Alcool ed esami vari

Una sera ho fatto abuso di alcol, procurandomi due svenimenti (due volte ho girato gli occhi al contrario,
a detta di chi era cosciente) e probabilmente ho avuto quello che si definisce un coma etilico.
Due giorni dopo mia madre ha voluto che facessi un esame delle urine per controllare il tasso alcolico presente nel sangue.
Era chiaro che questo fosse alto, ma il suo intento era di capire se io avessi bevuto così per la prima volta, o se i
valori fossero così alti da indicare il mio essere un accanito alcolista.
Ora mi chiedo, è possibile controllare una cosa del genere? Io so che dopo poch giorni l'alcol
viene smaltito quindi l'esame mi pare inutile... cosa ne pensate?
Dopodiché m'ha fatto ricoverare in neurologia per vari controlli a mio avviso inutili...
Tutti gli esami erano negativi, a parte monociti alterati e alcune INSIgNIFICANTI (a detta del dottore) anomalie dell' elettroencefalogramma...
Lei appellandosi a quelle ha sostenuto che i controlli non fossero inutili...
Vorrei delle risposte.
Grazie
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Dr. Massimo Muciaccia Neurologo 826 19
Caro ragazzo,

non è possibile esprimere un giudizio affrettato sul caso specifico e sulla comprensibile apprensione di tua madre. Tuttavia devi considerare che l'utilizzo eccessivo e prolungato dell'alcool è realmente pericoloso; inoltre se hai manifestato un episodio di coma etilico, il rischio di eventi avversi per la tua salute è stato sicuramente elevato. Purtroppo l'uso di alcool o altre sostanze in grado di alterare lo stato di coscienza è diventato ormai abbastanza diffuso nella popolazione giovanile. Del resto non si può nemmeno fare un discorso moralistico poichè verosimilmente un po' tutte le persone nella loro vita hanno "alzato un po' il gomito" in qualche occasione. Tuttavia è bene precisare che spesso si abusa di alcool a causa di svariati problemi psicologici, dall'ansia ai disturbi dell'umore, al disagio familiare o sociale. Infatti la vita moderna è complessa e molti individui avvertono un senso di profonda insoddisfazione interiore o infelicità. In questi casi sarebbe opportuno richiedere un aiuto da parte di un neurologo o uno psichiatra ed utilizzare, se necessario, alcuni farmaci antidepressivi o ansiolitici che, anche nell'uso protratto, non presentano rischi comparabili con quelli dell'uso cronico di alcool o altre droghe.
Inoltre a mio avviso sarebbe utile seguire in ogni caso percorsi "olistici", basati su esercizi di rilassamento muscolare, concentrazione e meditazione al fine di migliorare il rapporto con noi stessi e soprattutto trovare alcune risposte ai numerosi quesiti della vita.

Tanti cordiali saluti ed auguri.

DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
ASL BAT - ASL BARI