Mannitolo

Buongiorno,non so se questa sia la sezione adatta,ma dato che l'anno scorso il mannitolo e' stato fatto in neurochirurgia ho pensato di chiedere a voi.
Mio padre operato 19 mesi fa di un glioblastoma trattato con radio+temodal e con conseguente recidiva venne ritrattato con una nuova radioterapia piu temodal.
Da qualche mese e' peggiorato non si alza piu e' ha difficolta nel linguaggio,nela pet effettuata a dicembre e' evidente un diffuso edema.L'oncologa per fare in modo che l'edema diminuisse decise di aumentare il cortisone che non risolse il problema,anzi ha aggravato le condizioni di mio padre.Da 5 giorni fa il mannitolo 100cc la mattina(lentamente dura 3 ore) e 100cc il pomeriggio,(sempre 3 ore)
Il primo giorno mio padre era in uno stato comatoso,sbadatamente il secondo giorno non mi sono resa conto di aver aperto un po' troppo il "rubinetto"della flebo e cosi nella vina di mio padre sono finiti 300cc di manniolo nel giro di un ora.La cosa strana e che' si e' ripreso bene dopo questa dose.Dipendera' dalla velocita' in cui il mannitolo e' arrivato al cervello?
Il mannitolo va fatto lentamente oppure un po' piu veloce?
La diuresi e' buona.
GRAZIE E BUON LAVORO
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Neurochirurgo attivo dal 2003 al 2020
Neurochirurgo
Gentile Signora,
purtroppo credo che già sappia che la diagnosi della neoplasia di suo padre non lascia presagire niente di buono.Purtroppo attualmente solo un paziente su quattro sopravvive a due anni dalla diagnosi, nonostante il trattamento venga eseguito al meglio possibile. Di regola se l'intervento iniziale ha consentito di asportare in maniera apparentemente totale il tumore, sono indicati la radioterapia e la chemioterapia (oggi eseguita in prima istanza con la temozolomide). Alla recidiva, se le condizioni cliniche lo permettono e se questa si è verificata dopo almeno 8 mesi dal primo intervento, si può prendere in considerazione un eventuale reintervento modificando successivamente il regime chemioterapico o anche scegliendo di riprendere la temozolomide (eventualmente con una diversa posologia). Meno probabilmente si riesegue la radioterapia per evitare di aumentare i problemi legati al suo uso sul tessuto cerebrale. Quando tutto ciò non è possibile si può anche scegliere direttamente di modificare il dosaggio della temozolomide.
Nel caso di suo padre (già 19 mesi dalla diagnosi)mi pare di capire che non sia stato rioperato alla recidiva e che l'evidente edema (alla PET ??) sia legato da un lato allo stesso tumore dall'altro alla nuova radioterapia.In ogni caso la migliore valutazione la potrà fare l'oncologa che lo sta seguendo perchè ha presente l'intero iter di suo padre. Di regola comunque il mannitolo è un farmaco d'emergenza che viene somministrato rapidamente in boli (100-150 cc a goccia rapida, anche nel giro di 15 minuti) perchè è in grado di far ridurre in tempi brevi l'aumentata pressione endocranica legata all'edema. Per questo le consiglio di somministrarlo rapidamente in bolo per ottenere una più efficace risposta, ma insieme al cortisone che è più indicato a trattare l'edema da tumore. Infine controlli periodicamente gli elettroliti nel sangue (sodio, potassio, cloro) perchè il mannitolo può squilibrarli.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Dottore grazie per la sua risposta,so che tipo di tumore ha mio padre,fin dalla diagnosi nessuno e' stato ottimista.IL Tumore e' stato scoperto ad agosto08,a settembre 08 e' stato operato con asportazione totale della massa(situata in zona fronto-parietale destra),durante l'intervento il neurochirurgo mise 3wafers di gliadel.Dopo 20 giorni mio padre effettuo35 sedute di radioterapia in concomitanza con temodal da 140mg.Purtroppo il tumore recidivo' solo dopo tre mesi piu due nuovi focolai,nonostante mio padre facesse il temodal,il neurochirurgo che lo opero' ci disse subito che si trattava di una recidiva piu' due nuovi focolai,l'oncologo fu un po' scettico e opto' per radionecrosi.tutto sommato a noi familiari faceva comodo credere a quest'ultima versione anche perche' papa non aveva nessun segno di peggioramento.A marzo 09 una rm mostra progressione di malattia,la recidiva si era unita ai due focolai formando una massa di 8,5x5.8x8,6cm.AD aprile 09 si decise per un nuovo intervento,purtoppo il giorno dell'operazione mio padre stranamente entro' in coma,i medici ci dissero che l'avrebbero pompato di mannitolo(1000cc)in modo da poter affrontare il viaggio in aereo per tornare in sardegna,non piu di 3gg di vita cosi sentenziarono.Grazie al cielo mio padre si riprese bene e non ebbe problemi.(da aprile 09 a giugno 09 furono sospese tutte le terapie,a parte cortisone e keppra)Giugno 09 nuova rm, il tumore regredisce di 2cm,ma non si sa perche "sfocia"nella breccia chirurgica.
Comunque mio padre fece una nuova radioterapia di 7gg piu' temodal.dopodiche effettuo temodal one week on one week off fino a marzo 2010.La pet gli fu' prescritta da un neuroncologo dato che dalle rm non si capiva quale fosse necrosi e quale tumore dato che le sue condizioni generali sono state sempre stabili.
A dicembre 09 dopo aver effettuato la pet(faceva anche il temodal)ebbe un crollo totale,mi ricordo che entammo in medicina nucleare in sedia a rotelle,,e per uscire dovemmo chiedere aiuto al 118 per metterlo su una barella e portarlo a casa.
La pet a mio parere fu un grosso sbaglio dato che nessun oncologo e' riuscito ad interpretarla.(tutti i dottori mi hanno sempre detto che non si puo' paragonare una pet ad una risonanza)
Dottore che le devo dire,so che tumore sia il gbm,pero' so anche che fin c'e' qualcosa da fare si fa,non e' giusto abbandonare un paziente a se stesso.bisogna lottare.
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Neurochirurgo attivo dal 2003 al 2020
Neurochirurgo
Gentile Signora, capisco benissimo cosa voglia dire una diagnosi di glioblastoma. Dopo averli operati seguo personalmente tanti di questi pazienti nei problemi che hanno con le loro cure. Pur non avendo modo di vedere la RM che suo padre ha eseguito tre mesi dopo la fine della radioterapia penso anch'io che fosse difficile che a quel tempo si trattasse già di una recidiva (a meno che l'asportazione non sia stata realmente totale e allora si sarebbe trattato dell'avanzamento di un residuo tumorale). Probabilmente le sarà stato detto che il temodal ha anche una funzione di potenziamento della radioterapia: ciò comporta un aumento di probabilità di segni di radionecrosi alle RM successive.I segni visti in quella RM quindi potevano essere anche radionecrosi. Inoltre è stata recentemente osservata una strana cosa: una cosidetta "pseudoprogressione" (la cui esatta causa è ancora discussa), ovvero la comparsa di segni di apparente progressione della malattia dopo alcuni mesi dalla fine della radio che, nei mesi successivi, regredisce.Potrebbe essersi quindi trattato di questo, anche perchè riesce davvero difficile pensare che un paziente con una massa delle dimensioni da lei riportate si riesca dopo qualche tempo a riprendere.In questi casi dubbi la PET, se correttamente eseguita, è in grado di fornire utilissime informazioni (mi sembra strano che non sia stata ben interpretata da nessun oncologo) a prescindere da quanto faccia vedere la RM. Al di là di tutto comunque credo che fin quando l'oncologo ne ravviserà l'indicazione e le condizioni generali lo consentano sia utile che suo padre prosegua nell'assumere il temodal nella maniera attuale, tenendo anche sempre presente una buona copertura antitrombotica.
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,in effetti anche a noi sembrava strano che mio padre potesse stare bene con una massa tumorale cosi grande.Comunque adesso siamo rimasti a piedi non abbiamo piu' un oncologa "fissa" che ci segue.La dottoressa che seguiva fino a poco tempo fa ha deciso di non fare piu la chemio,dice che non c'e' piu' niente da fare.
Questa frase ormai la sento dire dal giorno della diagnosi.
Mio padre non ha mai fatto una terapia antitrombotica.
Le allego una parte di storia clinico di mio padre
STORIA CLINICA E QUESITO DIAGNOSTICO
Settembre 08 asportazione di glioblastoma motorio destro attraverso craniotomia parietale destra rt.Gennaio o9 progressione di malattia. 21/09/09RM encefalo:in sede parietale posteriore parasaggitale destra esiti di precedente intervento chirurgico,e a livello parenchimale estesa area di anomalo alterato segnale che coinvolge quasi interamente il lobo parietale,da riferire a residui recidiva della nota patologia di base e che presenta inoltre numerose formazioni contigue dalle analoghe caratteristiche di segnale,da disseminazione multicentrica piu' evidente rispetto al precedente esame;sul centro semiovale destro adiacente alla parete laterale della cella media,sul trigono e sul corno temporale del ventricolo destro,sullo splenio del corpo calloso con estensione contro laterale;altre aree piu' piccole sono presenti sul lobo temporale,sull'emisezione destra del mesencefalo,sul braccio posteriore della capsula interna destra.Concomita diffusa edema/infiltrazione della sostanza bianca dell'emisfero destro con compressione/deviazione a sinistra del sistema ventricolare.
PET. 12/12/09
Esame effettuato a digiuno,con tecnica pet/tc 30minuti dopo somministrazione endovenosa di[18f]fdg.durata 5minuti in modalita "3D"
Focale iperfissazione del tracciante in sede parietale parasaggitale destra perifericamente all'ampia erea ipoattiva,esito del pregresso intervento.ALTRE aree ipermetaboliche, di aspetto cercinato con porzione centrale ipoattiva,come per procasso necrotico-colliquativo e cercine periferico iperfissante,a livello del centro semiovale in prossimita del lobulo paracentrale,del lobo temporale,del corpo calloso con esrtensione contro laterale;concomitano piccole focalita' disseminate diffusamente.
Conclusioni:quadro indicativo di multiple localizzazioni di malattia ad elevata attivita' metabolica.
La pet e' stata confrontata con la risonanza effettuata a settembre 09.
Dottore io per l'amor di Dio non sono un medico ma nella risonaza mi sembra che ci siano piu punti colpiti dal tumore.
La ringrazio
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Neurochirurgo attivo dal 2003 al 2020
Neurochirurgo
Gentile Signora,
non è tanto la Risonanza quanto certamente la PET a confermare la presenza di più aree di localizzazione del tumore. Se non vado errato con la PET siamo a 15 mesi dalla diagnosi e dall'intervento (che, tra l'altro, per la sede particolarmente vicina ad aree importanti come la motoria, non credo sia stato con certezza con asportazione radicale). L'attuale diffusione della malatta in più punti all'interno del cervello fa pensare ad una maggiore aggressività acquisita dal tumore e, se le condizioni generali non lo consentono, si potrebbe anche condividere l'opinione della sua oncologa. Tuttavia mi sento di consigliarle, dato che non è possibile valutare visivamente la situazione, di sentire un altro parere neuro-oncologico e solo dopo questo astenersi dal procedere con altre terapie.
Cordiali saluti