Ridotto spazio intersomatico l5 s1

Egregi dottori,
vi scrivo per sottoporvi il caso di mia madre: ormai da aprile 2015 soffre di parestesie ai piedi e rigidità ad entrambe le gambe. Lei riferisce una sensazione di cuscinetti sotto i piedi, si sente in sostanza come se camminasse su un materasso ad acqua e le gambe le sente "fasciate". Ciò fa sì che si senta instabile nei movimenti, perché non sa in sostanza dove sta mettendo i piedi e la deambulazione è simile a quella di un robot. Nell'aprile scorso è stata sottoposta ad un intervento di microdiscetomia l5 s1, attraverso la quale è stata rimossa una voluminosa ernia espulsa che presentava anche stenosi e calcificazione e che colui che l'ha operata sosteneva fosse la causa dei suoi problemi. A tutt'oggi però ahimè la situazione è rimasta invariata, nonostante mia madre abbia assunto per mesi antinfiammatori, integratori e si sia sottoposta a diverse sedute di fisioterapia. Devo precisare che il neurochirurgo che l'ha operata non ha ritenuto, una volta rimossa l'ernia, a inserire un supporto per le vertebre perché, a suo dire, non era necessario. Dopo una serie infruttuosa di ulteriore visite mediche, siamo infine giunti presso un altro neurochirurgo, che ha prescritto a mia madre una serie di esami, escludendo che la causa dei suoi disturbi fosse quell'ernia, fra cui una RMN con mdc, una EMG, un dosaggio della vitamina B e dei folati e una rx lombare in ortostasi e clinostasi. La vitamina B e i folati sono buoni, la RMN é ancora da fare, mentre dall'EMG è saltata fuori una polineuropatia diffusa e l'rx ha evidenziato una spondiloatrosi e una riduzione dello spazio intersomatico l5 s1. É quindi questa la causa dei disturbi di mia madre? E la neuropatia ne è la diretta conseguenza? E laddove così fosse, è necessario l'intervento chirurgico in questi casi o è possibile recuperare con una terapia conservativa? E poi, una volta che si riuscisse a "decomprimere" questi nervi, questi ultimi potranno rigenerarsi o ormai il danno arrecato é difficile che possa essere recuperato? Vi prego di aiutarci a capire.
Grazie
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora o signore,
senza visionare le immagini di RM e senza esame clinico del paziente, a distanza non è possibile avanzare alcuna ipotesi diagnostica.
Da quanto riferisce, sembra che l'intervento di discectomia sia stato eseguito correttamente e non sempre è necessario un "supporto per le vertebre".

I sintomi che accusa Sua madre sono dovuti alla polineuropatia e gli approfondimenti vanno indirizzati in tal senso.
Non sembra ci sia necessità di alcun ulteriore intervento chirurgico.

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la gentile risposta dottore. Ma se quindi i disturbi di mia madre sono da ricondurre alla polineuropatia, quali esami ritiene sia il caso di effettuare per risalire alla causa? Le premetto che ha già eseguito un dosaggio ematico di vitamina B12, B6 e folati, che sono risultati nella norma, sebbene i folati siano al limite. Inoltre ha effettuato un dosaggio ematico per rilevare i valori relativi a immunofissazione e tiroide: la prima è risultata nella norma, mentre per quanto riguarda la tiroide e premettendo che mia madre è ipotiroidea da anni, l'FT3 e l'FT4 sono nella norma, mentre il TSH è un po' alto. Quest'ultimo aspetto, peraltro, ha spinto il medico di base a prescriverle un nuovo dosaggio ematico del TSH, poiché, a suo dire, di solito se il TSH rinsulta alterato, lo sono anche gli altri valori relativi alla tiroide. Stanti quindi così le cose, mi domando quali possano essere gli ulteriori approfondimenti diagnostici che potremmo fare per arrivare a capire la causa della sua neuropatia. Grazie sin d'ora per i ragguagli che vorrà darci
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
esami diagnostici e terapie non si possono prescrivere a distanza, ovvero senza aver visitato il paziente.
Ciò lo vieta anche la Legge.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio comunque per la risposta dottore.
Buona serata