Carcinoma anaplastico della tiroide
Salve a tutti, ho scritto sempre su questo sito a riguardo della malattia di mia mamma (tumore al seno) deceduta quasi due anni fa, e mi siete stati davvero molto d'aiuto, specialmente il Dott. Carlo Pastore di Roma che ha una professionalità ed un'umanita eccellente. Mi ritrovo di nuovo qui, dopo un po' di tempo, a sottoporvi una nuova spiacevole situazione e vi ringrazio per l'aiuto che, anche questa volta, sono sicuro mi fornirete con la professionalità che vi contraddistingue.
Ieri mia suocera, 59 anni, è stata sottoposta ad un intervento di tiroidectomia. I medici, basandosi sui risultati dell’ago aspirato, hanno ipotizzato che si tratti di un carcinoma tiroideo analaplastico e quindi raro, aggressivo e non rispondente ai trattamenti in maniera ottimale. Non hanno però ancora dato alcuna certezza che si tratti effettivamente di quella specifica forma di tumore (documentandomi ho letto che la forma a piccole cellule dev’essere attentamente differenziata da un linfoma).
Premetto che mia suocera è sempre stata sotto controllo perché affetta da ipotiroidismo ma ultimamente i valori erano rientrati nella norma e quindi non si curava più a tal riguardo. Anche ultimamente, da quando le è stata diagnosticata la malattia, non ha avuto nessun tipo di sintomo (nemmeno il rigonfiamento del gozzo) quindi nulla faceva presagire tale responso.
Ma veniamo alla mia domanda. Quello che volevo chiedere è questo: visto che ieri il tumore è stato asportato, e quindi i medici lo hanno "visto", è possibile risalire a quale tipologia di carcinoma tiroideo si tratti al solo esame “visivo” o bisogna comunque aspettare i risultati istologici? O questi ultimi vanno a valutare solo i sottotipi di aggressività del carcinoma anaplastico?
E poi, considerando che mia suocera non ha metastasi, quante speranze ci sono nel caso in cui si tratti davvero del carcinoma anaplastico?
Non so se sono riuscito ad esprimermi bene. Forse non ho fornito abbastanza elementi di giudizio ma la diagnosi non è ancora certa e quindi non ho in mano nulla per darvi ulteriori dettagli. Spero di aver, in ogni caso, posto le domande in maniera chiara e vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
Ieri mia suocera, 59 anni, è stata sottoposta ad un intervento di tiroidectomia. I medici, basandosi sui risultati dell’ago aspirato, hanno ipotizzato che si tratti di un carcinoma tiroideo analaplastico e quindi raro, aggressivo e non rispondente ai trattamenti in maniera ottimale. Non hanno però ancora dato alcuna certezza che si tratti effettivamente di quella specifica forma di tumore (documentandomi ho letto che la forma a piccole cellule dev’essere attentamente differenziata da un linfoma).
Premetto che mia suocera è sempre stata sotto controllo perché affetta da ipotiroidismo ma ultimamente i valori erano rientrati nella norma e quindi non si curava più a tal riguardo. Anche ultimamente, da quando le è stata diagnosticata la malattia, non ha avuto nessun tipo di sintomo (nemmeno il rigonfiamento del gozzo) quindi nulla faceva presagire tale responso.
Ma veniamo alla mia domanda. Quello che volevo chiedere è questo: visto che ieri il tumore è stato asportato, e quindi i medici lo hanno "visto", è possibile risalire a quale tipologia di carcinoma tiroideo si tratti al solo esame “visivo” o bisogna comunque aspettare i risultati istologici? O questi ultimi vanno a valutare solo i sottotipi di aggressività del carcinoma anaplastico?
E poi, considerando che mia suocera non ha metastasi, quante speranze ci sono nel caso in cui si tratti davvero del carcinoma anaplastico?
Non so se sono riuscito ad esprimermi bene. Forse non ho fornito abbastanza elementi di giudizio ma la diagnosi non è ancora certa e quindi non ho in mano nulla per darvi ulteriori dettagli. Spero di aver, in ogni caso, posto le domande in maniera chiara e vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
[#1]
Gentile Utente,
la valutazione istologica è senz'altro dirimente. Mediante l'istologia si riesce a comprendere quale forma di malattia è presente, cosa che non si riesce a stabilire alla sola visione macroscopica. I carcinomi anaplastici della tiroide hanno una certa aggressività ed occorre notevole scrupolo nel proseguio diagnostico/terapeutico.
un caro saluto
la valutazione istologica è senz'altro dirimente. Mediante l'istologia si riesce a comprendere quale forma di malattia è presente, cosa che non si riesce a stabilire alla sola visione macroscopica. I carcinomi anaplastici della tiroide hanno una certa aggressività ed occorre notevole scrupolo nel proseguio diagnostico/terapeutico.
un caro saluto
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dottore, scrivo perchè sono passati ormai più di 15 giorni dall'intervento di tiroidectomia di mia suocera, ma ancora non si sono avuti i risultati del test istologico.
Mi chiedevo una cosa, visto che la certezza di quale delle 4 forme tumorali tiroidee è presente si può avere SOLO dai risultati istologici, cosa può aver spinto i medici ad ipotizzare (quasi con certezza e prima di qualsiasi risontro istologico) che si tratti di quella anaplastica?
Dico questo perchè ci sono pareri discordanti tra chirurgo ed endocrinologo: mentre il primo ha fatto intendere che quasi con certezza si tratta di quella anaplastica il secondo ha affermato che non lo si può escludere, ma non è detto che sia quella. E sono due visioni ben diverse.
So che chiaramente è difficile predire quali delle due visioni sia più giusta non conoscendo nello specifico il caso ma chiedendo anche altri pareri mi è stato detto, come ha asserito anche lei nella risposta precedente, che solo l'istologico può illuminare il caso. Da questa constatazione deduco che la visione dell'endocriologo sia più corretta di quella del chirurgo che si è basato solo su un'ecografia e sull'ago aspirato senza certezze alcune e dando quindi per quasi certa solo una sua ipotesi.Se poi esiste la possibilità di poter predire di quale forma tumorale si tratti senza l'istologico allora le cose cambiano.
La ringrazio cordialmente qualora volesse fornirmi un'ulteriore supportoa questa vicenda.
Con Stima.....
Mi chiedevo una cosa, visto che la certezza di quale delle 4 forme tumorali tiroidee è presente si può avere SOLO dai risultati istologici, cosa può aver spinto i medici ad ipotizzare (quasi con certezza e prima di qualsiasi risontro istologico) che si tratti di quella anaplastica?
Dico questo perchè ci sono pareri discordanti tra chirurgo ed endocrinologo: mentre il primo ha fatto intendere che quasi con certezza si tratta di quella anaplastica il secondo ha affermato che non lo si può escludere, ma non è detto che sia quella. E sono due visioni ben diverse.
So che chiaramente è difficile predire quali delle due visioni sia più giusta non conoscendo nello specifico il caso ma chiedendo anche altri pareri mi è stato detto, come ha asserito anche lei nella risposta precedente, che solo l'istologico può illuminare il caso. Da questa constatazione deduco che la visione dell'endocriologo sia più corretta di quella del chirurgo che si è basato solo su un'ecografia e sull'ago aspirato senza certezze alcune e dando quindi per quasi certa solo una sua ipotesi.Se poi esiste la possibilità di poter predire di quale forma tumorale si tratti senza l'istologico allora le cose cambiano.
La ringrazio cordialmente qualora volesse fornirmi un'ulteriore supportoa questa vicenda.
Con Stima.....
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 13.6k visite dal 30/04/2011.
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