Ernia recidiva l5-s1

Riassumo la mia situazione, ho iniziato a soffrire di mal di schiena da quando avevo 17 anni (oggi ne ho 39), effettuata la TAC mi viene diagnosticata un’ernia L4-L5 dx non espulsa, terapie farmacologiche più fisioterapiche in qualche modo mi hanno consentito di superare la fase critica durata circa un mese. Periodicamente comunque accusavo forti dolori lombari che tenevo sotto controllo con terapie farmacologiche.
Nel giugno del 2004 (età 31 anni) rimango bloccato con la gamba sn, non riuscivo più a deambulare. Mi sono recato al pronto soccorso e mi hanno diagnosticato una ernia espulsa L5-S1. Ricovero d’urgenza ed intervento. Sembrava avessi recuperato tutte le funzionalità motorie. Accusando un torpore nelle ultime tre dita del piede sn accompagnate da scarsa sensibilità. Tutto sommato riuscivo a vivere una vita quasi normale.
Nell’agosto del 2011 un nuovo episodio; questa volta da tutto il tratto lombare si irradiavano delle “scosse elettriche” che mi facevano rovinare per terra. Ho provato con cure farmacologiche al cortisone ma nessuna risposta anzi peggioravo progressivamente. La gamba dx si era completamente bloccata, mi reco nuovamente al pronto soccorso dove mi viene diagnosticato quanto segue: (recito da esame RM)
Rettilinizzazione della fisiologica curvatura lordosica del rachide lombare, notevole riduzione del tono idrico dei dischi intersomatici compresi tra L3-L4,L4-L5 ed L5-S1. Esiti di emilaminectomia sn di L5 con recidiva di materiale espulso disposto parzialmente in sede posterolaterale sn a determinare discreta compressione intraforaminale della radice sn. In corrispondenza di L4-L5 si apprezza ernia espulsa posterolaterale dx con impegno foraminale completo. L3-L4 bulging anulare senza effetti compressivi. Nuovo ricovero, altro intervento; mi viene asportato, con tecnica microchirurgica, tra L4-L5 un frammento di circa 2,5 cm. Non procedendo a discectomia.
Convalescenza di circa 60gg e riprendo a lavorare, sempre però accusando dei fastidi sia sulla gamba dx che sn.
Nel febbraio 2012 mi blocco nuovamente, effettuo una RM che recita quanto segue:
Esiti di pregressi interventi chirurgici a livello dei dischi L4-L5 e L5/S1 che presentano spessore ed intensità ridotti. A livello L5-S1 ernia discale ad estrinsecazione prevalentemente sn, con obliterazione del recesso radicolare omolaterale e contatto con radice S1. Si associano alterazioni margino-somatichedi significato algodistrofico(MODICII).
Ad oggi continuo ad accusare fastidi che talvolta diventano dolori su entrambe gli arti inferiori con associati formicolii e torpore. Ho effettuato un primo ciclo di 10 sedute di ginnastica posturale e 20 sedute di fisioterapia(magnetoterapia,TENS, jonoforesi, ultrasuoni) tra maggio e metà agosto, però non apprezzo risultati evidenti.Chiedo cortesemente quale strada intraprendere per migliorare la qualità della vita.Esistono nuove tecniche terapeutiche, fisioterapiche interventi mininvasi che posso valutare?
Ringrazio cordialmente
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Nel Suo caso, vanno sicuramente ancora tentati i trattamenti conservativi e se questi non sortiscono alcun effetto, o se le condizioni di vita sono ostacolate in maniera cospicua (in particolare se vi è qualche deficit motorio agli arti inf., specie se con tendenza all'ingravescenza, od un disturbo, anche solo iniziale, nel controllo degli sfinteri) appare indicato un intervento decompressivo delle radici nervose spinali.

Per quanto concerne la tecnica chirurgica, sicuramente oggigiorno può essere utilizzata la via mininvasiva che, oltre ad avere un minimo approccio cutaneo, ha il vantaggio di poter essere praticata in anestesia locale con eventuale blanda sedazione e con strumentario smusso in modo da scollare/divaricare solamente i tessuti fino a giungere sul campo operatorio ove vengono utilizzati gli strumenti adatti... per la decompressione della struttura meningo-radicolare.
Se ha piacere, per questa tecnica mininvasiva, legga i miei articoli, sull'argomento, che ho pubblicato in MinForma.
Le auguro un pronto miglioramento, in attesa di ulteriori informazioni.
Cordialità

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
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Egr. dottore,
La ringrazio per la cortese e celere risposta. Mi sembra di capire che solo il tempo potrà dirmi se la terapia conservativa che sto praticando sarà efficace. La mia speranza era quella di trovare un celere rimedio per ridurre tutte le limitazioni che comunque devo esercitare quotidianamente per evitare di rimanere nuovamente bloccato; è triste non poter prendere in braccio il proprio figlio ( 29 mesi) quando ti chiede "papà in braccio".
Mi è di conforto saper che nella malaugurata ipotesi, la terapia conservativa non dovesse funzionare posso sempre avvalermi di tecniche non invasive.

Cordiali saluti
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Auguri cordiali a codesto Papà.