L5s1 che non danno pace

operato nel 2008 per erniectomia in l5/s1 con fix spinale (backjack) ho riavuto un acutizzarsi dei sintomi negli anni. Nel 2011 ho riespulso l'ernia, in RMN effettuata 10/12 si evinceva che era riassorbita ma lo spazio interdiscale ulteriormente disidratato e ridotto. Purtroppo da oltre un anno vado avanti con 40 gocce/die di tramadolo, unico farmaco che mi permette di avere una qualità della vita accettabile.
Nel corso di questo anno ho avuto 2 consulti con due professionisti (non metto i nomi per adesso se servono posso scriverli) che consigliano due approcci completamente diversi:
1 - operazione con fix elastico per chiudere definitivamente il problema
2 - nessuna operazione per non entrare nel tunnel delle operazioni che peggiorerebbero il problema

Tutti consigliano la ovvia ginnastica posturale e la piscina con controllo del peso, il problema che pur facendolo non riesco ad alzarmi dal letto senza contramal che a modo suo mi altera ugualmente la quotidianità. In quest'ultimo periodo sono obbligato ad assumere Plasil perchè le nausee sono ingestibili.

Come uscirne? O meglio come convivere meglio? Sarebbe il caso di andare in un centro di terapia del dolore per trovare almeno un equilibrio con i farmaci?
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Attivo dal 2012 al 2013
Neurochirurgo
Gent.le Sig.re

dalla sua descrizione non si evince se la sintomatologia sia di tipo lombalgico o con irradiazione lungo l'arto inferiore. Certamente la soluzione non può essere la terapia con la somministrazione quotidiana di tramadolo, ma bisogna necessariamente evidenziare la congruità fra RMN e quadro clinico per decidere la strategia terapeutica idonea. In attesa di un chiarimento riguardo la sintomatologia, cordialmente
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio anzitutto per la risposta e la celerità.
In effetti rispetto alla volta precedente non lamento episodi di torpore o
lombosciatalgia. Il dolore è localizzato nello spazio L5/S1, la sensazione è quella di avere un "chiodo caldo" che mi spezza in due, rendendo impossibile qualunque azione quotidiana senza l'ausilio del contramal. Ho provato ogni genere di antidolorifico (anche fans come il toradol) senza risultato alcuno.

Oltre la terapia del dolore (che ahimè non saprei con chi affrontare), la cosa che più mi turba è l'approccio diametralmente opposto offerto dallo specialista di Roma (medico al San Carlo) e quello di Verona (ospedale maggiore).

Mi meraviglia inoltre quanto loro in alcuna maniera abbiano affrontato il discorso terapia del dolore...

Tra i vari consigli di compagni di dolore vi è quello dell'ozono terapia in presidi ospedalieri. Sinceramente però non so come uscirne..
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Attivo dal 2012 al 2013
Neurochirurgo
Effettivamente se già due colleghi avendo visionato tanto il paziente quanto la RMN hanno dato indicazione chirurgica, credo che questa sia la strada da seguire anche perche la terapia del dolore per definizione le potrebbe alleviare la parte sintomatica senza rimuovere la causa. Assolutamente no per quanto riguarda l'ozono. cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Dottore il problema è che uno predica l'approccio chirurgico, l'altro mi dice assolutamente no. Escludendo il discorso dolore il problema è proprio quello che due specialisti consigliano due approcci agli antipodi e mi trovo in difficoltà visto che avendo sentito due pareri la scelta deve essere mia..
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Attivo dal 2012 al 2013
Neurochirurgo
Effettivamente mi rendo conto che per il paziente è un problema avere due pareri esattamente contrari; non posso davvero essere io a poterle dare la chiave di lettura della situazione non avendo visto ne il paziente e tantomeno la RMN, tuttavia è evidente che nel dubbio è consigliabile procedere con gradualità. L'intervento chirurgico è sempre possibile dopo un eventuale falimento del trattamento conservativo, oppure sentire un terzo parere da parte di un Collega che di routine si occupa di chirurgia della colonna.