Muscolo retto addominale

Salve, volevo chiedere alcune informazioni su lesione da strappo. Mi sono fratturato il collo del femore il 6-12-08 e operato con l'inserimento di 3 viti il 11-12-08. Nei primi giorni di Aprile ho iniziato la riabilitazione della gamba e dopo visita ortopedica mi è stato detto di abbandonare la stampella. Il problema è venuto nei giorni successivi nel camminare con dolore all'inguine e con segni di zoppia.Di conseguenza ho eseguito ECO Inguine SX con questa diagnosi: 1 )Lesione da strappo di 3 grado del passaggio muscolo-tendineo del muscolo retto addominale - 2)La lesione misura circa un centimetro di lung. per un cm. di spessore 3) Questa lesione presenta un esito cicatriziale con tessuto fibroso riparativo 4) La lesione presenta edema infiammaTORIO FRA LE FIBRE DELLA CICATRICE 5 ) Non segni di lesione dei muscoli adduttori. Le chiedo eseguento terapia adeguata posso recuperare la funzionalità del muscolo e della gamba. Grazie Distinti saluti
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Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 806 28 1
Gentile utente,
con idoneo trattamento rieducativo personalizzato impostato da un Fisiatra della sua zona, sicuramente riuscirà a recuperare la funzionalità dell'arto inferiore.
Provi a consultarsi con il suo medico di fiducia.
Buon lavoro!

Urbano Giulio Pio MD
Specialista Medicina Fisica Riabilitazione
e Psicoterapia
3398917774(h16-20)
NB: il consulto NON sostituisce la visita reale

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dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Salve dottore, la volevo disturbarla per esporle il mio problema.
Mi chiamo Ubaldo Prati di anni 60, abitante a Cesena in provincia di FC. Il 6/12/08 a seguito di una caduta con la bici da corsa , ho avuto una frattura sottocapitata al collo del femore della gamba SX. La scelta è stata quella di eseguire intervento con inserimento di nr. 3 chiodi al titanio. Sono stato operato 11/12/08 e dimesso il 17/12/08.
Al 1° controllo eseguito il 27/01/09 , il medico del reparto di ortopedia dell'ospedale Bufalini di Cesena, mi ha detto che dopo 47 gg. dall'intervento, tramite RX e lettera, tutto procede regolarmente e che dopo la visita programmata per il 27 Febbraio, si possa iniziare gradualmente a caricare sulla gamba e iniziare riabilitazione con ginnastica specifica e nuoto. Per i primi 70 gg. dall'intervento non è stato possibile caricare sulla gamba, perchè da RX evidenziava ancora la non calcificazione. Nel successivo controllo mi è stato concesso il carico del 30% dal giorno 27 Febbraio. Nel frattempo ho inziato terapia in acqua e magnetoterapia per nr. 12 sedute. Alla fine di marzo dopo visita ortopedica mi è stato detto di abbandonare una sola stampella fino alla metà di Aprile. Il problema è venuto nei giorni successivi nel camminare con dolore all'inguine SX e con segni di zoppia.
Inoltre volevo informarla che oltre alla frattura del collo del femore, nell'anno 2006 sono stato operato 3 volte con inserimento anche di stent. alla iliaca femorale SX e DX per problemi di aterie ( ex fumatore ) con chiusura di tale arterie da 50 a 75%. Verso la metà di Aprile ho iniziato anche riabilitazione in piscina e esercizi di palestra ( cyclette, pedana e macchine passive ) per riprendere il tono muscolare. Per i primi 70 gg. dall'intervento non è stato possibile caricare sulla gamba, perchè da RX evidenziava ancora la non calcificazione.
Il giorno 23 Aprile, di mia iniziativa ho eseguito ECO Inguine SX con questa diagnosi:
- 1) Lesione da strappo di terzo grado del passaggio muscolo-tendineo del muscolo retto addominale
- 2) La lesione misura circa un centimetro di lunghezza per un centimetro di spessore
- 3) Questa lesione presenta un esito cicatriziale con tessuto fibroso riparativo
- 4) La lesione presenta edema infiammatorio fra le fibre della cicatrice
- 5) Non segni di lesione dei muscoli adduttori
Le chiedo se eseguendo terapia adeguata posso recuperare la funzionalità del muscolo strappato e eliminare la zoppia?
Secondo la sua esperienza è possibile che la caduta oltre alla frattura del femore possa avermi strappato?
Può incidere il dolore inguinale alle operazioni iliache femorali che espongo di seguito:

Il controllo angiografico dell’asse iliaco sinistro eseguito con approccio transbrachiale destro evidenzia una trombosi dell’iliaca esterna con ricanalizzazione della bicforcazioine femorale.

Si riesce ad oltrepassare l’ostruzione con sistema catetere guida e ad incanalare la femorale superficiale onde poter eseguire disostruzione mediante angioplastica con pallone 6-10 che viene insufflato a 4-6-8-10 Atm. x 2+2 min. primi.

Il controllo angiografico evidenzia un recupero del lume dell’asse iliaco femorale con presenza di dissezione all’interno del vaso.

Il tale modo si riesce a ricanalizzare completamente il lume iliaco-esterno con documentazione di buona pervietà dello stesso posizionnando il catetere a livello dell’iliaca comune prossimale con relativa documentazione di buona canalizzazione di tutto l’asse iliaco femorale.


Al controllo agiografico finale, ricorrendo a posizioni oblique, si documenta il flap di dissezione circa 1 cm, a monte della biforcazione femorale in zona di flessione della femorale stessa sconsigliando pertanto il posizionamento di sten in tale ambito.

Pur evidenziandosi uan regolare pervietà con buon flusso in tutto l’asse iliaco femorale si consiglia completamente della correzione della piccola dissezione con scopertura chirurgica dell’arteria femorale comune per praticare sutura con tecnica chirurgica onde riacquattare il lume dissecato, pertanto il paziente viene trasferito in sala operatoria ove praticata tale correzione aggiuntiva.



Come ultima cosa, nel mese di Ottobre è stata eseguita RM all'anca con esito:

E' tuttora evidente la rima di frattura per difetto di consolidazione con modesto edema midollare a carico dei monconi.

Non segni di alterzioni del trofismo vascolare osseo.

Regolari i capi articolari della coxo-femorale di DX.

Alla visita ortopedica il medico mi conferma senza attuali segni di necrosi vascolare epifisaria. La consolidazione non appare ancora completa ma occorre controllo RX ( esame che esguirò alla fine di Gennaio 2010 ) fra tre mesi per valutare effettiva evoluzione del callo osseo.

Secondo lei il dolore all'inguine può essere un'inizio di necrosi della testa del femore, anche se la RM per il momento la esclude?
Per il momento ringrazio dello spazio datomi, sempre a disposizione per ulteriori info.
Cordiali saluti
Ubaldo Prati
-.
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Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 806 28 1
Gentile utente,

penso sia del tutto superfluo dirle che non è stato del tutto "fortunato" e che il MIO AIUTO, potrà esserle SOLO DI SUPPORTO.

Andiamo per ordine:

- Le chiedo se eseguendo terapia adeguata posso recuperare la funzionalità del muscolo strappato e eliminare la zoppia?

Credo che ELIMINANDO LA CAUSA del DOLORE, è sicuramente possibile recuperare la funzionalità ed eliminare la zoppia.

Il muscolo "strappato", sarà sicuramente già cicatrizzato, riparato, eventualmente sarà utile effettuare una ECOGRAFIA di controllo per la parte interessata.


- Secondo la sua esperienza è possibile che la caduta oltre alla frattura del femore possa avermi strappato?

Sì, ma dopo oltre un anno la cosa eventualmente si risolve con "esiti cicatriziali", che possono essere trattati con idonea terapia.
L'ecografia sicuramente potrà dare maggiori elementi di valutazione aggiornati.


- Può incidere il dolore inguinale alle operazioni iliache femorali che espongo di seguito:

Sì, anche qui può essere utile un consulto/controllo con il chirurgo vascolare di riferimento per una valutazione aggiornata.

(E' impossibile fare delle ipotesi accettabili senza "vedere", "visitare" il paziente!)

- Secondo lei il dolore all'inguine può essere un'inizio di necrosi della testa del femore, anche se la RM per il momento la esclude?

La risposta è insita nella domanda:

se la RM per il momento la esclude, perchè dovrebbe esserci una necrosi?

Attualmente la RMN è un ottimo esame di valutazione, se proprio Lei volesse esagerare negli accertamenti strumentali,

PREVIO PARERE DEL SUO SPECIALISTA DI RIFERIMENTO,

si può fare una scintigrafia ossea, ma ripeto, potrebbe rivelarsi superfluo,

ma se può servire a tranquillizzarla..., può provare a confrontarsi con il suo specialista ortopedico.

Cordalità.




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dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
La ringrazio delle risposte datemi, sperando di migliorare e non di peggiorare la mia situazione.Grazie e cordiali saluti. Ubaldo Prati
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Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 806 28 1
OK!
[#6]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Salve dr., le volevo chiedere cortesemente se può succedere che se la frattura del collo del femore non avviene corretamente, i due monconi, chiamiamoli così, nel camminare può succedere che i chiodi al titanio come nel mio caso possono rompersi? L'ortopedico che mi ha visitato ultimamente mi ha confermato come sopra descritto. Possibile?
Grazie e cordiali saluti.




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Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 806 28 1
Gentile utente,

è abbastanza RARO, che SOLO:

"nel camminare può succedere che i chiodi al titanio come nel mio caso possono rompersi".

L'eventuale verifica di "rottura" può essere dovuta ad un trauma accidentale e NON SOLO CAMMINANDO.

Cordialità.
[#8]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
La ringrazio della risposta.Cordiali saluti



[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Salve dr., la volevo disturbarla per la 2 volta per esporle il mio problema e chiederle un ulteriore consiglio.
Il 06/12/2008 a seguito di una caduta con la bici da corsa , ho avuto una frattura sottocapitata al collo del femore della gamba SX. La scelta è stata quella di eseguire intervento con inserimento di nr. 3 chiodi al titanio. Sono stato operato 11/12/08 e dimesso il 17/12/08.
Dopo varie visite specialistiche con relative RX e R.M. eseguite nel mese di Ottobre 2009 e nel mese di Febbraio 2010, il medico conferma non segni di necrosi vascolare epifisaria e appare ancora la rima di frattura per difetto di consolidazione con modesto edema midollare a carico dei monconi. Alla fine di Giugno dovrò eseguire una T.C. per verificare miglioramento. Il mio problema è che ad oggi ( trascorsi 15 mesi dall’intervento ) sento dolore inguinale e dolore che si trasmette lungo la coscia, fino al ginocchio e inoltre appena mi alzo oltre al dolore zoppico.
Il giorno 11 Marzo, mi sono permesso di chiedere consulto con ortopedico ( a pagamento ). Dopo avere visionato tutto quello in mio possesso, lastre, risonanze magnetiche, etc. mi ha confermato che i chiodi non comportano il dolore all’inguine e alla coscia. Fattomi sdraiare sul lettino ha scoperto che i dolori provengono dal blocco della gamba in fase di rotazione, perché alzo il bacino. Sono rimasto di stucco, visto che nelle precedenti visite in ospedale per i vari controlli nessuno dei medici mi ha confermato tale referto. Le volevo dire che dal mese di Febbraio 2009 fino a Marzo 2010, non ho fatto altro che eseguire, magnetoterapia, ginnastica riabilitativa in piscina e per 2 mesi anche ginnastica in acqua al mare, cyclet e varie ginnastiche.
Arrivati a questo punto non so più cosa fare e chi dare ascolto, perché secondo l’ortopedico non esiste nessun rimedio al dolore, tranne l’inserimento di protesi.
Secondo lei, quale consiglio può darmi ?
Per il momento ringrazio dello spazio datomi, sempre a disposizione per ulteriori info.
Cordiali saluti
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Dr. Giulio Pio Urbano Medico fisiatra, Psicoterapeuta 806 28 1
Gentile utente,

è decisamente difficile darle consigli in via informatica, deve sicuramente trovare uno specialista di riferimento nella sua zona ed affidarsi alle sue cure e consigli.

L'unica cosa che mi sento di dirle, per quanto riguarda la possibilità di agire sul "dolore",

è quella di consultarsi con un centro di terapia del dolore della sua zona, servizio offerto dal SSN.

In bocca al lupo!
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dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Molto gentile. Cordiali saluti
[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
***ATTENZIONE!***
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