Afasia ed emiplegia dx

Buongiorno mia madre di 70 anni lo scorso 28 Aprile ha avuto un emorraggia cerebrale causata da Aneorisma ed è stata ricoverata presso l'Humanitas di Rozzano. Al momento non aveva causato danni, ma è stata necessaria un'operazione per non correre il rischio di un ulteriore sanguinamento. Dopo l'operazione andata a buon fine, nei giorni successivi, si è presentata un ischemia post operatoria che si è allargata in 2 gg. Quest'ichiemia ha colpito l'emisfero sinistro e le ha causato un emiplegia dx e un'afasia.
In questo momento si trova presso il centro riabilitativo dello stesso ospedale Humanitas, ma scaduti i giorni previsti dal servizio sanitario italiano per il problema di mia madre (80 gg) presso una struttura specialistica, deve essere trasferita in un reparto di riabilitazione generale.
Al'inizio non emetteva suoni ed ora riesce a ripetere discretamente tutto quello che le viene richiesto, conta fino a 20 da sola, elenca i gg della settimana i mesi dell'anno, l'alfabeto e canticchia qualche canzoncina (non in modo perfetto). Da qualche giorno riesce a riconoscere il nome di qualche oggetto pronunciandone il nome, ma non sempre..
Per quanto riguarda la parte motoria, comincia a stare in piedi e sta imparando a spostarsi dalla sedia al letto. Il braccio non ha avuto alcun recupero per ora. Non nascondo la nostra preoccupazione soprattuto per l'afasia.. mia madre capisce tutto e piange perchè non riesce a farsi capire..era una persona iperattiva ed ora si sente frustrata perchè non riesce a muoversi ed a comunicare. Volevo chiedere se ci saranno possibilità di ulteriori recuperi nella parola, data la poca riabilitazion proposta nella struttura (1/2 per 5 gg alla settimana, causa unico logopedista), ci spaventa anche il passaggio in una struttura generale, per la diminuzione delle ore di riabilitazione.
In italia sento un pò trascurato il problema dell'afasia, poche strutture si occupano di questo problema in modo massiccio. Il braccio ora immobile non verrà mai più recuperato? Grazie Buona giornata
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Dr. Florio Ciro Pietro Medico fisiatra, Perfezionato in medicine non convenzionali 2
salve, riguardo all'afasia nei primi sei mesi ci sono sempre margini di recupero, dopo il recupero è minore o trascurabile, l'arto superiore plegico da quanto ho letto sembra essere flaccido nel senso che non cè ipertono , cmq fino a sei mesi qualcosa si può ottenere, alla fine è molto difficile cmq esprimersi senza il paziente in quanto è importante la clinica del/la paziente nel suo insieme, sono certo che i colleghi fisiatri le sapranno illustrare meglio la situazione , abbia un po di fiducia,

cordiali saluti ed auguri per la mamma

Dr Ciro Florio
Fisiatra

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Dr.ssa Chiara Carpenedo Medico fisiatra, Perfezionato in medicine non convenzionali 55 1
salve,
concordo con il collega a riguardo del potenziale riabilitativo dell'afasia: il recupero maggiore e spontaneo si verifica nel 50% entro il 1 mese dall'evento acuto e prosegue nei primi 6 mesi. Sta di fatto che l'intervento specifico della logopedia fornisce delle strategie di rieducazione sia alla comprensione che alla produzione verbale.
E' frequente purtroppo nelle lesioni focali sinistre che colpiscono le aree specializzate del linguaggio nell'emisfero dominante, il disordine delle funzioni neurolonguistiche. Vi si associa anche la disfagia (alterazione neuromotoria del processo della deglutizione) da far valutare per controllare il tipo di dieta da somministrare, per non porre il paziente a rischio di ab ingestis.
Da valutare il fenomeno dell'aprassia (patologia della programmazione motoria).
A riguardo del suo quesito sul recupero motorio dell'arto superiore plegico: vi sono specifiche linee guida che parlano del recupero sensomotorio dell'arto superiore che può arrivare sino ai 12 mesi dall'evento acuto, ma il massimo del recupero funzionale avviene entro i 6 mesi. Sta di fatto che le capacità motorie di fine manipolazione non si recuperano quasi mai del tutto e si instaura invece nel tempo un quadro di spasticità.
Vi sono specifici test prognostici del recupero (intrinseci nella valutazione funzionale nell'esame obiettivo Fisiatrico) che possono dare un'idea della qualità e quantità del recupero, soprattutto a riguardo del controllo del tronco e del cammino. (Motricity index, trunk control test, ... e test funzionali come la FIM, il bertnel index e la FAM...)
Vi sono poi da considerare tutta una seriE di fattori prognostici negativi e positivi del recupero, che vanno sempre considerati all'Inizio di un progetto riabilitativo nel paziente con stroke...
Si affidi ad un buon centro di riabilitazione neurologica...i tempi sono ancora buoni per prospettare un programma di lavoro per sua madre.
Auguri

Dr.ssa Chiara Carpenedo

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dopo
Utente
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buongiorno,
Ci sono dei miglioramente nell'ambito dell'afasia.. mia madre comincia a dire sola delle parole per raccontare qualcosa o per indicare qualcosa.. comincia a riconoscere con il nome corretto alcuni oggetti.. ma non ha ancora un discorso fluente.. pronuncia parole senza significato e poi una parola che ha senso..
Per quanto riguarda la gamba, il recupero è arrivato fino a sopra il ginocchio e quindi per ora riesce solo ad alzarsi sola ed a stare sola in equilibrio per alcuni minuti. Il braccio ancora non da segni di ripresa..
volevo chiedere, ma medicinali come Piracetam, Trivastan o Bromocriptina non potrebbero dare un aiuto in più al recupero, sopratutto dell'afasia? Che contro indicazioni hanno nel suo caso?
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Dr.ssa Chiara Carpenedo Medico fisiatra, Perfezionato in medicine non convenzionali 55 1
Buongiorno,
bene per il recupero, se ben guidato potrà ridurre la disabilità e quindi la dipendenza da terzinella gestione quotidiana di sua madre. Continui a lavorarci seguito dagli specialisti di fiducia.
A riguardo dell'elenco di farmaci da lei citato: nessuno di essi come nessun altro medicamento, può essere in grado di condizionare, veicolare, o accelerare quella che è una evoluzione spontanea indotta dal danno cerebrale anatomico.
Come indicazione "off label" solo in certi traumi cranici o ipossie cerebrali, molto selezionati, si prescrive l'amantadina (farmaco antiparkinsoniano)ma l'effetto è rivolto al tentativo di cercare una maggiore responsività nello stato di coscienza, assolutamente non aiuta nel caso si afasia. Il rovescio della medaglia dal farmaco infatti è quello di dare agitazione psicomotoria, inconsolabilità, ....
Dia tampo al tempo dell'evoluzione del danno cerebrale di sua madre, segua tutti i consigli pratici dei colleghi fisaitra, logopedista, neuropsicologo.
di nuovo auguri.