Con impegno del forame di coniugazione e che entra in conflitto della radice di s1

Salve, da qualche anno ho problemi di schiena, a gennaio 2008 ho fatto la mia prima RMN, seguita da TAC in marzo dopo visita dal neurochirurgo, con il seguente esito per L5-S1 (riporto la RMN perche in questo momento non ho la TAC)

In L5-S1 è presente una piccola ernia mediana paramediana sinistra che entra in conflitto con la radice S1 sinistra.

Sulla base di questo, il neurochirurgo non ha ritenuto opportuno operare e mi ha consigliato di fare agopuntura. Ho atteso qualche mese, ed iniziato l'agopuntura con il neurochirurgo stesso in gennaio 2009. Nel frattempo, da dicembre mi sono comparsi dolori molto forti a tutta la gamba sinistra (sciatalgia), per cui il neurochirurgo mi ha prescritto un'altra TAC che, sempre per L5-S1, dice

A livello dello spazio intersomatico L5-S1 si apprezza attualmente ernia discale espulsa mediana e paramediana sn, con impegno del forame di coniugazione e che entra in conflitto della radice di S1. Si segnala parziale riduzione di ampiezza del canale rachideo per ipertrofia dei legamenti gialli, associata ad iniziali alterazioni artrosiche dei massicci articolari nel tratto distale del rachide.

A questo punto il neurochirurgo, che vedendo le immagini ha visto che l'ernia è piuttosto grossa, è indotto, dal punto di vista dell'esame strumentale, ad effettuare un'operazione, anche se non è completamente convinto dal punto di vista clinico in quanto posso camminare tranquillamente per chilometri senza alcun problema. Mi ha consigliato 7 gg di iniezioni intramuscolari di cortisone (soldesam 4mg) che ho terminato oggi stesso, per altro ancora senza risultati apprezzabili a livello di dolore, sostenendo che l'operazione poteva essere evitata se avessi reagito bene, in qualche senso, alla terapia.

Volevo sapere se avete qualche consiglio da darmi sulla base di ciò che ho scritto. Tendenzialmente non sono spaventato dall'operazione, tuttavia sono circondato da persone che dicono che prima di fare questo bisognerebbe provare tecniche conservative, dato che spesso le ernie rientrano da sole e comunque è sempre possibile una recidiva sia in caso di intervento chirurico che conservativo. L'opinione del mio medico di base, che è neurologa, è che quest'ernia la stiamo seguendo da due anni (prima della prima RMN avevo fatto delle fisioterapie) e che è andata peggiorando, per cui non c'è da sperare che scompaia da sola.

Vi ringrazio enormemente per il vostro aiuto! D
[#1]
Prof. Paolo Perrini Neurochirurgo 817 37
Gentile Utente,

come correttamente racconta, la sua ernia invece di risolversi spontaneamente è andata crescendo, ovvero dando origine ad una frammento espulso che è verosimilmente la causa dei suoi sintomi.
In questi casi, l'opzione chirurgica è indicata dato che ha una lunga storia di sciatalgia e i trattamenti conservativi non hanno dato esito.
I risultati dell'intervento sono generalmente buoni e le complicanze molto basse.
Cordiali saluti,

Dr Paolo Perrini
Neurochirurgia Universitaria,
Ospedale "Santa Chiara", Pisa.
perrinipaolo@hotmail.com
www.perrinipaolo.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve,

come dai post precedenti, mi sono operato di ernia L5-S1 a marzo 2009, e da allora i forti dolori di sciatica sono scomparsi, ripristinando la situazione precedente (con un vago senso di stanchezza alla gamba sinistra, cui pero ho fatto l'abitudine).

Da tre anni vado regolarmente in piscina (in media 3 volte la settimana) e non ho piu praticato alcun altro sport. Ora pero mi piacerebbe riprendere a giocare a pallavolo, sport che ho praticato dagli 8 ai 18 anni e che probabilmente ha comportato forti sollecitazioni alla colonna vertebrale, come mi aveva fatto notare il mio neurologo visionando una TAC.


Mi chiedo se sia oppurtuno fare una visita neurologica o neurochirurgica prima di riprendere, o qualche esame strumentale, oppure se posso considerarmi "guarito", nel senso che la muscolatura si è riformata con il nuoto e non è comparsa alcuna recidiva. Oppure se, al contrario, è fortemente sconsigliato in ogni caso riprendere questo tipo di sport. Stesse condirazioni le faccio per la corsa, che sarebbe un'alternativa alla pallavolo forse meno invasiva. Ad ogni modo, se riprendero a giocare a pallavolo, ho comunque intenzione di continuare a nuotare almeno un paio di volte la settimana.

Vi ringrazio,

Daniele