Dolore lombare e deficit neurologici: cosa fare?

Salve a tutti, sono un ragazzo di 36 anni, da settembre dello scorso anno ho iniziato ad accusare forti dolori lombari con improvvisi mancamenti di forza e sensibilità, formicolii e sensazioni di ghiaccio nella gamba destra, oltre che al continuo stimolo di urinare... dopo una prima risonanza mi fu diagnosticato una protrusione discale l4-l5 che inizialmente è stata "occultata" facendo una termoablazione delle faccette, senza beneficio, a settembre di questo anno hanno tentato una discolisi che ha ridotto la protrusione si... ma senza nessun beneficio anche questa volta.
Ho fatto una risonanza con sequenza stir il 9 di novembre dopo 40 giorni dalla discolisi che ha si fatto vedere la riduzione della protrusione ma ha evidenziato che allo stesso livello non ho piu praticamente spazio nel canale spinale dove risiedono le radici nervose se non ho mal capito.
Fatto sta che dopo decine di tentativi, cure farmacologiche, infiltrazioni lombari nessuno sa trovare una soluzione definitiva e il tenore della mia vita ormai è paragonabile ad un anziano novantenne, poiché i dolori sono talmente acuti che ormai camminare, stare in piedi e anche solo distendermi o stare seduto è un calvario.
Ho dovuto lasciare lo sport e purtroppo anche a lavoro va male perché molto spesso a malapena riesco a mettermi in piedi.
So che la sola spiegazione verbale può essere mal spiegata o non esaustiva per voi ma magari qualcuno riesce a intuire cosa mi gioverebbe.
Da premettere che ad oggi nemmeno i cerotti di lidocaina o di fenpatch da 25, e neppure varie tipologie di iniezioni mi hanno aiutato anche solo per alleviare il dolore... grazie a chi risponderà.
Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.7k 361
Gentile Utente,
da quanto descrive emerge un quadro clinicamente molto significativo, che merita alcune considerazioni chiare perché i sintomi contano più delle immagini. Lei riferisce: dolore lombare severo e persistente, disturbi sensitivi e motori all’arto inferiore destro, sensazioni disestesiche ( ghiaccio , formicolii), disturbi urinari (stimolo continuo) e grave limitazione funzionale nonostante terapie multiple. Questo insieme di sintomi non è compatibile con una semplice protrusione banale , soprattutto se persistente da oltre un anno.
Lei ha già effettuato: termoablazione delle faccette articolari, discolisi, infiltrazioni nonché terapie farmacologiche importanti (oppioidi compresi). Purtroppo, senza un significativo beneficio clinico.
Quando più trattamenti conservativi e mini-invasivi falliscono, a mio avviso il problema non è più come trattare , ma se la diagnosi iniziale sia sufficiente a spiegare i sintomi.
Il dato che riferisce sull’ultima RM è cruciale: marcata riduzione dello spazio del canale spinale e
possibile sofferenza delle radici nervose. Questo quadro è compatibile con una stenosi del canale lombare con conflitto radicolare significativo. In presenza di: dolore ingravescente, deficit neurologici (anche fluttuanti) e disturbi sfinterici, la sola riduzione volumetrica della protrusione non è sufficiente se permane una compressione funzionale. In modo particolare, i disturbi urinari NON vanno sottovalutati. Lo stimolo urinario continuo, associato a dolore e disturbi neurologici, non va mai banalizzato. Non significa automaticamente una sindrome della cauda equina, ma è un segnale di possibile coinvolgimento neurologico che rafforza l’indicazione a una rivalutazione specialistica approfondita.
Sulla base di quanto riferisce, è indicato: consulto neurochirurgico specialistico con visione diretta delle immagini RM, valutazione della congruità tra quadro clinico e imaging in ordine alla considerazione di un trattamento chirurgico decompressivo, se confermata una stenosi sintomatica.
A 36 anni, con un quadro così invalidante e refrattario alle terapie, continuare solo con trattamenti palliativi non è una soluzione. Il concetto fondamentale è che la chirurgia non si decide sulla risonanza, ma sulla disabilità, sulla durata dei sintomi, sul fallimento delle terapie conservative e principalmente sulla presenza di segni neurologici. E nel suo resoconto anamnestico, questi elementi sono tutti presenti.
Conclusione:
Capisco la frustrazione e la stanchezza che traspaiono dal suo messaggio.
Il quadro che descrive non è più compatibile con una semplice gestione conservativa, e merita una valutazione neurochirurgica strutturata, senza ulteriori tentativi a tempo perso .
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
https://neurochirurgomaurocolangelo.it/

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