Adenocarcinoma scarsamente differenziato dell'appendice vermiforme
Sono affetta da adenocarcinoma scarsamente differenziato dell'appendice vermiforme con aspetti a cellule ad anello con castone e di attività neuroendocrina (neoplasia mista: adenocarcinoma carcinoide) con metastasi linfonodi omentale e ovarica ed invasione ureterale pT4 N2 MI.. Componente neuroendocrina 20%
Ad ottobre 2009 sono stata sottoposta a due interventi chirurgici per asportazione dell'annesso destro (hanno individuato prima la metastasi all'ovaio del tumore originario) ed in seguito per emiperitoneo, e nell'occasione hanno individuato il tumore e lo hanno asportato con emicolectomia destra, omentectomia totale, resezione segmentaria ureterale dx, posizionamento doppio J (che ancora oggi sostituisco regolarmente).
In seguito ho effettuato 12 cicli di chemioterapia adiuvante con Folfox4 + Avastin.
A giugno 2010 ho iniziato il follow up, ma a gennaio 2011 la TAC ha evidenziato un'altra metastati all'ovaio superstite, che mi è stato rimosso a febbraio.
Durante l'intervento è stata scoperta una diffusa carcinosi peritoneale e due masse di tessuto, una sull'utero e una sull'uretere destro.
Ho inoltre effettuato PET total body e scintigrafia con octreoscan, entrambe negative.
Ho dovuto ritardare l'inizio della chemioterapia per frequenti episodi subocclusivi, che tutt'oggi mi affliggono.
Ho effettuato quindi 6 cicli di chemioterapia secondo protocollo EXC, con sopraggiunta intolleranza all'epirubicina dal 5 e quindi sospendendola per anche il 6 ciclo.
Ho effettuato due TAC negli ultimi 4 mesi, che riportano stabilità delle due masse e la scomparsa dell'ascite, che mi dicono essere segno di miglioramento.
Ho chiesto consulto ad un chirurgo specializzato per valutare un intervento di chemioipertermia e peritectomia, ma ha ritenuto non fosse il caso di operarmi.
In seguito a ciò la mia oncologa ha suggerito di iniziare una nuova chemioterapia con FOLFIRI, e rivalutare la malattia dopo 6 cicli.
Vorrei sapere qual è la prognosi possibile in un caso come il mio. Ci sono reali possibilità di guarigione o devo sperare di cronicizzare la malattia il più a lungo possibile?
Inoltre mi interrogavo a riguardo della ipertermia. Potrebbe essere un trattamento utile nel mio caso?
Insistereste con altri consulti riguardo alla chemioipertermia?
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
L.
Ad ottobre 2009 sono stata sottoposta a due interventi chirurgici per asportazione dell'annesso destro (hanno individuato prima la metastasi all'ovaio del tumore originario) ed in seguito per emiperitoneo, e nell'occasione hanno individuato il tumore e lo hanno asportato con emicolectomia destra, omentectomia totale, resezione segmentaria ureterale dx, posizionamento doppio J (che ancora oggi sostituisco regolarmente).
In seguito ho effettuato 12 cicli di chemioterapia adiuvante con Folfox4 + Avastin.
A giugno 2010 ho iniziato il follow up, ma a gennaio 2011 la TAC ha evidenziato un'altra metastati all'ovaio superstite, che mi è stato rimosso a febbraio.
Durante l'intervento è stata scoperta una diffusa carcinosi peritoneale e due masse di tessuto, una sull'utero e una sull'uretere destro.
Ho inoltre effettuato PET total body e scintigrafia con octreoscan, entrambe negative.
Ho dovuto ritardare l'inizio della chemioterapia per frequenti episodi subocclusivi, che tutt'oggi mi affliggono.
Ho effettuato quindi 6 cicli di chemioterapia secondo protocollo EXC, con sopraggiunta intolleranza all'epirubicina dal 5 e quindi sospendendola per anche il 6 ciclo.
Ho effettuato due TAC negli ultimi 4 mesi, che riportano stabilità delle due masse e la scomparsa dell'ascite, che mi dicono essere segno di miglioramento.
Ho chiesto consulto ad un chirurgo specializzato per valutare un intervento di chemioipertermia e peritectomia, ma ha ritenuto non fosse il caso di operarmi.
In seguito a ciò la mia oncologa ha suggerito di iniziare una nuova chemioterapia con FOLFIRI, e rivalutare la malattia dopo 6 cicli.
Vorrei sapere qual è la prognosi possibile in un caso come il mio. Ci sono reali possibilità di guarigione o devo sperare di cronicizzare la malattia il più a lungo possibile?
Inoltre mi interrogavo a riguardo della ipertermia. Potrebbe essere un trattamento utile nel mio caso?
Insistereste con altri consulti riguardo alla chemioipertermia?
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
L.
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Gentile Utente,
la proposta del FOLFIRI è valida. Suggerirei anche di dosare la cromogranina A nel sangue; questo esame risulta complementare all'octreoscan ed inoltre nel tempo la popolazione delle cellule tumorali può modificare ed esprimere (magari anche in minima parte) caratteristica neuroendocrina. A mio avviso occore puntare nella condizione clinica descritta ad una stabilizzazione di malattia. L'ipertermia capacitiva profonda esterna (vedi sito www.ipertermiaitalia.it) è un utile complemento.
un caro saluto
la proposta del FOLFIRI è valida. Suggerirei anche di dosare la cromogranina A nel sangue; questo esame risulta complementare all'octreoscan ed inoltre nel tempo la popolazione delle cellule tumorali può modificare ed esprimere (magari anche in minima parte) caratteristica neuroendocrina. A mio avviso occore puntare nella condizione clinica descritta ad una stabilizzazione di malattia. L'ipertermia capacitiva profonda esterna (vedi sito www.ipertermiaitalia.it) è un utile complemento.
un caro saluto
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.7k visite dal 25/10/2011.
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