Preparazione antitumorali

Salve sono un infermiere professionale in servizio da quindici anni e il mio primo reparto di assegnzione è stato l'Urologia.
Venivano trattati pazienti con tumori vescicali il cui post operatorio prevedeva la somministrazione in vescica di mitomicina C come farmaco chemioterapico.
Qualche volta mi capitava di effettuare la preparazione e la somministrazione del farmaco anche a me.
Il problema è che tutto avveniva in mancanza assoluta di mezzi di sicurezza di prevenzione, così come si preparava un antibiotico normale e quindi senza cappa, senza camice protettivo,semplicemente in infermeria, ecc.
Consapevole della tossicità di questi farmaci e del rischio a cui si va incontro, la mia domanda è la seguente:
in base agli studi recenti, il danno derivante dalla inalazione o contatto di questo farmaco è cumulativo, nel senso che per subire un danno serio (per es. lo sviluppo di una neoplasia) occorre che la preparazione del farmaco in questo modo sia ripetuta nel tempo, o è sufficiente anche averlo fatto occasionalmente (tre o quattro volte al massimo) per correre lo stesso rischio?
Spero di essere stato chiaro!
Grazie!
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Dr.ssa Susanna Borriero Medico del lavoro, Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico estetico 102 1
Gentile Utente,
nel caso di esposizione a cancerogeni è assodato che l'insorgenza di un tumore correlato dipende dal tempo di esposizione, tanto più lungo è il tempo tanto più probabile è un eventuale evento neoplastico. Diverso è il caso della tossicità di una sostanza, essa è dose dipendente e può causare danni anche gravi con una unica esposizione.
Credo che nel suo caso non ci si debba allarmare trattandosi di una esposizione occasionale. E'invece gravissimo che i lavoratori non dispongano di un locale adeguato con cappa a flussi laminari, indumenti protettivi e dispositivi di protezione idonei.

Susanna Borriero
[#2]
Utente
Utente
Infatti è gravissimo il fatto che non si disponga di locali e di una cappa idonea per questo tipo di farmaci.
Qualcuno dei colleghi effettua la preparazione e somministrazione del farmaco chiedendo il favore di farlo nel reparto di oncologia, ma qualcun altro continua a farlo nella propria medicheria riducendo i mezzi di prevenzione al minimo.
Comunque garzie per la risposta esaustiva
cordiali saluti
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