Terapia (chemio o radio) a paziente con stenosi mitralica e cuore fibrillato
gentilissimi medici, mia madre ha 66 anni e ha subito un intervento chirurgico il 6 dicembre scorso per l'asportazione di un adenocarcinoma del grosso intestino al sigma-retto forse causato da una diverticolite o da neoplasia. L'esame istologico ha evidenziato pT3 N1 Mx.
Ho un dubbio poichè prima dell'intervento la biopsia, eseguita in altra sede, era risultata negativa. com'è possibile?
Il medico che l'ha operata ci ha prospettato una cura radioterapica (o chemio?) da concordare insieme ad un oncologo fra 2 mesi.
MIa madre ha da tempo una stenosi mitralica e assume il lanitop e da tre anni circa anche il coumadin poichè il cuore si è fibrillato.
Vorrei il vostro nobile parere sulle complicazioni che potrebbe avere con la futura terapia o ogni consiglio che può aiutarla/ci.
grazie
Ho un dubbio poichè prima dell'intervento la biopsia, eseguita in altra sede, era risultata negativa. com'è possibile?
Il medico che l'ha operata ci ha prospettato una cura radioterapica (o chemio?) da concordare insieme ad un oncologo fra 2 mesi.
MIa madre ha da tempo una stenosi mitralica e assume il lanitop e da tre anni circa anche il coumadin poichè il cuore si è fibrillato.
Vorrei il vostro nobile parere sulle complicazioni che potrebbe avere con la futura terapia o ogni consiglio che può aiutarla/ci.
grazie
[#1]
Caro utente,
in relazione al caso che ci espone lo stadio clinico-patologico(pT3,pN1) è tale da consigliare un trattamento adiuvante, cioè di completamento all'intervento chirugico, dato il rischio di recidiva locale e di possibile metastasi a distanza. Tale trattamento adiuvante, di solito, è composto da una combinazione di radiochemioterapia. La radioterapia ha la possibilità concreta di ridurre le recidive locali nell'ambito pelvico, la chemioterapia di ridurre il rischio di diffusione di micrometastasi occulte in altre sedi e quindi successivamente di metastasi a distanza.
Relativamente alla radioterapia la rassicuro a priori dicendole, per quanto ci riporta, che il trattamento non dovrebbe avere controindicazioni, anche se sussiste una alterazione funzionale cardiaca. Sulla chemoterapia invece sono limitati alcuni tipi di antiblastici(antracicline,Taxani, non indicati di solito per queste sedi tumorali)laddove ci sia una riduzione della funzionalità cardiaca.
Potrà comunque aggiungere in merito all'aspetto farmacologico, altri dettagli un oncologo medico del nostro forum
in relazione al caso che ci espone lo stadio clinico-patologico(pT3,pN1) è tale da consigliare un trattamento adiuvante, cioè di completamento all'intervento chirugico, dato il rischio di recidiva locale e di possibile metastasi a distanza. Tale trattamento adiuvante, di solito, è composto da una combinazione di radiochemioterapia. La radioterapia ha la possibilità concreta di ridurre le recidive locali nell'ambito pelvico, la chemioterapia di ridurre il rischio di diffusione di micrometastasi occulte in altre sedi e quindi successivamente di metastasi a distanza.
Relativamente alla radioterapia la rassicuro a priori dicendole, per quanto ci riporta, che il trattamento non dovrebbe avere controindicazioni, anche se sussiste una alterazione funzionale cardiaca. Sulla chemoterapia invece sono limitati alcuni tipi di antiblastici(antracicline,Taxani, non indicati di solito per queste sedi tumorali)laddove ci sia una riduzione della funzionalità cardiaca.
Potrà comunque aggiungere in merito all'aspetto farmacologico, altri dettagli un oncologo medico del nostro forum
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#2]
Utente
gen.mo Dr Alongi la ringrazio per la solerte risposta.
Il medico che l'ha operata ha parlato di sola radioterapia, forse l'oncologo in futuro ci consiglierà diversamente.
In merito a quanto da me riportato, per complatezza le riporto l'esame isologico rilasciatoci:
Notizie cliniche:
paziente con problemi emocoagulativi, stenosi serrata del sigma da neoplasia o da neoplasia.
Biopsia colon eseguita in altra sede negativa.
Reperto Macroscopico:
Tratto di grosso intestino lunghezza cm 21. A cm 3 da un margine di resezione chirurgica si apprezza ulcera stenosante, diam max cm 3, ad estensione circonferenziale, e in corrispondenza di essa, nel cellulare adiposo, formazione diverticolare.
Dal cellulare adiposo periviscerale si isolano 12 linfonodi.
Diagnosi intraoperatoria:
Adenocarcinoma del grosso intestino.
Diagnosi:
Adenocarcinoma ben differenziato del grosso intestino infiltrante a tutto spessore la tonaca muscolare e focalmente il cellulare adiposo periviscerale.
Metastasi in 1 linfonodo pericolico.
Margini di resezione chirurgica esenti da neoplasia.
In prossimità della neoplasia diverticolite subacuta-cronica.
pT3 N1 Mx
Indagini immunoistochimiche:
EGF-r positivo nel 90% delle cellule neoplastiche, a sede citoplasmatica, con moderata intensità.
Ci hanno inoltre riferito che è stata toccata l'uretra durante l'operazione ed è stato necessario il parere di un urologo.
Grazie ancora per i preziosi consigli.
Buona giornata
Il medico che l'ha operata ha parlato di sola radioterapia, forse l'oncologo in futuro ci consiglierà diversamente.
In merito a quanto da me riportato, per complatezza le riporto l'esame isologico rilasciatoci:
Notizie cliniche:
paziente con problemi emocoagulativi, stenosi serrata del sigma da neoplasia o da neoplasia.
Biopsia colon eseguita in altra sede negativa.
Reperto Macroscopico:
Tratto di grosso intestino lunghezza cm 21. A cm 3 da un margine di resezione chirurgica si apprezza ulcera stenosante, diam max cm 3, ad estensione circonferenziale, e in corrispondenza di essa, nel cellulare adiposo, formazione diverticolare.
Dal cellulare adiposo periviscerale si isolano 12 linfonodi.
Diagnosi intraoperatoria:
Adenocarcinoma del grosso intestino.
Diagnosi:
Adenocarcinoma ben differenziato del grosso intestino infiltrante a tutto spessore la tonaca muscolare e focalmente il cellulare adiposo periviscerale.
Metastasi in 1 linfonodo pericolico.
Margini di resezione chirurgica esenti da neoplasia.
In prossimità della neoplasia diverticolite subacuta-cronica.
pT3 N1 Mx
Indagini immunoistochimiche:
EGF-r positivo nel 90% delle cellule neoplastiche, a sede citoplasmatica, con moderata intensità.
Ci hanno inoltre riferito che è stata toccata l'uretra durante l'operazione ed è stato necessario il parere di un urologo.
Grazie ancora per i preziosi consigli.
Buona giornata
[#3]
Utente
Buonasera gentili medici,mi ritrovo qui a scrivere poichè la malattia ha preso una brutta piega: all'ultima TAC total body è emersa, all'addome superiore, una 'grossolana formazione costantemente ipodensa di verosimile natura ripetitiva occupa buona parte (VIII,VII e V seg) del lobo destro (120x92mm). Altre formazioni nodulari satellitari di minori dimensioni con stesse caratteristiche sempre a carico del parenchima epatico. Milza, pancreas e reni esenti da lesioni focali. Non adenopatie di dimensioni significative in sede sottodiaframmatica'.
Il chirurgo ci ha indicato un oncologo che sta facendo analizzare il materiale oggetto di indagine istologica prelevato 2 anni fa durante l'intervento chirurgico (sopra riportata), per poterne ricavare il K-RAS.
Devo anche informarvi che mia madre, dall'intervento del 6 dicembre 2007, è rimasta stomatizzata fino ad oggi poichè nel frattempo, un anno fa circa, è stata operata per la sostituzione valvolare mitralica mediante impianto di protesi meccanica sorin Bicarbon n25, con esito positivo, intervento necessario per la successiva ricanalizzazione ed eliminazione dello stoma, che purtroppo non è stato più possibile eseguire, visti gli esiti sulla metastasi epatica. Ha terminato il primo ciclo di chemioterapia a casa con Xeloda 500mg cacpecitabina con 3+3 cp al gg per 7gg oltre alla prima flebo fatta in ospedale. Vi chiedo un vs preziosissimo parere in merito. PS mia madre è stata davvero bene fino a luglio, quando, per prepararla all'intervento che sarebbe dovuto avvenire in settembre, ha fatto una cura di mesalazina sandoz 2g orale; dopo ha cominciato ad avere la febbricola serale/notturna tra i 37 e i 38°C. Grazie ancora.
Il chirurgo ci ha indicato un oncologo che sta facendo analizzare il materiale oggetto di indagine istologica prelevato 2 anni fa durante l'intervento chirurgico (sopra riportata), per poterne ricavare il K-RAS.
Devo anche informarvi che mia madre, dall'intervento del 6 dicembre 2007, è rimasta stomatizzata fino ad oggi poichè nel frattempo, un anno fa circa, è stata operata per la sostituzione valvolare mitralica mediante impianto di protesi meccanica sorin Bicarbon n25, con esito positivo, intervento necessario per la successiva ricanalizzazione ed eliminazione dello stoma, che purtroppo non è stato più possibile eseguire, visti gli esiti sulla metastasi epatica. Ha terminato il primo ciclo di chemioterapia a casa con Xeloda 500mg cacpecitabina con 3+3 cp al gg per 7gg oltre alla prima flebo fatta in ospedale. Vi chiedo un vs preziosissimo parere in merito. PS mia madre è stata davvero bene fino a luglio, quando, per prepararla all'intervento che sarebbe dovuto avvenire in settembre, ha fatto una cura di mesalazina sandoz 2g orale; dopo ha cominciato ad avere la febbricola serale/notturna tra i 37 e i 38°C. Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.1k visite dal 12/02/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.