Femtolasik

Salve, ho 31 anni e dopo lunghe e tormentate valutazioni avrei deciso di effettuare la chirurgia refrattiva.

Mi sono recato ad un centro specialistico a Siena dove in teoria avrei dovuto sostenere operazione.

Dopo aver effettuato tutti gli esami, con i vari giovani medici e averli passati (oct, topografia con occhio normale e dilatato, pressione, fondo oculare, etc) arrivo finalmente dal professore.

Il dottore tira fuori una fotografia raffigurante degli aloni notturni e mi informa che avendo una pupilla molto larga esiste la possibilità che io possa avere degli aloni notturni.


Apprezzo l'onestà intellettuale che lo ha portato ad informarmi del caso specifico, allontanando la possibilità che voglia esclusivamente lucrare ma essendo io una persona molto pragmatica chiedo quale possa essere la percentuale incidente, nella letteratura medica, per questo tipo di problema.

Dunque il professore si dimostra più vago e poco convincente, lasciando a me la esclusiva decisione della operazione, subordinata alla sottoscrizione di liberatoria.

Chiedo perlomeno quanto possa essere a spanne l'incidenza del rischio.
90 %?
50%?
10%?
Nulla.
Il professore cita anche la massima: In dubiis abstine.


Ora tralasciando la mia idea che il liceo classico sia la rovina di questo paese e che il tutto sia scevro di un approccio scientifico, io sono uscito con più dubbi che certezze.

è chiaro che la decisione spetta a me e nessuno chiede al professore la riuscita al 100% ma perlomeno conoscere il rischio.

Detto ciò ho fatto quello che un paziente non dovrebbe mai fare, ho iniziato a cercare su internet, ho chiamato i vari amici medici che però hanno altra forma mentis ed è chiaro che un internista o medico di base oltre a non sapere niente di laser hanno un approccio al problema totalmente opposto ma non per questo sbagliato.


Su internet ho letto che utilizzando un laser con un raggio di 9 mm si elimina, o perlomeno si riduce al minimo, il problema degli aloni.


Allora ho chiamato direttamente bausch e lomb per sapere se per il modello utilizzato esiste una documentazione indicante percentuali e rischi e altresì una possibile riconferma sul raggio del laser.
Il macchinario in questione arriva a 6 mm.


Chiaramente, pur essendo come dice il mio amico internista, il paziente che nessun medico vorrebbe incontrare, riconosco però la esclusiva potestà nell' effettuare una diagnosi e quindi mi reco da altro professionista di Firenze.

Quest'ultimo effettua oct e topografia senza dilatare occhio e alla mia domanda se la mia pupilla fosse grande e soggetta a rischio di eventuali aloni notturni, mi dice che il suo macchinario potrebbe anche arrivare a 9 mm ma sarebbe una cosa inutile perché a suo dire la mia pupilla è molto piccola e dilatandosi in condizione di poca luce, non interesserebbe la zona periferica del laser.
Quindi gli aloni notturni sembrerebbero cosa residuale e da non prendere in considerazione.

Quindi quale delle due correnti è la prevalente?
[#1]
Dr. Ferdinando Munno Oculista 2.8k 168
salve,
dipende molto dalle macchine. oramai il rischio di aloni è superato, i vecchi laser avevano un diametro di trattamento limitato. quelli che arrivano a 9 non hanno alcun rischio di aloni notturni.
si faccia guidare da uno specialista con tecnologia all'avanguardia.

Dr. Ferdinando Munno - Medico Chirurgo
Specialista in Oftalmologia
www.studiocarbonemunno.it