Escitalopram per ansia: attendere 8-12 settimane? Microdosaggio litio plausibile? Strategia terapeutica.

Buongiorno Dottori,
scrivo per chiedere un parere sulla mia situazione clinica e sull’impostazione terapeutica attuale.


Ho 37 anni, storia di disturbo d’ansia (con forte ruminazione mentale, autosvalutazione e ipercontrollo), senza diagnosi di disturbo bipolare né episodi maniacali/ipomaniacali.
In passato ho assunto benzodiazepine, sospese.
Attualmente non vi è abuso di sostanze.


Da circa un mese e mezzo assumo escitalopram 20 mg/die, prescritto per ansia e umore deflesso.
In questa fase avverto ancora fluttuazioni dell’umore, ruminazione persistente e un miglioramento non ancora stabile, pur con qualche giornata migliore.
Mi è stato spiegato che la latenza dell’SSRI è soggettiva.


Ieri ho effettuato visita psichiatrica: il collega ha escluso patologie psichiatriche maggiori, confermando un quadro ansioso con elevata consapevolezza e funzionamento mentale integro.
Mi ha consigliato di proseguire con escitalopram 20 mg per almeno 3 mesi, sospendendo l’uso regolare di benzodiazepine e lasciandole solo al bisogno.


Come possibile valutazione futura, ha accennato all’ipotesi di ridurre o sospendere l’SSRI ed eventualmente introdurre sali di litio a basso dosaggio (non litio carbonato terapeutico), con finalità di stabilizzazione dell’umore e riduzione delle fluttuazioni emotive, precisando che al momento non è indicato alcun cambiamento.


Vorrei chiedere un vostro parere su:
1.
la correttezza di attendere almeno 8 12 settimane prima di giudicare inefficace l’escitalopram nel mio caso;
2.
la plausibilità clinica, in un quadro ansioso non bipolare, di valutare in futuro microdosaggi di sali di litio come alternativa o supporto, qualora l’SSRI risultasse parzialmente efficace o mal tollerato;
3.
se ritenete tale strategia prudente o se sarebbe preferibile, in caso di risposta incompleta, agire diversamente (es.
aggiustamenti dell’SSRI, altri antidepressivi, ecc.
).

Ringrazio anticipatamente per l’attenzione e per eventuali chiarimenti.


Inoltre Volevo sapere se sia utile fare le analisi ematiche per vedere i valori di litiemia nel sangue o non serve a nulla
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
1. Sì, ma a 1 mese la non-risposta assoluta a dosi piene va considerata per decidere se cambiare
2. Non saprei cosa significa "microdosi". Le dosi basse o alte sono ottenute con il litio farmaceutico disponibile, non vorrei che stessimo parlando di roba tipo litio omeopatico o integratori di litio in vendita libera.... Ovvero: se il dosaggio del litio è "zero", non è in corso alcuna terapia nota con litio. Non esistono microdosi per il trattamento di qualcosa, e soprattutto, di che cosa esattamente ?
3. Passato di uso di sostanze, una specifica che "non è bipolare", e un medico che pensa al litio (poi lasciamo perdere il "come" ) mi farebbero pensare che invece la diagnosi può avere elementi di quel tipo. Quindi verificherei e soprattutto anche cercherei di capire meglio il senso del bipolarismo come ambito, che spesso è frainteso come fosse la forma di tipo I che si trova cercando con google o come prima descrizione.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Caro Dottor Pacini,

anzitutto la ringrazio sinceramente per il tempo e l’attenzione che mi ha dedicato.

Preciso che non ho mai fatto uso di sostanze e non presento una diagnosi di disturbo bipolare; al contrario, sono una persona con buon funzionamento mentale e un’elevata consapevolezza di sé. Il mio quadro clinico rientra principalmente in una ansia generalizzata, con marcata tendenza all’ipercontrollo, ruminazione e autosvalutazione.

Dopo diversi anni di assunzione esclusiva di escitalopram, avevo sospeso tutti i farmaci da circa sei mesi; successivamente ho avuto una ricaduta e il curante ha ritenuto opportuno reintrodurre escitalopram 20 mg/die, che assumo attualmente. Al momento non presento attacchi di panico né ansia acuta, tuttavia l’umore risulta ancora instabile, con pensieri ruminativi e svalutativi persistenti.

L’ipotesi dei sali di litio è stata menzionata dal curante solo come possibile valutazione futura, con l’intento a suo dire di ridurre le ricadute nel lungo periodo, non certo per un sospetto bipolare. Comprendo che tale ipotesi possa apparire discutibile e resto naturalmente prudente su questo aspetto.

Le chiedo quindi se, a suo parere, escitalopram 20 mg possa richiedere tempi più lunghi per esprimere pienamente l’effetto sull’umore, soprattutto in un quadro come il mio, dominato da ansia, ruminazione e ipercontrollo più che da depressione maggiore.

La ringrazio ancora e le auguro un sereno Natale.

Un cordiale saluto
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Allora perché scrive: "Attualmente non vi è abuso di sostanze.". Se non vi è mai stato....

Non capisco il ruolo del litio nel ridurre le ricadute di un disturbo d'ansia generalizzata, specie considerando che la ricaduta era legata all'assenza di terapia con escitalopram a cui invece aveva risposto.
In ogni caso, non certo con fantomatiche microdosi di litio, e davvero questa è la cosa più oscura di tutte.


Non è chiaro se però la diagnosi che riporta sia una diagnosi o una descrizione, perché poi fa riferimento ad aspetti che rimandano ad altri tipi di disturbo ansioso.

"e un’elevata consapevolezza di sé". Questo non le consiglio di dirlo in generale, perché non conosco nessuno che non dica di averla, e nei disturbi più gravi del mondo le persone dichiarano esattamente la stessa cosa. Quindi come dichiarazione non aiuta a capire niente uno psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
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Gentile Dott. Pacini,

la ringrazio molto per la risposta e per le puntualizzazioni, che ho trovato chiare e utili.

Per completezza desidero precisare che l’unico SSRI che ho mai assunto nel corso degli anni è stato l’escitalopram, al quale in passato ho avuto una buona risposta clinica. Dopo una sospensione graduale e un periodo di circa 5 6 mesi senza terapia, ho avuto una ricaduta del quadro ansioso con instabilità dell’umore (ruminazione, autosvalutazione, ipercontrollo), motivo per cui è stato reintrodotto escitalopram 20 mg.

Attualmente lo assumo da circa 6 settimane. Non ho attacchi di panico né ansia acuta marcata, ma l’effetto sull’umore e sul rumore mentale è ancora parziale e fluttuante. Sono consapevole che l’escitalopram, soprattutto sull’asse ansia umore, può avere una latenza soggettiva e talvolta più lenta.

Le chiedo quindi, alla luce della sua esperienza, se ritiene ancora plausibile attendere un ulteriore tempo di osservazione a questo dosaggio prima di considerare un cambio di strategia, oppure se una risposta ancora incompleta a 6 settimane debba già orientare verso altre valutazioni.

La ringrazio nuovamente per l’attenzione e le auguro buone festività.
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