Prelievo ematico

Gentile dottore Arduino Baraldi

Dottore volevo ribadirle qualora non fosse chiaro nel quesito del 18/08/09 l'importanza che ha per me una Sua risposta.
La ringrazio per l'attenzione che vorrà dedicarmi
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Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
Buongiorno, Baraldi e' in ferie, io sono il sostituto.

In generale non succede nulla di clamoroso e certamente un dosaggio anticorpale mantiene perfettamente la sua validita'.

Volendo essere rigorosi, prelevare con siringa e poi riempire la provetta sottovuoto forando il tappo con l'ago non e' pratica ottimale, perche' il sangue passando due volte dalla strozzatura dell'ago raddoppia le possibilita' di emolizzarsi. Pertanto, ove si prelevi con siringa, viene raccomandato di stappare le provette e riempire normalmente, dopo aver rimosso l'ago.

ma ripeto, la prassi dell'ago puo' al massimo alterare potassio e LDH ma non un test immunologico.

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Utente
Utente
Dottore La ringrazio sentitamente per la Sua esauriente risposta.
Accertata la correttezza della metodica, mi preme sapere la motivazione che ha spinto questa infermiera ad usare una siringa invece del metodo usato dalle altre infermiere nei precedenti test immunologici nello stesso laboratorio (ago butterfly con il tubicino flessibile raccordato direttamente in provetta).
Le siringhe vengono usate ancora per i prelievi ematici? vederla usare mi ha sorpreso per questo Le chiedo: secondo la sua esperienza quale può essere una possibile e plausibile spiegazione al fatto che l'infermiera abbia usato una siringa?

La saluto distintamente
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Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
Detto fra noi le siringhe sono ancora il modo piu' economico e indolore per fare i prelievi, specie quando il paziente ha le vene brutte.

O lei ha le vene piccole, o l'infermiera non prova simpatia per i butterfly (neanch'io), perche' hanno l'ago troppo corto e si impugnano male. I butterfly sono nati per le infusioni in vene superficiali, non per i prelievi.

il vataggio della siringa e' che una volta infilato l'ago, si aspira in una volta sola tutto il sangue che serve (o che viene), senza piu' muovere niente. Poi si decide come ripartire il sangue fra le varie provette, privilegiando quelle in cui il volume di riempimento e' critico. Non esiste lo spazio morto del butterfly, e l'ago e' piu' pulito da smaltire.

Con la camicia sottovuoto invece ogni volta che si inserisce una provetta e' un piccolo urto che muove la punta dell'ago (per questo si usa spesso il butterfly, che non si muove ma ha lo spazio morto del tubicino). Se a un certo punto la vena si chiude, le provette restano piene a meta', senza possibilita' di ridistribuire il sangue raccolto fin li'.

Per contro la procedura siringa + provette e' "aperta" e si presta a schizzi, rovesciamenti e altri pasticci. I pasticci sono piu' evidenti nelle corsie al letto del malato, dove quindi il vacutainer e' piu' gradito.

Come sempre in medicina esistono svariati approcci per arrivare allo stesso risultato e a volte e' meglio un operatore a suo agio con un metodo vecchio che uno a disagio col metodo nuovo.
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Utente
Utente
Dottore mi ha spiegato in modo molto chiaro con delle nozioni tecniche ciò che volevo "sentire".
Le rinnovo i miei saluti e le auguro una buona giornata.