Ansia e disturbi intestinali: cause e soluzioni?
Buonasera, sono un ragazzo di 36 anni.
Dal mese di giugno convivo con ansia e preoccupazioni legate ad alcuni disturbi intestinali.
In particolare ho notato un’alternanza tra feci molli e più formate, molta aria e una certa frequenza nelle evacuazioni (una al giorno, tutti i giorni).
Col tempo è comparsa anche una sensazione di spossatezza.
Dalle analisi delle feci è emersa una disbiosi intestinale e una calprotectina fecale a 145.
Ho assunto per diverso tempo fermenti lattici e diosmectite, ma senza grossi risultati.
Nel mese di ottobre mi sono rivolto a un gastroenterologo, che mi ha prescritto vari esami: emocromo (tutto nella norma), funzione tiroidea nella norma, test per la celiachia negativo, e un ulteriore controllo (calco con valore 15, negativo).
Ho poi seguito una terapia che prevedeva una prima settimana di antibiotico, poi butirrato per un mese a pranzo e cena, successivamente per 15 giorni solo dopo pranzo e, infine, fermenti lattici.
Nonostante la terapia, sento ancora che il mio intestino non è tornato ai miei parametri abituali: ho ancora aria, le feci sono in generale più formate ma, alla fine dell’evacuazione, escono spesso dei piccoli pezzi molto soffici.
Da cosa può dipendere?
Sta diventando un problema di tipo mentale?
Vorrei capire cos’altro posso fare per risolvere questa situazione, sperando che sia davvero risolvibile e di poter tornare alla mia condizione intestinale di prima.
Non nego che tutto questo mi influisca molto sull’umore, perché temo di avere qualche problema importante.
Dal mese di giugno convivo con ansia e preoccupazioni legate ad alcuni disturbi intestinali.
In particolare ho notato un’alternanza tra feci molli e più formate, molta aria e una certa frequenza nelle evacuazioni (una al giorno, tutti i giorni).
Col tempo è comparsa anche una sensazione di spossatezza.
Dalle analisi delle feci è emersa una disbiosi intestinale e una calprotectina fecale a 145.
Ho assunto per diverso tempo fermenti lattici e diosmectite, ma senza grossi risultati.
Nel mese di ottobre mi sono rivolto a un gastroenterologo, che mi ha prescritto vari esami: emocromo (tutto nella norma), funzione tiroidea nella norma, test per la celiachia negativo, e un ulteriore controllo (calco con valore 15, negativo).
Ho poi seguito una terapia che prevedeva una prima settimana di antibiotico, poi butirrato per un mese a pranzo e cena, successivamente per 15 giorni solo dopo pranzo e, infine, fermenti lattici.
Nonostante la terapia, sento ancora che il mio intestino non è tornato ai miei parametri abituali: ho ancora aria, le feci sono in generale più formate ma, alla fine dell’evacuazione, escono spesso dei piccoli pezzi molto soffici.
Da cosa può dipendere?
Sta diventando un problema di tipo mentale?
Vorrei capire cos’altro posso fare per risolvere questa situazione, sperando che sia davvero risolvibile e di poter tornare alla mia condizione intestinale di prima.
Non nego che tutto questo mi influisca molto sull’umore, perché temo di avere qualche problema importante.
La sintomatologia esposta è compatibile con un problema di tipo funzionale visto che la calprotectina fecale è ritornata nei limiti e le altre indagini sono nella norma.
L'associazione tra aspetti psicologici (come ansia e flessione dell'umore) con i disturbi funzionali gastrointestinali è consueta. Per quanto gli aspetti somatici descritti non rappresentino un problema per la salute, se la componente psicologica diviene prevalente è opportuna la consulenza con un competente (psicologo o psichiatra) per delinearla al meglio.
L'associazione tra aspetti psicologici (come ansia e flessione dell'umore) con i disturbi funzionali gastrointestinali è consueta. Per quanto gli aspetti somatici descritti non rappresentino un problema per la salute, se la componente psicologica diviene prevalente è opportuna la consulenza con un competente (psicologo o psichiatra) per delinearla al meglio.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
Utente
Cosa intende per funzionale?mi suggerisce altri esami?
Funzionale significa che la condizione non è sostenuta da un danno anatomico, ma da una alterazione della funzione dell'organo.
Gli esami praticati sono sufficienti per un inquadramento di questo tipo.
Gli esami praticati sono sufficienti per un inquadramento di questo tipo.
Alessandro Scuotto, MD, PhD.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 54 visite dal 17/12/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Consulti su alterazioni delle vie digestive superiori
- Ansia e disturbi intestinali: cause e soluzioni?
- Ingestione osso di oliva: devo andare al pronto soccorso?
- Celiachia diagnosticata, ora dubbi: cosa fare?
- Terapia per H. pylori: è corretta e efficace?
- Lingua bianca/amarognola e reflusso: cause e soluzioni?
- rafo: titolazione omeprazolo e famotidina per pirosi persistente