Dell'età di 83 anni,è stata diagnosticata una maculopatia

Salve a tutti,
a mio padre, dell'età di 83 anni,è stata diagnosticata una maculopatia.
Dalla Fluorangiografia risula:
Occhio destro: Degenerazione maculare unida con membrana neovascolare prevalentemente classica subfoveale associata a distacco emorragico dell'epitelio pigmentato.
Occhio sinistro: Lieve distrofia dell'epitelio pigmentato retinico
L'esame della vista ha evidenziato 1/10 di visus per l'occhio malato e 10/10 per l'altro occhio.
Ci è stata consigliata una terapia intravistreale.
Tuttavia, dopo esserci recati presso l'ospedale di Casale Monferrato, con grade sorpresa,ci è stato detto che ha causa delle nuove normative non era possibile effettuare la terapia perchè il un visus del paziente è inferiore a 2/10.
Il medico ci ha quindi consigliato di effetuare comunque la cura rivolgendoci ad un centro privato, perchè ha suo parere la terapia potrebbe non solo bloccare la malattia ma, portare anche dei migioramenti.
Visti gli elevati costi della terapia,mi chiedo se questa normativa è valida a livello nazionale oppure se in un'altra regione la cura può essere passata dal sistema sanitario.
Inoltre vi chiedo un consiglio su quale possa essere la terapia migliore per trattare questa malattia, da una mia ricerca su internet, ho sentito parlare di farmaci quali: Avastin,Macugeb e Lucentis...Inoltre vi sarei grato se poteste indicarmi dei centri a cui rivolgermi.
Grazie per l'attenzione Andrea.
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Oculista attivo dal 2007 al 2010
Oculista
Carissimo,
la degenerazione maculare è una malattia della retina non curabile.
Nel caso della degenerazione maculare secca è possibile aiutare concretamente la capacità visiva residua utilizzando ausilii ottici e ricorrendo all'insegnamento di specialisti in ipovisione, imparando a sfruttare la capacità visiva periferica.
La degenerazione maculare umida può compromettere seriamente la capacità visiva: se diagnosticata in tempo il trattamento laser può rallentare il decorso della malattia.
Fotocoagulazione con Laser Termico: permette di fotocoagulare i vasi retinici anomali individuati in precedenza con l'esame fluroangiografico: il raggio laser (green) raggiunge le aree sottoretiniche e distrugge i neovasi. Con l'utilizzo del laser la vista non migliora, si interrompe solamente la fuoriuscita di liquido dai neovasi. In casi estremamente selezionati le membrane neovascolari possono essere rimosse chirurgicamente. Solitamente il beneficio ottenuto attraverso questi interventi è modesto e non è esente da rischi poiché si opera su una zona della retina estremamente vulnerabile.
Terapia Fotodinamica con Verteporfina: è una tipologia di trattamento laser molto complesso che richiede personale altamente specializzato operante in strutture adeguate. Ampiamente studiata nel campo dell'oncologia per il trattamento dei tumori dermatologici, la terapia fotodinamica permette di distruggere la membrana neovascolare maculare attraverso l'iniezione endovenosa di una sostanza farmacologia fotosensitiva che è attivata mediante il trattamento laser.
La verteporfina svolge una potente azione citotossica legata all'induzione di una trombosi intraluminale con conseguente eliminazione di apporto sanguigno al tessuto patologico.
La sostanza si accumula selettivamente nelle cellule endoteliali dei neovasi.
La sua attivazione avviene con l'applicazione di un raggio laser utilizzato sulle aree da trattare, di lunghezza d'onda pari al picco di assorbimento della sostanza stessa (689 nm).
Il raggio laser utilizzato è di tipo non termico e di conseguenza non provoca danni alla retina sovrastante. La sicurezza, l'efficacia e la selettività di questa terapia sono state dimostrate attraverso numerosi studi sperimentali scientifici.
La terapia combinata: La terapia combinata (terapia fotodinamica e triamcinolone intravitreale) di recente introduzione è ancora in fase sperimentale e per i suoi numerosi potenziali effetti avversi la diffusione su larga scala potrebbe essere limitata.
Tale terapia consiste nell'associare alla terapia fotodinamica una iniezione intravitreale di triamcinolone (corticosteroide) che genera una diminuzione della componente infiammatoria della lesione neovascolare, potenziata dall'azione antiangiogenetica già riconosciuta ai corticosteroidi.
Attualmente l'attenzione si sta rivolgendo anche verso le terapie farmacologiche mirate all'inibizione del processo di angiogenesi che sta alla base della degenerazione maculare umida. Si tratta di molecole inibitrici del VEGF (vascular endothelial factor o fattore vascolare endoteliale), una proteina che sembra giocare un ruolo importante nella crescita di vasi anomali a livello maculare.
Attualmente il VEGF è il più studiato fattore di crescita responsabile di neovascolarizzazione in vari tessuti.
Il VEGF è un potente fattore mitogeno e di permeabilità vascolare, e gioca un ruolo importante nella neovascolarizzazione. Per questo motivo sono stati studiati diversi farmaci con attività anti-VEGF al fine di contrastare gli effetti negativi della neovascolarizzazione nelle membrane coroidali
I farmaci intravitreali usati di questo tipo sono:
-Farmaci anti VEGF :
- Bevacizumab
-Pegaptanib sodic
-Ranibizum
Negli ultimi anni si è scoperto che il principale responsabile della crescita dei neovasi è una proteina denominata VEGF (vascular endothelial growth factor). Oggi grazie a questa scoperta sono stati messi a punto degli anticorpi in grado di bloccare il VEGF e quindi la crescita della NVC.
Ad oggi esistono due farmaci registrati per essere iniettati dentro l’occhio per il trattamento della degenerazione maculare legata all’età essudativa.
LUCENTIS
Si tratta di un frammento dell’anticorpo originario anti-VEGF. Le sue caratteristiche sono quelle di bloccare tutte le diverse forme (isoforme) del VEGF. Dai risultati delle sperimentazioni cliniche su larga scala si evince che i pazienti trattati con Lucentis migliorano in modo statisticamente significativo la vista rispetto ai pazienti trattati con la terapia standard cioè la PDT. Il trattamento deve essere ripetuto su base mensile almeno per i primi tre mesi e poi quando necessario in base ai controlli clinici e strumentali.
MACUGEN
Il Macugen è un aptamero, cioè un piccolo frammento di RNA sintetico, con conformazione tridimensionale e altamente specifica, che si lega ad una sola delle quattro isoforme del VEGF, la 165, impedendone il legame con il proprio recettore. I risultati delle sperimentazioni cliniche hanno dimostrato che il Macugen è in grado di ridurre il rischio di perdita visiva rispetto al gruppo di controllo.
AVASTIN
L’Avastina è un anticorpo monoclonale che blocca tutte le isoforme del VEGF. Il farmaco è registrato per essere iniettato per via endovenosa nel trattamento dei tumori metastatici del colon retto in associazione alla chemioterapia.

Un caro saluto

Un caro saluto


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Dr. Massimo Nicolò Oculista 193 8 17
Gentile Signore,
in effetti la storia che lei riporta corrisponde alla verità e questo è vero su tutto il territorio nazionale. E' anche vero però che se suo padre non è elegibile per essere trattato con il Lucentis, in quanto il visus e' inferiore a 2/10 e non è mai stato trattato prima, è anche vero che in questo caso può essere trattato con il farmaco Avastina nella struttura pubblica o in alternativa anche privatamente. In quest'ultimo caso il costo del farmaco è molto inferiore al Lucentis.

Se vuole avere ulteriori dettagli può consultare il sito www.occhioallaretina.it che gestisco da diversi anni in quanto da sempre mi occupo della diagnosi e terapia della malattie della retina.

la ringrazio per aver scritto.

Dott. Massimo Nicolò

Massimo Nicolò - medico Oculista
Professore Associato Malattie Apparato Visivo
Università di Genova
www.occhioallaretina.it - www.biosanitas.com