Sincinesie o stereotipie? Ansia e movimenti involontari: cosa fare?

Qualche mese fa sono andata dal dentista perché i denti dell’arcata inferiore si erano spostati e pensavo fosse un semplice problema odontoiatrico.
È invece emerso che la causa è la mia lingua che spinge in avanti.
Per questo sono andata da un logopedista, e parlando delle mie abitudini è venuto fuori che sin da piccola, nelle situazioni di ansia o stress, irrigidisco il busto, porto le braccia in avanti, apro e chiudo i pugni e mastico la lingua.
Probabilmente quest’ultimo comportamento ha contribuito ai problemi dentali.
Sono nata prematura e da bambina avevo ritardo psicomotorio e nel linguaggio; ho fatto sei anni di psicomotricità e logopedia (avevo anche mutismo selettivo).
Riprendendo la mia cartella clinica in neuropsichiatria abbiamo scoperto che questi movimenti erano già documentati allora come sincinesie oro-manuali.
Le valutazioni, con vari test cognitivi e motori, sono sempre risultate nella norma e l’ultimo aggiornamento del 2011 riportava un recupero totale (anche per quanto riguarda il mutismo selettivo), con uno sviluppo addirittura superiore alla media.
Di recente sono andata da un neurologo, che ha parlato di stereotipie e mi ha consigliato una valutazione psichiatrica.
Il problema è che non so nemmeno se ciò che ho siano davvero stereotipie, visto che per anni venivano definite sincinesie.
Questa confusione mi pesa: a vent’anni questi movimenti sono invasivi, aumentano con l’ansia, mi mettono in imbarazzo e non riesco a controllarli.
Vorrei capire cosa sono davvero, da cosa dipendono e se posso lavorarci, perché stanno diventando un peso nella vita quotidiana.
Voglio chiarire che ho una vita normale, sono socievole e ho tanti hobby.
L'unica cosa che mi mette in difficoltà è la mia ansia costante e sempre presente, può essere collegato a questo?
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Stereotipie sono movimenti che si ripetono secondo una sequenza sempre uguale, cioè sfociano in una sequenza automatica, ripetuti in aserie o ricorrenti specie in certi momenti, magari appunto associati ad uno stato ansioso.

Quindi la valutazione psichiatrica mi pare sensata.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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