Ernia cervicale con sofferenza terminazioni nervose

Buonasera a tutti. A settembre 2013 sono stata coinvolta in un investimento pedone. RX ed RX in pose dinamiche mostravano solo una rettilineizzazione del rachide cervicale. A seguito di frequenti e diffuse parestesie e oggettiva perdita di forza ad entrambi gli arti superiori ed emicranie, è stata eseguita RMN al rachide cervicale, con seguente esito: "Canale rachideo di dimensioni costituzionalmente nei limiti della norma. Allineamento metamerico sagittale conservato, in assenza di crolli somatici. Non evidenti alterazioni di segnale metameriche focali. Note discopatiche posteriori non compressive C4-C5, livello al quale si riconosce una minima salienza del profilo discale posteriore a sede mediana. In C5-C6 il disco intervertebrale protrude posteriormente in senso circonferenziale con salienza mediana e laterale sinistra ad impronta subaracnoidea antero-midollare. In C6-C7 il disco intersomatico presenta una focale ernia discale poteriore mediana-paramediana dx fissurata, ad impronta subaracnoidea antero-midollare. Normorappresentato per caratteristiche morfodimensionali e di segnale il midollo spinale cervicale; lineare iperintensità di segnale endomidollare cervicale anteriore nelle immagini T2-pesate presenta verosimile significato artefattuale. Non evidenti lesioni dotate di effetto massa a sede endorachidea."
È poi seguita un'EMG, con seguente esito:
"MUSCOLI TRICIPITE BRACHIALE, FLESSORE RADIALE DEL CARPO, FLESSORE ULNARE DEL CARPO, I INTEROSSEO DORSALE DX: att spontanea assente. Pot di UM medio-lunghi, polifasici, reclutati in quadro di transizione proporzionale allo sforzo espletato.
MUSCOLI ESTENSORE RADIALE DEL CARPO DX E SN; TRICIPITE BR, FLESSORE RADIALE DEL CARPO, FLESSORE ULNARE DEL CARPO E I INTEROSSEO DORSALE SN: att. spontanea assente. Pot. di U.M. di durata e ampiezza regolare, polifasici nel m I interosseo dorsale sn, reclutati in quadro di transizione proporzionale allo sforzo espletato.
CONCLUSIONI: Nella norma i parametri di conduzione nervosa sensitiva e motoria valutati. Segni di sofferenza neurogena periferica cronica nel muscolo tricipite br, flessore radiale del carpo, flessore ulnare del carpo e I interosseo dorsale dx. Reperti di normalità nei restanti muscoli esaminati.
Esame compatibile con una moderata sofferenza radicolare cronica in C7 e C8 (T1) a destra."

Potreste gentilmente aiutarmi ad interpretare nel modo migliore questi dati? Prima dell'esecuzione dell'EMG avevo già consultato un neurochirurgo che, senza nemmeno visitarmi o visionare la RMN, valutando solo i riflessi con l'ausilio del classico martelletto, disse che non ho alcun problema e che il mio collo sta benissimo.
Non vorrei sembrare presuntuosa, ma non so quanto possa essere attendibile la sua visita.

Aggiungo che sono in attesa di RMN rachide dorsale-lombare, prevista per settembre 2014.

Ringraziandovi fin da subito per la cortese attenzione, saluto.
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Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13
Buongiorno,
Il quadro completo può soltanto essere valutato personalmente con una visita. Il referto dell'elettromiografia indica dei segni di sofferenza cronica dovuti alle protrusioni discali evidenti alla risonanza magnetica. Probabilmente i reperti sono indipendenti dall'incidente, anche se per poterlo dire con certezza bisognerebbe sapere esattamente qual'è stata la dinamica e possibilmente avere degli esami precedenti al fatto.
L'entità del problema, oltre alla risonanza magnetica e all'elettromiografia, va valutata con la visita neurologica/neurochirurgica, che mi pare di aver capito non abbia mostrato alcun deficit. In tal caso bisogna solo adottare delle misure per evitare il peggioramento delle protrusioni discali, per evitare che possano dare ulteriori problemi in futuro: ciò si fa principalmente modificando la postura, eventualmente con la rieducazione posturale e cicli di fisioterapia.

Dr. Stefano Vollaro

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dopo
Utente
Utente
Buonasera Dr. Vollaro,
La ringrazio fin da subito per la gentile risposta.
La dinamica dell'incidente è stata un po' da film: c'è stato un primo impatto frontale, con l'auto che mi colpiva ad altezza delle gambe e io che di conseguenza colpivo il cofano con il torace. L'automobilista ha subito frenato bruscamente, evitandomi così di essere sbalzata oltre l'auto stessa, ma facendomi così sbalzare all'indietro e "atterrare" a circa 10 metri di distanza, di schiena. Praticamente l'unica parte anatomica che non ha subito traumi è stato il cranio.
Precedentemente non avevo mai avuto al disturbo nè traumi al rachide. Ho solo una cifosi del rachide lombare fin da quando ero bambina, ma nulla inerente il tratto cervicale.
Ho già eseguito dei cicli di fisioterapia assistita, senza alcun risultato.
Ho consultato un osteopata, che mi ha tuttavia sconsigliato di eseguire altre terapie senza prima avere un quadro completo anche del rachide dorsale-lombare.
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Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13
Rimane difficile capire se il trauma sia stato semplicemente un fattore stressante che ha evidenziato sintomi che sarebbero comunque comparsi con il tempo o abbia di suo causato danni strutturali. Dal punto di vista legale, immagino che sarà comunque possibile "dimostrare" che l'incidente ha peggiorato le condizioni. Tuttavia è molto probabile che delle protrusioni ci fossero già e che i sintomi si sarebbero presentati tra qualche anno...
Prima di rivolgersi all'osteopata sarebbe meglio far valutare il quadro ad un ortopedico specialista della colonna assieme ed eventualmente ad un fisiatra e solo poi a figure professionali come osteopata o fisioterapista...
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dopo
Utente
Utente
La situazione legale è già nelle mani di un consulente e di quella non devo preoccuparmene, per fortuna.

Ho già visto sia un ortopedico che un fisiatra, che è la stessa persona che mi ha prescritto la fisioterapia.

L'unica opzione che mi hanno prospettato, dal momento che a priori non sono favorevole ad un eventuale intervento chirurgico e che la terapia non ha aiutato, è il "congelamento" dell'ernia che, a loro dire, è procedura eseguita dall'anestesista.
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Dr. Stefano Vollaro Neurologo 351 13
Per il trattamento si affidi pure con fiducia agli specialisti che l'hanno valutata. Abitualmente, il neurologo considera le opzioni chirurgiche solo in presenza di deficit motori e concomitante evidenza di danno neurogeno in atto (escluso dall'elettromiografia) oppure di dolore incoercibile non responsivo alla terapia medica.
Per le altre terapie del dolore bisogna affidarsi all'esperienza del medico curante. Tuttavia la cura della postura rimane un punto fondamentale, per evitare il peggioramento nel tempo delle protrusioni e la ricomparsa dei sintomi a distanza.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio profondamente per i preziosi consigli, che farò presenti al mio medico e agli specialisti :)