Deficit tibiale anteriore

salve, ho sentito parlare di un tipo di intervento denominato "transfer tibialis" se non ho capito male. può essere utile per un problema di deficit del muscolo tibiale anteriore dovuto ad un'ernia espulsa l4-l5 molto voluminosa? faccio presente che non ho ancora eseguito l'emg in quanto mi è stato consigliato di farla dopo 5-6 mesi dall'intervento (la eseguirò a novembre). grazie
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Da come capisco il deficit è insorto in relazione alla compressione della radice spinale a L4-L5 e, quindi, il danno neurologico è a quel livello (sostanzialmente, all'interno della colonna vertebrale lombare).
Non mi pare che pensare ad un intervento a livello di un nervo periferico possa risolvere il problema.
Più realisticamente, Lei dovrebbe poter beneficiare di cicli di fisioteralia, per cui, se non è stata proprio tranciata la radice spinale, solitamente si può avere una ripresa, più o meno completa, della funzionalità dei muscoli dipendenti dalle radici nervose interessate.
Cordialmente.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
Utente
in effetti il piede riesco un pochino a sollevarlo, però si stanca molto facilmente e dopo un pò faccio fatica a camminare? secondo lei questo significa che la radice non è stata tranciata del tutto? l'ultimo fisiatra che mi ha visitato ha valutato in F3 il deficit di forza del tibiale anteriore...secondo la sua esperienza è possibile con la fisioterapia recuperare un pò di resistenza in questo muscolo? grazie mille per la disponibilità
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Sì, se la radice non è stata tagliata, è possibile sperare per una ripresa del gruppo muscolare interessato.
La fkt potrà essere molto utile ma, ancor di più, potrà essere utile un mantenimento del trofismo muscolare stimolando elettricamente, con un idoneo elettrostimolatore che potrà comprare in un qualsiasi negozio di articoli sanitari, lo sciatico popliteo esterno che potrà individuare sul capitello tibiale (quell'ossicino che si palpa sulla parte alta, vicino al ginocchio, zona esterna della gamba).
Stimolando, lì, il nervo, si deve vedere la contrazione dei muscoli interessati, cioè quelli che essendo deboli non fanno svolgere a pieno il movimento, ma solo in accenno. Regolando empiricamente l'intensità della corrente, in modo da non essere troppo forti ma abbastanza forte da provocare un valido movimento dove spontaneamente il movimento è debole, si mantiene tono e trofismo del gruppo muscolare in modo che quando la trasmissione della "corrente" lungo il nervo riprende regolarmente, i muscoli sono idonei a riprendere fisiologicamente l'attività.
Se non si mantiene "pronto alla risposta" l'organo effettore, cioè i gruppi muscolari, la ripresa della conduzione nervosa diviene inutile perchè non vi è più, con la sopravvenuta atrofia muscolare, la struttura muscolare periferica che materialmente è deputata a compiere il movimento che tenderà, in caso d'inerzia terapeutica, a rimanere debole e/o accennato.
Cordialità.
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Utente
Utente
mi scusi se approfitto della sua disponibilità, ma riguardo all'elettrostimolazione ho sentito pareri molto discordanti. alcuni fisioterapisti la considerano una semplice possibilità in più rispetto all'allenamento "manuale" del muscolo in questione...altri addirittura mi hanno consigliato di non farla perchè molto più utile la fisioterapia..io vorrei provare anche questa soluzione, ma al riguardo vorrei chiederle, se posso, un paio di cose: dopo quanto tempo riprende normalmente la conduzione nervosa del muscolo? e riguardo all'elettrostimolazione è necessario un apparecchio con funzione per muscoli denervati/parzialmente denervati e quindi con una corrente particolare? un'ultima cosa, a volte mi sembra di sentire lungo la gamba in questione alcuni piccoli movimenti del muscolo ed alcune piccole scosse, soprattutto dove manca un pò di sensibilità...potrebbero essere rispettivamente un segnale della rinervazione del muscolo e della ripresa della sensibilità. grazie infinite per la gentilezza e disponibilità
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
La conduzione nervosa, visto che un debole movimento c'è già, deve solo "rinforzarsi" e ciò dipende da quanto danno vi e' stato al momento della conduzione. Quindi non esiste una regola fissa, ma i maggiori miglioramernti si ottengono sicuramente nei primi mesi/un anno dal danno/inizio trattamento.
Non direi che sia obbligatoria una corrente particolare, l'importante è che Lei veda materialmente concretizzarsi con efficacia i movimenti che, naturalmente, sono deficitari. Non arrivi a stancare i muscoli, quindi niente spasmi e niente dolori: piuttosto stimoli più volte al giorno anzichè massivavente per un solo lungo periodo.
La mobilizzazione, attiva e passiva, è sempre utile (Lei se la può fare anche da solo una volta osservato cosa fa il fkt) ma con gli stessi accorgimenti.

Non mi sento di dare un significato alle Sue sensazioni tipo formicolio, scosse...

Cordialità