Trattamento post operatorio ernia discale l5-s1

Buonasera, mio figlio di 20 anni giocava a calcio a livello agonistico, circa 5 mesi fa gli è stata rimossa un'ernia discale L5-S1 e gli è stato impiantato un distanziatore interspinoso in titanio tra L5 e S1. Il decorso post operatorio sembra buono, continua a fare fisioterapia (metodo Mezieres) e ha iniziato a fare nuoto. Sia il professore che l'ha operato che la fisiatra che sta curando la riabilitazione sconsigliano la ripresa di attività sportive quali il calcio, jogging o bici (MTB) ma non si sbilanciano piu di tanto. Fosse per me non avrei problemi e capisco che se non fa nulla è meglio ma è chiaro che un ragazzo di 20 anni con una buona struttura fisica (ha sempre fatto sport) vuole tornare ad una vita "normale". Secondo voi potrà tornare a fare quelle attività sportive che faceva? Se si, quando potrebbe pensare di riprendere l'attività e quali possono essere gli accorgimenti che dovrà adottare? Pe es. utilizzare un bustino? Grazie (La stessa richiesta di consulto è stata inserita nell'area "Medicina Sportiva")
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
Lei non spiega perchè al ragazzo dopo l'intervento, è stata prescritta la fisioterapia e che cosa o quali deficit necessitano di riabilitazione.
Se l'intervento non ha avuto complicazioni, non vedo la necessità di una riabilitazione e se tutto è andato bene, non vedo perchè non possa continuare a praticare gli sport che desidera.
Gli interventi sono una terapia e si fanno per migliorare lo stato di malattia per cui l'intervento è stato indicato, salvo ovviamente particolari eccezioni.

Queste sono considerazioni dettate dalla mia esperienza e rispecchiano lo stato dell'arte di questa patologia, ma è chiaro che, senza valutare nella sua completezza il caso specifico, non è detto che siano applicabili al Suo ragazzo.

E' importante leggere anche il parere dei colleghi della sezione Medicina sportiva cui ha inoltrato questa richiesta.


Con cordialità
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dopo
Utente
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Egregio Dottore, dopo l'intervento, un "normale intervento" (almeno così mi è stato detto) il chirugo ha fornito una serie di indicazioni terapeutiche che sono quelle che seguono. Dopo l'intervento ha dovuto portare un bustino rigido (solo quando si alzava dal letto), ha effettuato periodi di riposo a letto alternati a passeggiate, mano mano sempre meno letto e piu passeggiate. Dopo un mese ha tolto il bustino e ha iniziato fisioterapia (metodo Mezieres) per far riprendere una certa mobilità alla colonna dopo un periodo di stasi, in particolare gia qualche mese prima dell'intervento e prima dello scatenarsi del dolore forte, aveva problemi nel piegarsi su una gamba (quella dell'ernia). In pratica, in posizione eretta, non riusciva a toccarsi il piede (col la mano tesa arrivava a 30/40 centimetri dal piede) mentre sull'altra ci riusciva. Dopo 2 mesi gli è stato consigliato, di fare nuoto. Non so se in questo senso abbia avuto un ruolo il fatto che gli sia stato impiantato un distanziatore interspinoso in titanio, che a quanto ho capito, irrigidisce un po la colonna vertebrale. Per quanto ho visto io il decorso post-operatorio mi pare sia andato nel migliore dei modi, non ci sono state complicazioni, non ha piu avuto i dolori alla gamba già dal giorno seguente l'intervento, la piccola parestesia che aveva nella parte esterna del piede sta regredendo, quindi mi sembra tutto bene. A quasi 5 mesi dall'intervento non ha problemi, fa tutto, guida sia l'auto che lo scooter (cercando di limitarli il piu possibile), cammina abbastanza durante al giorno. Se sono a pormi il dubbio sulla ripresa delle attività sportive è perchè mi pare che tutto proceda nel migliore dei modi e lui, avendo 20 anni, scalpita, si sente in grado di fare di andare... Sia il chirurgo che il fisiatra sono molto cauti, sconsigliano di tornare a correre, di andare in bici o giocare a calcio e comunque gli dicono di aspettare (quanto non si sa) poi vediamo se è il caso. In parte capisco la loro cautela, se non fa nulla (a parte il nuoto) difficilmente avrà problemi, recidive o altro ma certo che è un po limitativo (almeno dal punto di vista di mio figlio), non vorrei fosse una posizione un po troppo conservativa. Per quanto riguarda i suoi colleghi della Medicina Sportiva, ho avuto risposte da un solo medico il quale in maniera un po "banale" ha dato come prima risposta "A distanza non posso rispondere, è necessaria una visita di persona" (piu o meno questo era il concetto). Per me già la sua affermazione: "non vedo perchè non possa continuare a praticare gli sport che desidera." è molto importante. Sicuramente perchè ci da una speranza di poter tornare realmente alla normalità, ma anche se fosse stata negativa avrebbe avuto comunque una sua rilevanza, perchè, come dice lei, basata su quello che è la sua esperienza per questo tipo di patologia. Spero che il suo collega "Medico Sportivo" che mi ha risposto nell'altra sezione, legga la sua risposta, così forse capisce cosa ci si aspetta da questo tipo di consulti/richieste d'informazioni, ripeto sia in senso positivo che negativo. Poi è chiaro che prima di ricominciare con l'attività sportiva sarà necessario fargli fare dei controlli ulteriori e specifici. P.S. Cosa ne pensa lei del fatto che gli sia stato impiantato un distanziatore interspinoso in titanio destinato a saldarsi con le vertebre? Quali sono gli aspetti negativi che puo avere un impianto simile in L5/S1? Questi impianti possono essere rimossi nel caso diano problemi senza grossi rischi/complicazioni? Dopo quanto tempo in genere si chiude la cicatrice (non so se è un termine corretto) sul disco? Grazie. Saluti
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
ho letto le risposte che Le ha dato il Dr.Valassina e non posso che condividerLe in quanto rispecchiano sostanzialmente ciò che io, in modo più conciso,Le ho espresso.
Lei chiede le probabilità che Suo figlio può avere di una ulteriore ernia del disco.
Certamente nell'arco della sua vita ne potrà avere,ma ciò, a mio parere, non giustifica l'astinenza dallo sport.
Se rimanesse a letto per 100 anni sicuramente non avrebbe mai un'ernia del disco!!!!!
Al di là della indicazione o meno al distanziatore interspinoso (su cui on-line non possiamo esprimerci con obiettività), l'astinenza dall'attività sportiva può essere consigliata per un determinato periodo dopo una discectomia (che di solito non supera il mese o due), ma sempre in base alla sintomatologia e all'esame clinico diretto.

Cordialmente
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Utente
Utente
La differenza è che Lei mi ha dato una risposta in base alla patologia e alla sua esperienza, confermando che ogni caso ha una sua storia e va valutato personalmente. Infatti io non ho chiesto ne garanzie, ne tabelle di recupero ne tantomeno diagnosi, prognosi, trattamenti etc etc. Quello che volevo sapere Lei me lo ha detto con 2 righe: chi ha subito questo tipo di intervento, normalmente, puo tornare a fare sport gia dopo un paio di mesi dall'intervento, salvo casi particolari. E' evidente che prima di farlo mio figlio dovrà essere sottoposto ad una visita specialistica. Il suo collega, dopo la prima risposta (inutile), ha detto di tutto e di piu (anche condivisibile) ma non quello che avevo chiesto io, forse non ha esperienze dirette di recuperi post operatori relativamente a discectomie. In merito alle recidive, so che è uno dei potenziali problemi post operatori, volevo solo capire se esiste una casistica per capire quali sono le percentuali di ricaduta, sempre in generale e se il fatto di avere un distanziatore fosse motivo di riduzione delle percentuali di recidive o meno. La ringrazio comunque per il suo interessamento. Cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
le cosiddette recidive non sono o comunque non dovrebbero essere la regola.
Quando si verificano, esse non sono delle "recidive" nel senso di formazione di un nuovo disco che poi ernia (erniare= venir fuori).
Ciò che si toglie dall'organismo umano non si riforma o non riscresce, tranne purtroppo i tumori.

La recidiva di ernia discale consiste nell'espulsione di residui di disco rimasti nello spazio discale che tali sono, non perchè colpevolmente non rimossi (almeno si spera), ma perchè, con le tecniche attuali, piccoli frustoli possono rimanere negli anfratti dei corpi vertebrali che costituiscono, diciamo così, il tetto e il pavimento in cui è situato il disco.
Nellla stragrande maggioranza non creano problemi e non necessitano di reintervento, in alcuni casi però, per la precoce mobilizzazione dei pazienti con la ripresa della stazione eretta e deambulazione già il giorno successivo all'intervento, possono essere espulsi, in un lasso di tempo che può andare dal primo giorno fino anche a molti anni, creando la cosiddetta recidiva.

Inoltre chi è stato operato, per esempio per un'ernia L5-S1, avrà poi, nel corso della propria vita, più o meno eguali probabilità di sviluppare una nuova ernia in altri spazi (e mai più in L5-S1) al pari di me o di Lei che non abbiamo mai avuto ernie discali.

Infine non ritengo che la prevenzione delle recidive possa essere affidata al distanziatore interspinoso.

Con cordialità


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Utente
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La ringrazio per la risposta, in particolare per la sua chiarezza. Cordiali saluti.