Impianto dentale a forma di radice

Salve. Volevo chiedere a tutti gli esperti cosa ne pensano di un tipo di impianti dentali a forma di radice che attualmente vengono istallati solo in Autria. I vantaggi sono molteplici,e del resto la soluzione sembra essere quella più ovvia ovvero sostituire un elemento con una protesi il più possibile simile a quella umana. Pechè al contrario tutto il resto del mondo pratica gli impianti a vite tradizionali? Possono esserci delle complicazioni nel sistema di impianti dentali a forma di radice? Vorrei recarmi da loro in Austria per istallarne uno al posto di un molare affetto da granuloma. Come mai dopo nove anni di sperimentazione questo sistema non ha ancora l'approfazione della FDA? Cosa comporta che un dispositivo non ha l'approvazione della FDA?
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Dr.ssa Giulia Bernkopf Dentista, Ortodontista, Gnatologo 899 24
Buongiorno.
Non capisco con esattezza cosa significhi "a forma di radice". Se si tratta della rastremazione progressiva in direzione apicale, si tratta di conformazione che molte ditte prevedono.
Dovrebbe spiegare meglio a cosa si riferisce.
Aggiungo che l'immediata sostituzione con impianto di un dente estratto affetto da granuloma apicale presenta un certo rischio: attenderei del tempo fra l'estrazione e l'inserzione dell'impianto, per essere certo della sanificazione dell'osso che lo accoglierà.
Cordiali saluti.

Dr.ssa Giulia Bernkopf-Vicenza-Roma.
Odontoiatra, Specialista in Ortognatodonzia.Gnatologa
dott.g.bernkopf@gmail.com - www.bettega-bernkopf.it

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dopo
Utente
Utente
Non so se posso postare il link della clinica che produce e istalla questo tipo di impianti, si trova a Vienna comunque e produce impianti in zirconia letteralmente con la forma della radice appena estratta. Quindi se è un molare l'impianto avrà addirittura 4 radici o 3 non ricordo. Essendo in tutto e per tutto uguale alla radice appena estratta per inserire l'impianto non ci può e non ci deve essere rigenerazione ossea, va semplicemente inserito nella cavità post estrattiva al posto della radice naturale. Se è passata più di una settimana dalla rimozione del dente questo sistema non può essere più applicato, e l'estrazione deve essere eseguita con "dolcezza" dicono loro. Attualmente solo loro eseguono questo tipo di intervento ma stanno provando a pubblicizzare il loro metodo anche negli altri studi dentistici promuovendosi di realizzare l'impianto a partire da un rilievo eseguito sul paziente da qualunque dentista voglia adottare questo metodo e spedire l'impianto a domicilio.
Il vantaggio è quello di avere un'implantologia immediata post-estrattiva, ma soprattutto di eliminare quel microspazio che si viene a creare negli impianti tradizionali fra capsula e gengiva (cosa che mi è capitata in un impianto precedente). Con questo sistema la protesi dovrebbe essere uguale in tutto e per tutto a un dente naturale.
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Dr. Enzo Di Iorio Dentista, Odontostomatologo 3.2k 128 29
Se ne parla in un blog sul nostro sito.
E' una soluzione sperimentale non scevra da problematiche tecniche.
Chi ha detto che se l'impianto viene inserito nell'alveolo subito dopo l'estrazione non è necessaria rigenerazione ossea? All'estrazione si associa sempre e comunque una certa quota di riassorbimento osseo dovuta alla perdita di vascolarizzazione per la quota proveniente dal legamento alveolo dentario che viene perso insieme al dente che si estrae. Inserire immediatamente l'impianto non contrasta questo processo, anzi, inserire un impianto troppo" preciso" nell'alveolo farà si che a quarigione avvenuta, una buona parte di esso si troverà fuori dall'osso che si è intanto riassorbito. C'è tanta letteratura su questo.
E un dente parodontopatico estratto perché ha perso l'osso che lo circonda, dove lo si inserisce nella sola gengiva?
Inoltre vorrei vederli questi austriaci estrarre e reinserire in un alveolo di un sesto superiore con 3 radici curve, divergenti o che son confluenti all'apice. Per esser estratte e soprattutto inserite insieme le radici dovrebbero esser parallele, cosa questa che in natura è rarissima.
Al limite la soluzione potrebbe esser percorribile per i monoradicolati, ma solo per quelli che vengono estratti non per motivi parodontali.
Al momento nulla più di un modello sperimentale.
Magari se ne riparlerà tra anni.
La vera innovazione sarebbe far ricrescere denti naturali partendo da cellule staminali.
Per ora stop alla fantascienza, ricordo che l'implantologia tradizionale ha un tasso di successi tra il 95 e il 98%...non mi sembra poi così male.
Le linko il blog se volesse dargli un'occhiata:
https://www.medicitalia.it/blog/odontoiatria-e-odontostomatologia/5307-fantaodontoiatria-un-impianto-che-ha-la-forma-della-radice-del-dente-estratto.html

Cordiali saluti