimanere nella mia attuale azienda (visto che non ho ancora rassegnato le dimissioni)?

Verrei comunque segnalato al sert per gli accertamenti di rito (screening)?

Verrebbe comunicato qualcosa al mio attuale datore di lavoro?
(attualmente non sa nemmeno che rassegnerò le dimissioni)

Sono mediamente attivo (sport regolare 3 volte a settimana da anni, capita anche 4), sto bevendo molto (acqua, tea, tisane), ho una dieta equilibrata e nessun problema di peso.
Dite che mi devo preoccupare e cercare di spostare comunque la visita di almeno una settimana?
(anche se credo potrebbe non essere abbastanza) o comunque, visto lo stile di vita, sarò in grado di smaltire eventuali residui?

Ho effettuato per scrupolo ieri un test comprato in farmacia e sono risultato positivo.


Grazie mille in anticipo per le risposte.

Cordialità
[#1]
Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.3k 119
Gentile utente,
se la mansione che andrà a svolgere non rientra tra le attività previste dalla legge, l'esame tossicologico non può essere svolto. Prima di aderire alla emissione di un campione di urina chieda che tipo di esame verrà effettuato e, se si tratta di tossicologico, per quale attività prevista dalla legge viene effettuato. Se l'attività non rientra tra quelle previste si può rifiutare di effettuare il test e questo, ahimè soltanto da un punto di vista sanitario, non può pregiudicare l'idoneità e quindi l'assunzione.
Credo che anche spostando la visita di una settimana il risultato del test non cambierebbe.
Se non venisse assunto potrebbe certamente continuare a lavorare nell'azienda attuale.
In caso di riscontro di positività, viene effettuato, sullo stesso campione di urina, un test di conferma in laboratorio. In caso di ulteriore conferma verrebbe sospesa la procedura di assunzione (o comunque non verrebbe rilasciata l'idoneità per l'attività a rischio) e lei verrebbe inviato al SerT che, dopo gli accertamenti del caso comunicherebbe al medico del lavoro se si tratta di uso occasionale o tossicodipendenza. Se lei si rifiuta di andare al SerT il datore di lavoro può leggittimamente non assumerla.
Per sua comodità, di seguito un link dove potrà trovare, all'allegato 1 l'elenco ufficiale delle attività per le quali è previsto l'esame.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2007/11/15/07A09622/sg
Da svariati anni è in discussione una modifica della normativa e anche dell'elenco; per tal motivo troverà in rete elenchi diversi che in atto NON SONO IN VIGORE.
Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro

[#2]
Attivo dal 2021 al 2021
Ex utente
La ringrazio moltissimo per la veloce risposta.

Il test tossicologico dovrebbe essere quello rapido, corretto? Quello con cut-off 50 ng/ml. Oppure durante i test possono utilizzare un parametro più basso in base alla discrezione del laboratorio o dell'asl di riferimento?
Un passaggio successivo in laboratorio per conferma, su che parametri e valori valuterebbe la differenza tra uso occasionale e tossicodipendenza?
La canapa venduta in tabaccheria ha comunque un livello di thc che potrebbe portare a valutare un soggetto come tossicodipendente?

Ipotizzando che effettui l'esame rapido risultando positivo, passaggio al sert, conferma positiva e decisione "illegittima" (mi passi il termine) di non assunzione, verrebbe comunicato qualcosa al mio attuale medico del lavoro presso l'azienda dove sono attualmente assunto?

Grazie
[#3]
Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.3k 119
Gentile utente,
si, di norma il primo test effettuato "in situ" è quello a lettura immediata (metodo immunochimico). I valori di cut-off non possono essere "variati". Sono stabiliti dalla legge.
Il test in laboratorio di conferma non è volto a determinare la tossicodipendenza o meno ma solo a confermare l'esame immunochimico ed escludere falsi positivi (viene infatti eseguito sullo stesso campione di urina usato per il test "rapido"). Il test di conferma utilizza la gascromatografia accoppiata a spettrometria di massa ed ha i suoi cut-off anche questi previsti dalla legge.
L'eventuale condizione di tossicodipendenza viene invece valutata dal SerT ed è frutto di diverse azioni (test tossicologico anche su matrice pilifera, colloqui psicologici ecc.).
Relativamente alla canapa venduta in tabaccheria, in teoria, non dovrebbe avere un livello significativo di Tch (la legge prevede che la concentrazione di THC deve essere inferiore allo 0,2%), ma nella mia esperienza ho riscontrato numerosi casi di positività!
Infine, certamente una eventuale positività non verrebbe comunicata al suo attuale datore di lavoro. Se questo avvenisse sarebbe una palese e grave violazione del segreto professionale e della privacy.

Cordiali saluti
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