Arteria ialoidea sul nervo ottico
Ho un figlio di quindici anni, all'eta' di otto mesi si manifesto' uno strabismo all'occhio sinistro che il pediatra diagnosticava come strabismo infantile; all'eta' di due anni consultammo uno specialista a Roma, che diagnostico' la presenza dell'arteria ialoidea sul nervo ottico ed una visibilita' di 1-2/10; non ci fu prospettata alcuna possibilita' di guarigione ma solo il recupero di qualche grado di vista o il mantenimento dello stesso attraverso la terapia del bendaggio dell'occhio destro; i gradi sono rimasti gli iniziali mentre il nervo ottico da ecografia risulta di dimensioni normali per dimensione e reflettivita'; lo strabismo e'quasi impercettibile; l'occhio destro ha 10/10; spero comunque in eventuali progressi medici in materia e pertanto chiedo cortesemente se di recente c'e'stato qualche aggiornamento in materia.Ringrazio anticipatamente
[#1]
Oculista
Carissima,
il corpo vitreo è un tessuto connettivo trasparente a struttura gelatinosa, incolore, non vascolarizzato né innervato, che da solo occupa i due terzi del volume oculare, contribuendo alla forma ed alla consistenza del bulbo.
Il suo sviluppo avviene attraverso tre tappe:
• Vitreo primario: il tessuto mesodermico circonda la vescicola lenticolare mentre nel suo spessore
si sviluppa una trama vascolare proveniente
dall’arteria ialoide.
• Vitreo secondario: si forma verso il secondo mese di vita intrauterina, attraverso la sostituzione
della massa mesenchimale con un tessuto neuroectodermico avascolare.
• Vitreo terziario: caratterizzato dalla scomparsa dell’albero vascolare ialoideo e dalla comparsa del canale di Cloquet, cavità virtuale otticamente vuota, composta dal tessuto mesenchimale primordiale
ormai sostituito dal vitreo definitivo.
Il gel vitreale, circondato dalla membrana ialoidea,riempie l’omonima cavità, e contrae rapporti con le strutture limitrofe: anteriormente è in contatto con la superficie posteriore del cristallino,con le fibre zonulari di Zinn e con i corpi ciliari;lateralmente e posteriormente è in contatto conla retina. In alcune aree il vitreo contrae rapporti di aderenza fisiologica con queste strutture: è fortemente unito alla capsula posteriore del cristallino tramite il legamento di Wieger, che costituisce la porzione iniziale del canale di Cloquet, a decorso anteroposteriore con punto di arrivo a livello della papilla del nervo ottico, dov’è presente la zona di aderenza vitreo-papillare (area di Martegiani). La zona di maggiore adesione è sicuramente periferica, a livello dell’ora serrata, dove si riscontra una salda aderenza tra la base del vitreo e la pars plana. Questa area ha una larghezza che va da 2 a 3 millimetri. Le aderenze del vitreo anteriore sono essenzialmente a livello del disco ottico e della macula. In questi distretti l’aderenza è significativa nei bambini e nei giovani, ma diventa man mano sempre minore nei pazienti ultraquarantenni e nei miopi oltre le tre diottrie.
Quindi il vitreo aderisce al cristallino attraverso il legamento ialoideo-capsulare(legamento di Wiegert); questo fa parte di una struttura anatomica complessa che attraverso il canale di Cloquet si apre nello spazio di Martegiani, al di sopra della testa del nervo ottico, il cui margine rappresenta un’altra area di forte adesione vitreoretinica.
L'arteria ialoidea è' una branca dell'arteria dorsale primitiva che nel feto si estende dall'escavazione del nervo ottico attraverso la cavità vitreale fino al cristallino per permetterne lo svilupp fetale. L'arteria ialoidea regredisce durante l'ultimo trimestre della formazione fetale lasciando come vestigia il canale di Cloquet che attraversa il vitreo.
Talvolta l'arteria ialiodea persiste dopo la nascita e viene definita come "arteria ialoidea persistente" e spesso non da sintomi apprezzabili.
L’indagine ecografica fornisce informazioni essenziali per la diagnosi di persistenza del vitreo primitivo iperplastico definendo la presenza della lesione, la sua estensione, il coinvolgimento retinico e della papilla del nervo ottico e la possibilità di definire o meno il tipo di intervento.
Un caro saluto.
il corpo vitreo è un tessuto connettivo trasparente a struttura gelatinosa, incolore, non vascolarizzato né innervato, che da solo occupa i due terzi del volume oculare, contribuendo alla forma ed alla consistenza del bulbo.
Il suo sviluppo avviene attraverso tre tappe:
• Vitreo primario: il tessuto mesodermico circonda la vescicola lenticolare mentre nel suo spessore
si sviluppa una trama vascolare proveniente
dall’arteria ialoide.
• Vitreo secondario: si forma verso il secondo mese di vita intrauterina, attraverso la sostituzione
della massa mesenchimale con un tessuto neuroectodermico avascolare.
• Vitreo terziario: caratterizzato dalla scomparsa dell’albero vascolare ialoideo e dalla comparsa del canale di Cloquet, cavità virtuale otticamente vuota, composta dal tessuto mesenchimale primordiale
ormai sostituito dal vitreo definitivo.
Il gel vitreale, circondato dalla membrana ialoidea,riempie l’omonima cavità, e contrae rapporti con le strutture limitrofe: anteriormente è in contatto con la superficie posteriore del cristallino,con le fibre zonulari di Zinn e con i corpi ciliari;lateralmente e posteriormente è in contatto conla retina. In alcune aree il vitreo contrae rapporti di aderenza fisiologica con queste strutture: è fortemente unito alla capsula posteriore del cristallino tramite il legamento di Wieger, che costituisce la porzione iniziale del canale di Cloquet, a decorso anteroposteriore con punto di arrivo a livello della papilla del nervo ottico, dov’è presente la zona di aderenza vitreo-papillare (area di Martegiani). La zona di maggiore adesione è sicuramente periferica, a livello dell’ora serrata, dove si riscontra una salda aderenza tra la base del vitreo e la pars plana. Questa area ha una larghezza che va da 2 a 3 millimetri. Le aderenze del vitreo anteriore sono essenzialmente a livello del disco ottico e della macula. In questi distretti l’aderenza è significativa nei bambini e nei giovani, ma diventa man mano sempre minore nei pazienti ultraquarantenni e nei miopi oltre le tre diottrie.
Quindi il vitreo aderisce al cristallino attraverso il legamento ialoideo-capsulare(legamento di Wiegert); questo fa parte di una struttura anatomica complessa che attraverso il canale di Cloquet si apre nello spazio di Martegiani, al di sopra della testa del nervo ottico, il cui margine rappresenta un’altra area di forte adesione vitreoretinica.
L'arteria ialoidea è' una branca dell'arteria dorsale primitiva che nel feto si estende dall'escavazione del nervo ottico attraverso la cavità vitreale fino al cristallino per permetterne lo svilupp fetale. L'arteria ialoidea regredisce durante l'ultimo trimestre della formazione fetale lasciando come vestigia il canale di Cloquet che attraversa il vitreo.
Talvolta l'arteria ialiodea persiste dopo la nascita e viene definita come "arteria ialoidea persistente" e spesso non da sintomi apprezzabili.
L’indagine ecografica fornisce informazioni essenziali per la diagnosi di persistenza del vitreo primitivo iperplastico definendo la presenza della lesione, la sua estensione, il coinvolgimento retinico e della papilla del nervo ottico e la possibilità di definire o meno il tipo di intervento.
Un caro saluto.
[#3]
Oculista
Carissima,
come le ho spiegato è importante stabilire se c'è solamente una arteria ialoidea persistente od una presenza anche di vitreo primario(le due cose sono spesso contemporanee) con una opacità del cristallino e/o di una membrana retro-cristallinica . Ogni opacità del cristallino deve essere rimossa se si vuole garantire alle immagini di raggiungere nitidamente la retina. Il problema è quindi stabilire in primo luogo, se si tratta di una tunica vasculosa persistente o di un vitreo primitivo iperplastico (la prognosi chirurgica è nel secondo caso peggiore) ed, in secondo luogo, quali sono le reali possibilità di ottenere un buon risultato visivo.
Purtroppo però queste giuste diagnosi ed i successivi interventi devono essere effettuati prestissimo perché,ad esempio nella persistenza di vitreo primario,dopo i quattro mesi l'intervento è pressoché inutile!
Comunque se è vero che il visus è di 2/10,quanto detto sembra non essere il caso di specie e quindi la funzione visiva esiste!
Un saluto
come le ho spiegato è importante stabilire se c'è solamente una arteria ialoidea persistente od una presenza anche di vitreo primario(le due cose sono spesso contemporanee) con una opacità del cristallino e/o di una membrana retro-cristallinica . Ogni opacità del cristallino deve essere rimossa se si vuole garantire alle immagini di raggiungere nitidamente la retina. Il problema è quindi stabilire in primo luogo, se si tratta di una tunica vasculosa persistente o di un vitreo primitivo iperplastico (la prognosi chirurgica è nel secondo caso peggiore) ed, in secondo luogo, quali sono le reali possibilità di ottenere un buon risultato visivo.
Purtroppo però queste giuste diagnosi ed i successivi interventi devono essere effettuati prestissimo perché,ad esempio nella persistenza di vitreo primario,dopo i quattro mesi l'intervento è pressoché inutile!
Comunque se è vero che il visus è di 2/10,quanto detto sembra non essere il caso di specie e quindi la funzione visiva esiste!
Un saluto
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 10.2k visite dal 27/12/2008.
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