Mio padre nel '96 è stato colpito da emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma cerebrale

Gentili dott.ri,

mio padre nel '96 è stato colpito da emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma cerebrale. Si è ripreso abbstanza bene nonostante le complicanze del caso (vasospasmo, idrocefalo, complicanze respiratorie), e un'area malacica in regione parietale dx che non gli ha impedito una discreta ripresa generale. Lo scorso agosto mio padre è caduto rovinosamente, provocandosi oltre ad una frattura del collo del femore, un ematoma subdurale con caratteristiche croniche. E' stato pertanto operato di evacuazione dell'ematoma (non senza problemi - risanguinamento con reintervento urgente, e pneumoencefalo) e di endoprotesi. Anche in questo caso la ripresa sembra discretamente buona; il pneumoencefalo è praticamente risolto, e mio padre sta riprendendo lentamente la deambulazione con l'ausilio di una stampella.

In seguito all'esame tomografico eseguito prima della trafila chirurgica, si è ritenuto opportuno effettuare una angio-TAC, per un sospetto aneurisma.

Dalle risultanze, è stato confermato un piccolo aneurisma sacciforme della dimensione di 4-5 mm, parzialmente calcifico, nella regione posteriore dell'encefalo. Il neurochirurgo che lo ha in cura, nel quale riponiamo grande fiducia, ha consigliato di evitare ogni trattamento (sostanzialmente di carattere endoscopico, escludendo categoricamente l'ipotesi chirurgica), data la limitata probabilità di rottura della malformazione (quantificata in 0.5%/anno), l'età (ca. 74 anni), i rischi connessi all'intervento, e i ripetuti insulti cerebrali.

Il pensiero di convivere con paure che in famiglia credevamo accantonate non è confortante, pertanto in questo momento una seconda opinione in merito o una indicazione di una ulteriore consulenza professionale mi risulterebbe davvero graditissima.

Fiducioso in un consiglio competente, porgo cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. Signore,
non ho ben compreso se nel '96 Suo padre è stato poi operato per l'aneurisma che ha sanguinato, oppure no.
Per quanto riguarda il riscontro di questo ulteriore aneurisma ( o è sempre lo stesso?)la risposta non è facile soprattutto non avendo chiaro tutto l'iter clinico.
Le piccole dimensioni,la parziale calcificazione e tenendo conto dello stato generale di Suo padre, concorderei anch'io con quanto espresso dai colleghi.

Cordialmente

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Dr. Diego Garbossa Neurochirurgo, Microchirurgo 57 1
Caro utente,
credo che il suo neurochirurgo curante abbia ponderato la situazione e i rischi|benefici delle diverse procedure prima di consigliare un "non trattamento". Mi fiderei assolutamente di ciò che dice... Ovviamente un aneurisma non trattato ha sempre un rischio di sanguinamento... Specie se un altro aneurisma ha già sanguinato. MA la cura di un aneurisma non è priva di rischi e quindi va valutata " sul paziente".
I miei migliori auguri...
D. Garbossa

Dr. D. Garbossa,Specialista in Neurochirurgia A.O. Città della Salute e della Scienza,"Molinette", Torino
Università di Torino

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Dr. Claudio Bernucci Neurochirurgo 88 1 1
Egr Sig.re,
in effetti dalle sue parole non si capisce se nel 1996 l'aneurisma sia stato trattato oppure no.
Se l'aneursima diagnosticato adesso è un nuovo aneurisma, considerando le sue caratteristiche, l'età del papà e le condizioni cliniche generali, allora il non fare nulla appare la scelta più razionale.
Se fosse possibile avere maggiori informazioni e magari anche il referto dell'Angio-Tc, potremmo fornirle una risposta più adeguata.

Le indicazioni su riportate non possono sostituire il giudizio medico fornito in prima persona dal sottoscritto o da altri colleghi

[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2024
Ex utente
Gentilissimi dottori,

vi ringrazio di cuore per il tempo e l'interessamento dedicatomi. Allo scopo di consentirvi di comprendere più approfonditamente la questione, vi sottopongo qualche elemento aggiuntivo.

L'aneurisma scoperto così dolorosamente nel '96 era localizzato lungo l'arteria cerebrale media dx, e venne chiuso con clip metallica durante un intervento d'urgenza per un vasospasmo sopraggiunto circa due settimane dopo il sanguinamento. Ancora, venne operato di derivazione ventricolo-atriale del liquor, per l'idrocefalo che ne conseguì.

Ripresosi, in questi 14 anni mio padre ha sempre goduto di una salute abbastanza buona, eccezion fatta per l'evento di natura traumatica che lo ha colpito di recente (rottura collo femore sx + ematoma subdurale cronico sx). Durante l'ospedalizzazione, durata più di mese, gli è stata praticata una terapia eparinica per mitigare il rischio trombo-embolitico, sospesa a cavallo dell'intervento neurochirurgico.

Il "nuovo" aneurisma è stato quindi scoperto in via del tutto accidentale. Il referto dell'angio-TAC recita:

"Esiti di craniotomia [...]. Artefatti da clip a livello della valle silviana destra, da tale lato ipodensità malacica fronto-temporale; sistema derivativo del liquor [...]; esito malacico basinucleare sinistro (NdA: questa lesione è "recente", e risale al periodo della ospedalizzazione). A sede retrobulbare sinistra si apprezza formazione ovolare, parzialmente calcifica, che all'esame angio-TC si rivela essere un aneurisma sacciforme della PICA (4x5 mm)."

Le condizioni attuali di mio padre sono discretamente buone; gli esami del sangue non rilevano nulla di anomalo, e la protesi femorale appare funzionare ottimamente. Difatti, mio padre sta riprendendo lentamente la deambulazione e la parziale autonomia.

Spero che queste ulteriori chiarificazioni possano esservi di aiuto. In famiglia siamo molto preoccupati, e desidereremmo di cuore qualche elemento aggiuntivo sui rischi connessi alla eventuale embolizzazione e alla via "non interventista". Tengo a sottolineare la fiducia che riponiamo nel neurochirurgo curante, ma in questi casi la "fame" di informazioni di noi familiari da parte di più fonti competenti credo possa essere comprensibile.

Ringraziandovi ancora una volta, e scusandomi per la prolissità del mio post, vi porgo i miei più cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
il "nuovo" aneurisma è in una zona relativamente più complessa rispetto alla sede del primo aneurisma già operato.
Se esso è parzialmente calcificato le possibilità di una rottura sono inferiori, mentre il rischio di complicanze dell'intervento anche di embolizzazione ( ammessa la fattibilità) sono mediamente alte.
Credo che il collega,in cui Lei giustamente ripone fiducia, Le abbia consigliato per il meglio.

Cordiali saluti