Visita revedibilità 104 e chiamata a visita diretta
Buonasera,
sono invalida civile con percentuale - riconosciuta dopo due aggravamenti - al 90% non revedibile.
Patologie: artroprotesi d'anca completa, emiparalisi di radiale, disturbo bipolare grave con comportamento psicotico.
Due anni fa, appunto, oltre all'aggravamento ho fatto richiesta per L. 104 art. 3 comma 3 che mi è stato riconosciuto per due anni.
La mia situazione sociale: sposata, sono giornalista ma da anni a causa della patologia psichiatrica, senza lavoro. Non ho famiglia, se non mio marito, unico familiare che lavora come impiegato presso una organizzazione internazionale. Mia madre è ricoverata da tre anni presso una clinica psichiatrica in cura per la stessa patologia, disturbo bipolare.
Da anni sono in terapia stabile con Seroquel, depakin, etc...
La mia vita è drammaticamente cambiata con l'acuirsi dei sintomi e dei cambiamenti repentini d'umore
Vengo al dunque: quest'anno il 25 gennaio, mi sono sottoposta alla visita di revedibilità. Dopo la visita, cui mancava lo specialista psichiatra che ha pensato bene di andarsi a prendere un caffè (...) mi hanno fatta uscire dalla stanza e detto di attendere l'esito (...)
Dopo cinque minuti, è uscito il medico della ASL dicendomi testuali parole: "non possiamo darle la L 104 con art. 3 comma 3. Lei sta bene. Parla in maniera chiara...si vede che non è malata..." Le dico solo che la mia reazione è stata devastante. Ero conmio marito che ha dovuto tentare di calmarmi. A quel punto questo "signore" ha pensato bene di "concedere" un anno ancora di L 104 art. 3 comma 3 chiedendomi però di tornmare l'indomani per avere la certificazione provvisoria (che io ho chiesto, perchè lui diceva che non en avevo diritto...
Oggi, mi arriva una raccomandata dall'INPS, peraltro ad un indirizzo assolutramente errato: un'altra via, addirittura... Mi chiamano a Giugno a visita diretta. C'è scritto chehanno sospeso la procedura
Io mi chiedo: intanto come si possani permettere di trattare così la gente, come sia possibile che lo psichiatra invece di presenziare alla visita se ne vada in giro, come possano in tre minuti di visita considerare il mio stato patologico e l'impatto sociale, e come si possano permettere di NON rilasciare l'art. 3 comma 3 di fronte ad una dettagliatissima documentazione fornita dalla sottoscritta, dove si evince che la patologia ha forti ripercussioni non solo sulla mia salute ma fondamentalmente sulla mia vita quotidiana.
Ora mi chiedo: cosa accadrà alla visita diretta? Io so peraltro, che in caso di patologie psichiatriche gravi come la mia, NON dovevo subire la revedibilità. Possibile che in questa nazione le cose debbano sempre andare al contrario? Ho vissuto per mesi con l'ansia della visita di revedibilità. Ora vivrò con ansia fino a giugno, momento della visita diretta. Basta, non se ne può più.
Grazie per una risposta che possa in quwlche modo sostenermi
sono invalida civile con percentuale - riconosciuta dopo due aggravamenti - al 90% non revedibile.
Patologie: artroprotesi d'anca completa, emiparalisi di radiale, disturbo bipolare grave con comportamento psicotico.
Due anni fa, appunto, oltre all'aggravamento ho fatto richiesta per L. 104 art. 3 comma 3 che mi è stato riconosciuto per due anni.
La mia situazione sociale: sposata, sono giornalista ma da anni a causa della patologia psichiatrica, senza lavoro. Non ho famiglia, se non mio marito, unico familiare che lavora come impiegato presso una organizzazione internazionale. Mia madre è ricoverata da tre anni presso una clinica psichiatrica in cura per la stessa patologia, disturbo bipolare.
Da anni sono in terapia stabile con Seroquel, depakin, etc...
La mia vita è drammaticamente cambiata con l'acuirsi dei sintomi e dei cambiamenti repentini d'umore
Vengo al dunque: quest'anno il 25 gennaio, mi sono sottoposta alla visita di revedibilità. Dopo la visita, cui mancava lo specialista psichiatra che ha pensato bene di andarsi a prendere un caffè (...) mi hanno fatta uscire dalla stanza e detto di attendere l'esito (...)
Dopo cinque minuti, è uscito il medico della ASL dicendomi testuali parole: "non possiamo darle la L 104 con art. 3 comma 3. Lei sta bene. Parla in maniera chiara...si vede che non è malata..." Le dico solo che la mia reazione è stata devastante. Ero conmio marito che ha dovuto tentare di calmarmi. A quel punto questo "signore" ha pensato bene di "concedere" un anno ancora di L 104 art. 3 comma 3 chiedendomi però di tornmare l'indomani per avere la certificazione provvisoria (che io ho chiesto, perchè lui diceva che non en avevo diritto...
Oggi, mi arriva una raccomandata dall'INPS, peraltro ad un indirizzo assolutramente errato: un'altra via, addirittura... Mi chiamano a Giugno a visita diretta. C'è scritto chehanno sospeso la procedura
Io mi chiedo: intanto come si possani permettere di trattare così la gente, come sia possibile che lo psichiatra invece di presenziare alla visita se ne vada in giro, come possano in tre minuti di visita considerare il mio stato patologico e l'impatto sociale, e come si possano permettere di NON rilasciare l'art. 3 comma 3 di fronte ad una dettagliatissima documentazione fornita dalla sottoscritta, dove si evince che la patologia ha forti ripercussioni non solo sulla mia salute ma fondamentalmente sulla mia vita quotidiana.
Ora mi chiedo: cosa accadrà alla visita diretta? Io so peraltro, che in caso di patologie psichiatriche gravi come la mia, NON dovevo subire la revedibilità. Possibile che in questa nazione le cose debbano sempre andare al contrario? Ho vissuto per mesi con l'ansia della visita di revedibilità. Ora vivrò con ansia fino a giugno, momento della visita diretta. Basta, non se ne può più.
Grazie per una risposta che possa in quwlche modo sostenermi
[#1]
Gentile Signora,
nella sezione di questo sito vengono fornite risposte in materia di Medicina Legale e delle Assicurazioni, per supportare gli Utenti che hanno necessità di chiarimenti nei riguardi della materia.
Non è questa la sede adatta per inoltrare reclami nei confronti delle procedure per l'accertamento dell'invalidità civile, in quanto gli Enti a ciò proposti (INPS ed Aziande sanitarie Locali) sono dotati di appositi Uffici per le relazioni con il pubblico, ai quali potrà far presente quanto accaduto nel Suo caso specifico e ricevere le necessarie risposte.
Distinti Saluti.
nella sezione di questo sito vengono fornite risposte in materia di Medicina Legale e delle Assicurazioni, per supportare gli Utenti che hanno necessità di chiarimenti nei riguardi della materia.
Non è questa la sede adatta per inoltrare reclami nei confronti delle procedure per l'accertamento dell'invalidità civile, in quanto gli Enti a ciò proposti (INPS ed Aziande sanitarie Locali) sono dotati di appositi Uffici per le relazioni con il pubblico, ai quali potrà far presente quanto accaduto nel Suo caso specifico e ricevere le necessarie risposte.
Distinti Saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
[#2]
Utente
...Infatti il mio non è un "reclamo" ma semplicemente una richiesta di chiarimento sul perchè della visita diretta dopo che mi è stato detto che me la "concedevano" per un anno. E non è un "accertamento dell'invalidità" come Lei ha scritto, ma palesemente - come ho spiegato in dettaglio - una revisione della L. 104 art. 3 comma 3.
Grazie lo stesso
Saluti
Grazie lo stesso
Saluti
[#3]
Spett.le Utente,
al termine della visita Le hanno verbalmente ed inopportunamente anticipato un esito, che poi probabilmente è stato modificato in sede di redazione del definitivo verbale.
Infatti nei casi in cui il parere della Commissione che La ha visitata non sia unanime, la procedura prevede che l’INPS sospenda l’invio del verbale e acquisisca gli atti, che vengono quindi esaminati dal Responsabile del Centro Medico Legale dell’Istituto. Questi può validare il verbale entro 10 giorni, oppure procedere ad una nuova visita nei successivi 20 giorni.
Certamente se la visita di revisione è di gennaio, e la convocazione Le viene notificata a giugno, vi è un notevole ritardo rispetto a quanto previsto dalla citata procedura.
Ciò vale perlatro sia per le prime istanze, che per gli aggravamenti o per le revisioni, sia per i casi previsti dalla Legge 118/71, Legge 18/80 e Legge 508/88, sia per i casi previsti dalla Legge 104/92, a domanda o d'ufficio.
Ancora Distinti Saluti.
al termine della visita Le hanno verbalmente ed inopportunamente anticipato un esito, che poi probabilmente è stato modificato in sede di redazione del definitivo verbale.
Infatti nei casi in cui il parere della Commissione che La ha visitata non sia unanime, la procedura prevede che l’INPS sospenda l’invio del verbale e acquisisca gli atti, che vengono quindi esaminati dal Responsabile del Centro Medico Legale dell’Istituto. Questi può validare il verbale entro 10 giorni, oppure procedere ad una nuova visita nei successivi 20 giorni.
Certamente se la visita di revisione è di gennaio, e la convocazione Le viene notificata a giugno, vi è un notevole ritardo rispetto a quanto previsto dalla citata procedura.
Ciò vale perlatro sia per le prime istanze, che per gli aggravamenti o per le revisioni, sia per i casi previsti dalla Legge 118/71, Legge 18/80 e Legge 508/88, sia per i casi previsti dalla Legge 104/92, a domanda o d'ufficio.
Ancora Distinti Saluti.
[#5]
Utente
Salve
ho appena subito la viosita diretta INPS,
Sorvolo sulla metodologia
Mi sono fatta accompagnare dal mio medico specialista nella patologia di cui soffro. Ho presentato tuttele certificazioni aggiornate che palesemente parlano di aggravamento della stessa e di patologia non curabile
L'impatto sociale della mia patologia è molto alto ed inoltre posso contare solo su mio marito, che lavora come impiegato
Il risultato della visita diretta: 1 anno di L. 104 art. 3 comma 3 quando due anni fa mi era stata "concessa" per due anni con patologia grave ma non aggravata come ora
a causa della mia patologia, non posso lavirare e difatti, non lavoro dal 2008.
Inoltre, la mia patologia, rientrerebbe fra quelle cui non è rochiesta la revedibilità
E' consigliabile fare un ricorso?
Grazie
ho appena subito la viosita diretta INPS,
Sorvolo sulla metodologia
Mi sono fatta accompagnare dal mio medico specialista nella patologia di cui soffro. Ho presentato tuttele certificazioni aggiornate che palesemente parlano di aggravamento della stessa e di patologia non curabile
L'impatto sociale della mia patologia è molto alto ed inoltre posso contare solo su mio marito, che lavora come impiegato
Il risultato della visita diretta: 1 anno di L. 104 art. 3 comma 3 quando due anni fa mi era stata "concessa" per due anni con patologia grave ma non aggravata come ora
a causa della mia patologia, non posso lavirare e difatti, non lavoro dal 2008.
Inoltre, la mia patologia, rientrerebbe fra quelle cui non è rochiesta la revedibilità
E' consigliabile fare un ricorso?
Grazie
[#6]
Gentile Signora,
le procedure per i ricorsi giudiziali in ambito invalidità civile sono attualmente disciplinate da una normativa, entrata in vigore dal 01-01-2012:
https://www.medicitalia.it/blog/medicina-legale-e-delle-assicurazioni/1244-nuove-modalita-di-ricorso-giudiziario-per-l-invalidita-civile.html
Il ricorso in giudizio presenta degli oneri a carico della parte ricorrente, oltre al rischio, in caso di soccombenza, di essere obbligata a pagare le spese di giudizio.
A mio parere vanno quindi analizzati attentamente quelli che possono essere gli eventuali benefici in caso di vittoria, per verificare che sussista un'effettiva indicazione a procedere.
Nel Suo caso specifico, in caso di accoglimento del ricorso potrebbe ottenere il riconoscimento dei benefici della Legge 104/92, art.3, comma 3 per un periodo maggiore di un anno: ma ciò non La porrebbe in condizione di essere esonerata dalle revisioni, che l'Istituto Previdenziale ha facoltà di effettuare, indipendentemente dall'indicazione della rivedibilità nel verbale.
Inoltre, in sede di accertamento tecnico preventivo, l'Istituto potrebbe richiedere che al CTU venga posto il quesito circa la sussistenza del grado di invalidità, con ulteriore rischio di veder riformata la percentuale a suo tempo riconosciutaLe.
Non so se valga la pena di farsi carico degli oneri ed affrontare i rischi che Le ho fatto presente, prima della scadenza dei benefici che già Le sono stati concessi.
Ancora Distinti Saluti.
le procedure per i ricorsi giudiziali in ambito invalidità civile sono attualmente disciplinate da una normativa, entrata in vigore dal 01-01-2012:
https://www.medicitalia.it/blog/medicina-legale-e-delle-assicurazioni/1244-nuove-modalita-di-ricorso-giudiziario-per-l-invalidita-civile.html
Il ricorso in giudizio presenta degli oneri a carico della parte ricorrente, oltre al rischio, in caso di soccombenza, di essere obbligata a pagare le spese di giudizio.
A mio parere vanno quindi analizzati attentamente quelli che possono essere gli eventuali benefici in caso di vittoria, per verificare che sussista un'effettiva indicazione a procedere.
Nel Suo caso specifico, in caso di accoglimento del ricorso potrebbe ottenere il riconoscimento dei benefici della Legge 104/92, art.3, comma 3 per un periodo maggiore di un anno: ma ciò non La porrebbe in condizione di essere esonerata dalle revisioni, che l'Istituto Previdenziale ha facoltà di effettuare, indipendentemente dall'indicazione della rivedibilità nel verbale.
Inoltre, in sede di accertamento tecnico preventivo, l'Istituto potrebbe richiedere che al CTU venga posto il quesito circa la sussistenza del grado di invalidità, con ulteriore rischio di veder riformata la percentuale a suo tempo riconosciutaLe.
Non so se valga la pena di farsi carico degli oneri ed affrontare i rischi che Le ho fatto presente, prima della scadenza dei benefici che già Le sono stati concessi.
Ancora Distinti Saluti.
[#7]
Utente
Per ciò che riguarda la mia invalidità (90%) non è rivedibile.
In effetti, da ciò che mi dice, sembra addirittura che ricorrere possa semmai aggravare la situazione
Mi chiedo comunque, come si possa procedere in questa maniera, oltretutto in commissione manca quasi sempre lo specialista della patologia di cui soffre il paziente e non mi sembra una pratica equa, ammesso che di equo sia rimasto qualcosa.
Ho sorvolato sul metodo utilizzato durante la visita diretta per non scadere nella polemica, ma le assicuro che anche il mio medico specialista è uscito allibbito: una delle tre persone della commissione, ha fatto di tutto per scatenarmi una crisi nervosa. E palesemente, era li solo per quello...
Così, come molti, mi ritrovo in un costante stato di stress in attesa della prossima visita, in attesa del prossimo "verdetto", della prossima "santa inquisizione".
Stress che peraltro, non giova alla mia patologia psichiatrica.
La ringrazio per la risposta
In effetti, da ciò che mi dice, sembra addirittura che ricorrere possa semmai aggravare la situazione
Mi chiedo comunque, come si possa procedere in questa maniera, oltretutto in commissione manca quasi sempre lo specialista della patologia di cui soffre il paziente e non mi sembra una pratica equa, ammesso che di equo sia rimasto qualcosa.
Ho sorvolato sul metodo utilizzato durante la visita diretta per non scadere nella polemica, ma le assicuro che anche il mio medico specialista è uscito allibbito: una delle tre persone della commissione, ha fatto di tutto per scatenarmi una crisi nervosa. E palesemente, era li solo per quello...
Così, come molti, mi ritrovo in un costante stato di stress in attesa della prossima visita, in attesa del prossimo "verdetto", della prossima "santa inquisizione".
Stress che peraltro, non giova alla mia patologia psichiatrica.
La ringrazio per la risposta
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 10.8k visite dal 23/05/2012.
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