Se un oncologo è in linea, per favore, risponda...

Mia madre ha un canciroma della testa del pancreas in stadio avanzato (10 cm di massa ai primi di luglio). Non abbiamo altre notizie perchè non siamo in possesso della catella clinica e sul foglio di dimissioni non è stato indcato altro. E' stata seguita presso un reparto di gastroenterologia, dove le è stato prescritto, come terapia del dolore, Contramal (30 gtt anche ogni 4 ore). In questi giorni di ferragosto la situazione è precipitata: le gocce stanno perdendo efficacia e stanotte è stata malissimo.Abbiamo chiamato il reparto che l'ha seguita spiegando la situazione e ci hanno chiesto di presentarci con la paziente appena possibile, con una prescrizione del medico di base per ricovero in day hospital, durante il quale avrebbero valutato le condizioni generali per, eventualmente, adeguare la terapia.Senza nulla togliere alle competenze dei medici che l'hanno seguita, ritenete che sia opportuno chiedere un consulto ad un centro oncologico specializzato per la prescrizione di una terapia per il dolore che le consenta di avere una qualità della vita dignitosa fino alla fine o è preferibile che sia seguita dallo stesso reparto che ha effettuato la diagnosi? Per favore, dateci un consiglio, non sappiamo cosa fare. Grazie...
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Una neoplasia deve essere seguita da un centro di oncologia (e lì a Cagliari ve ne sono); la terapia del dolore sino a certi livelli è gestita dagli oncologi, che richiederanno l'ausilio dei terapisti del dolore in caso di necessità d'inserimento di pompe spinali o alcolizzazione del plesso celiaco (nel suo caso).

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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dopo
Attivo dal 2008 al 2013
Ex utente
Gentilissimo Dr. D'Angelo, la ringrazio infinitamente per la sua sollecita risposta. Domattina stessa richiederemo la cartella clinica e contatteremo una struttura presso nostra città per avere un consulto.Distinti saluti.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
ci tenga informati.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2013
Ex utente
La terremo senz'altro informata. Ieri pomeriggio ha avuto febbre alta e non riusciva ad urinare. Non essendo a disposizione il medico di famiglia, abbiamo dovuto ricorrere a quello di guardia che l'ha visitata ed ha verificato che la vescica non era piena, ipotizzando una disidratazione per la febbre ma consigliandoci anche di contattare l'ospedale per capire se il tumore può avere invaso anche i reni. Fra un pò sentiremo i medici e le faremo sapere.
La ringrazio per la sua disponibilità.
Cordiali saluti.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2013
Ex utente
In questa settimana la situazione di mamma è notevolmente precipitata: non mangia quasi niente, ha avuto diversi episodi di febbre che associati alla malnutrizione hanno provocato una seria disidratazione che il medico di famiglia ha provveduto a risolvere prescrivendo la somministrazione via flebo di glucosato, sali minerali e aminoacidi. E' insorto progressivamente anche uno stato di demenza agitativa: pur non reggendosi in piedi vuole spostarsi da una stanza all'altra, urina dove le capita, non ricorda cos'ha mangiato, non riconosce gli ambienti in cui si trova.
All'inizio della settimana (quando la situazione non era ancora così grave)mia sorella ha contattato un centro oncologico descrivendo la storia clinica. L'oncologo di riferimento ha chiesto di poterla visitare lunedi' 25 agosto, portando anche la cartella clinica, chiedendo di interrompere nel frattempo la terapia e sostituendola con Transtec 35 mg. cerotti. Intanto abbiamo provveduto a richiedere la cartella clinica presso il reparto di gastroenterologia dove ci hanno comunicato che non potrà essere pronta prima di 10/15 giorni...
Stamattina ricontatteremo l'oncologo per chiedere se può visitarla, ed eventualmente provvedere a un ricovero d'urgenza, anche senza cartella clinica.
Vi terremo aggiornati.

Cordiali saluti
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dopo
Attivo dal 2008 al 2013
Ex utente
Mia madre è volata via mercoledì 17 settembre. Ora non soffre più... Abbiamo cercato di farla ricoverare in diverse circostanze perchè lei esplicitava il bisogno di avere accanto personale medico (forse questo la rassicurava...), ma nessuno l'ha accolta dicendo che in ospedale avrebbe effettuato la stessa terapia prescritta a domicilio e che, forse, sarebbe stata meglio accanto ai suoi familiari. Mi torna in mente sempre una domanda che non ha risposta: potevamo fare qualcos'altro per alleviarle le sofferenze?
Un ringraziamento per le vostre risposte.

Cordiali saluti.
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