Dolori epatici
sono uno studente ed ho 21 anni.da un tre anni a questa parte soffro di un dolore/fitte,a volte forti, a livello del fegato.ciò mi accade quando per esempio faccio sport.dopo 20 minuti dall'inizio dell'attivita fisica si acutizza e mi costringe a fermarmi.il medico di base mi ha consigliato di fare un ecografia.i risultati sono negativi,il fegato è regolare.mi ha percio prescritto una cura di mylicon, in quanto l'intestino era pieno di gas e ipotizzava fosse questione di coliche epatiche di tipo gassoso.nonostante la cura il dolore persiste.a parte il chiedervi un consulto su questo problema che ormai da tempo mi porto avanti,volevo porre alla vostra attenzione il fatto che nel periodo in cui mi sono sottoposto ad una cura di levoxacin, per un'infezione alle vie urinarie(scoperto poi fosse un varicocele di primo grado),il dolore/fitte durante l'attività sportiva scompariva quasi del tutto.ringraziando anticipatamente,cordiali saluti
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iL TIPO DI DOLORE DESCRITTO NON CREDO CHE POSSA ESSERE ATTRIBUITO AD UN DISTURBO DEL FEGATO. sPESSO QUESTO DOLORE NASCE A LIVELLO DELLA PIEGA DEL COLON CHE SI TROVA PRESSO IL FEGATO (FLESSURA EPATOCOLICA) E DIPENDE DAL FATTO CHE DURANTE UNO SFORZO MOLTO SANGUE VIENE DIROTTATO VERSO I MUSCOLI CHE STANNO LAVORANDO LASCIANDO RELATIVAMENTE PRIVO DI SANGUE L'INTESTINO: SE IL SUO DOLORE AVESSE QUESTA ORIGINE NON POTREBBE ESSERE RISOLTO CON MEDICAMENTI MA AD ESEMPIO MODULANDO MEGLIO L'ATTIVITà FISICA INIZIANDO CON UN LUNGO RISCALDAMENTO. nATURALMENTE QUANTO DETTO E'UN'IPOTESI DEL TUTTO TEORICA IN QUANTO LA SUA CONDIZIONE RICHIEDE UNA VISITA DIRETTA EVNTUALMENTE DA PARTE DI UN MEDICO SPORTIVO.CORDIALI SALUTI.
dr. Carlo de Michele
Medico Internista
Spec in Medicina dello Sport
Medicina Manuale Osteopatica
info@studiosintesis.it
www. studiosintesis.it
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Utente
ringrazio della risposta.aggiungo che ho tralasciato di riferire il fatto che ho lo sterno carenato e che nel tempo mi ha provocato un po' scoliosi.quindi anche un po' di asimmetria a livello delle costole.potrebbe essere un problema legato magari anche a questo?cioè io sento all'altezza del fegato un dolore in corrispondenza delle costole.questo dolore si manifesta durante l'attivita sportiva ma non solo.a volte anche a stomaco pieno per esempio.in entrambi i casi non con la stessa intensità.grazie ancora
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La scoliosi potrebbe intervenire per quanto riguarda la respirazione. Il suo doilore potrebbe anche essere lagato ad una scarsa mobilità del diaframma con cattiva ventilazione delle basi polmonari. Tra le cose che può fare c'è l'apprendimento della respirazione addominale con esercizi da fare quotidianamente
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gentile utente,
sempre specificando che questo è un consulto on line e non una visita medica, con tutti i limiti che ne conseguono, provo comunque a dare il mio parere riguardo alla sua domanda: il sintomo che Lei descrive in maniera molto chiara potrebbe essere rocondotto ad un fenomeno parafisiologico abbastanza frequente durante l'attività fisica di tipo aerobico, soprattutto nei soggetti non allenati e non esperti e soprattutto all'inizio dell sforzo o, meno frequentemente (ma in questo caso anche negli agonisti) anche durante un lungo sforzo fisico (sempre di tipo aerobico logicamente). Si tratterebbe di un piccolo e reversibile "scompenso" (sono fondamentali le virgolette) del cuore che, o perchè non allenato al tipo di sforzo in questione, o perchè non pronto all'attività, oppure perchè le condizioni di pressione intratoracica non sono in quel momento congrue, si troverebbe a non riuscire a pompare fuori di se tutto il sangue che durante una attività fisica gli ritorna: uno dei meccanismi di compenso a questa situazione consiste proprio nell'utilizzo di organi "serbatoio"-"spugne" di sangue quali appunto il fegato e la milza che ad ogni ciclo tratterrebbero una quantità di sangue maggiore di quella che normalmente li attraversa proprio per compensare al fatto che il cuore non riesce a "ributtare" in circolo tutto il sangue che gli arriva per l'aumentata attività; il fegato e la milza nel loro interno non hanno terminazioni nervose dolorifiche, quindi come si dice:"il fegato non fa male", ma entrambi sono avvolti da una capsula che invece è riccamente innervata in senso dolorifico ed è proprio la causa di una grande parte dei casi riguardanti il tipo di dolore di cui stiamo parlando. In altri termini, capiterebbe questo: trattenendo più sangue per i motivi che descrivevo prima, il fegato e la milza, ma anche solo uno o l'altro, si troverebbero nell'esigenza di aumentare IN TEMPI MOLTO BREVI il loro volume, con conseguente distensione della suddetta loro capsula e quindi con la manifestazione del dolore di tipo continuo e trafittivo, in genere assolutamente dipendente nella manifestazione e nell'intensità alle fasi della respirazione. Detto questo una non adeguata fase digestiva, una distensione della flessura colica destra (sottoepatica) diventano fattori che intervengono nel complicare o peggiorare il suddetto sintomo, sia per motivi puramente meccanici (vedi il colon che disteso preme sulla capsula del fegato) che funzionali (un impegno digestivo non adatto al tipo di sforzo che si sta compiendo). Un altro elemento fondamentale nell'ambito del nostro discorso è la respirazione durante lo sforzo fisico di tipo aerobico: in relazione alla non perfetta cordinazione tra movimento, lavoro muscolare e atti del respiro possono crearsi delle condizioni di pressione intratoracica che non facilitano, ma che anzi aggravano la difficolta del cuore di cui parlavamo prima. Detto questo, in questi casi ciò che si consiglia è di iniziare lo sforzo fisico di tipo aerobico molto gradatamente, di aumentarlo progressivamente in relazione al grado di allenamento e preparazione fisica, di curare il ritmo respiratorio durante il movimento e di non far intercorrere fattori (quali incongrua fase digestiva, terapie antibiotiche che alterando in quei giorni l'attività intestinale) che possono intervenire direttamente o indirettamente a peggiorare questo sintomo.
Per quanto riguarda il torace carenato potrebbe, nell'ambito dei motivi sia meccanici che di pressione intratoracica di cui abbiamo parlato, contibuire alla manifestazione del dolore.
Cordiali saluti
sempre specificando che questo è un consulto on line e non una visita medica, con tutti i limiti che ne conseguono, provo comunque a dare il mio parere riguardo alla sua domanda: il sintomo che Lei descrive in maniera molto chiara potrebbe essere rocondotto ad un fenomeno parafisiologico abbastanza frequente durante l'attività fisica di tipo aerobico, soprattutto nei soggetti non allenati e non esperti e soprattutto all'inizio dell sforzo o, meno frequentemente (ma in questo caso anche negli agonisti) anche durante un lungo sforzo fisico (sempre di tipo aerobico logicamente). Si tratterebbe di un piccolo e reversibile "scompenso" (sono fondamentali le virgolette) del cuore che, o perchè non allenato al tipo di sforzo in questione, o perchè non pronto all'attività, oppure perchè le condizioni di pressione intratoracica non sono in quel momento congrue, si troverebbe a non riuscire a pompare fuori di se tutto il sangue che durante una attività fisica gli ritorna: uno dei meccanismi di compenso a questa situazione consiste proprio nell'utilizzo di organi "serbatoio"-"spugne" di sangue quali appunto il fegato e la milza che ad ogni ciclo tratterrebbero una quantità di sangue maggiore di quella che normalmente li attraversa proprio per compensare al fatto che il cuore non riesce a "ributtare" in circolo tutto il sangue che gli arriva per l'aumentata attività; il fegato e la milza nel loro interno non hanno terminazioni nervose dolorifiche, quindi come si dice:"il fegato non fa male", ma entrambi sono avvolti da una capsula che invece è riccamente innervata in senso dolorifico ed è proprio la causa di una grande parte dei casi riguardanti il tipo di dolore di cui stiamo parlando. In altri termini, capiterebbe questo: trattenendo più sangue per i motivi che descrivevo prima, il fegato e la milza, ma anche solo uno o l'altro, si troverebbero nell'esigenza di aumentare IN TEMPI MOLTO BREVI il loro volume, con conseguente distensione della suddetta loro capsula e quindi con la manifestazione del dolore di tipo continuo e trafittivo, in genere assolutamente dipendente nella manifestazione e nell'intensità alle fasi della respirazione. Detto questo una non adeguata fase digestiva, una distensione della flessura colica destra (sottoepatica) diventano fattori che intervengono nel complicare o peggiorare il suddetto sintomo, sia per motivi puramente meccanici (vedi il colon che disteso preme sulla capsula del fegato) che funzionali (un impegno digestivo non adatto al tipo di sforzo che si sta compiendo). Un altro elemento fondamentale nell'ambito del nostro discorso è la respirazione durante lo sforzo fisico di tipo aerobico: in relazione alla non perfetta cordinazione tra movimento, lavoro muscolare e atti del respiro possono crearsi delle condizioni di pressione intratoracica che non facilitano, ma che anzi aggravano la difficolta del cuore di cui parlavamo prima. Detto questo, in questi casi ciò che si consiglia è di iniziare lo sforzo fisico di tipo aerobico molto gradatamente, di aumentarlo progressivamente in relazione al grado di allenamento e preparazione fisica, di curare il ritmo respiratorio durante il movimento e di non far intercorrere fattori (quali incongrua fase digestiva, terapie antibiotiche che alterando in quei giorni l'attività intestinale) che possono intervenire direttamente o indirettamente a peggiorare questo sintomo.
Per quanto riguarda il torace carenato potrebbe, nell'ambito dei motivi sia meccanici che di pressione intratoracica di cui abbiamo parlato, contibuire alla manifestazione del dolore.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.9k visite dal 19/02/2008.
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