La chemio è proprio necessaria?

Prima di rivolgermi ad altro specialista (ne abbiamo consultato solo uno) vorrei sapere: nel caso in cui viene asportato l'utero (mia mamma ha 65 anni) e dall'esame istologico risulta la presenza di un carcinoma all'ovaia sinistra è prassi in genere fare un ciclo di chemioterapia preventiva? Cioè se dopo un intervento risulta la presenza di un carcinoma (non rilevato in precedenza perchè racchiuso in una cisti) nei tessuti asportati, si procede sempre con la chemio?
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

le informazioni non sono sufficienti per fornire una corretta risposta. Mi spiego: dipende molto dall'intervento chirurgico effettuato, dall'istologia della neoplasia e dallo stadio di malattia. Lo stadio di malattia viene definito sulla base di diversi parametri (grandezza della malattia, eventuali linfonodi colonizzati, coinvolgimento del peritoneo nel caso dell'ovaio etc.). Spesso si è nella condizione di opportunità di una chemioterapia adiuvante anche in considerazione del fatto che le neoplasie ovariche sono ad essa molto sensibili.

A disposizione per ulteriori delucidazioni, porgo cordialissimi saluti

Dr. Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Il risultato dell'esame istologico è:

Prelievo, sede e modalità: 1)utero
2)ovaio sx

Esame macroscopico:
1) utero di cm 10x7x6
portio cistica
endometrio di aspetto regolare
ovaio sclerotico

2) ovaio di aspetto cistico di 7 cm di diametro
All'apertura fuoriuscita di liquido torbidiccio. La superficie interna mostra alcune escrescenze papillari, la tuba di aspetto dilatato è adesa alla formazione cistica descritta



ESAME MICROSCOPICO:
1)cervicite cronica cistica
endometrio con iperplasia di tipo glandulo-cistico
pvaio destro sclerotico

2)ovaio sinistro:
quadro di cistoadenocarcinoma sieroso, papillare, moderatamente differenziato

tuba sinistra:
quadro di salpingite cronica



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Le riferisco poi le testuali parole del primario di ginecologia che ha operato mia madre: "La massa tumorale visibile era presente all'interno del cisti, che non si è rotto quando è stato asportato".


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Vista la mia ignoranza in materia, è la cosa più completa che posso dirle. Abbiamo già consultato un oncologo che ci ha consigliato una terapia chemio della durata di 4 mesi ad intervalli di 3 settimane; lo scopo è solo preventivo, in quanto, non è presente alcuna massa tumorale visibile (non è stato fatto però alcun accertamento specifico in questo senso).
La domanda è: conviene fare la chemio preventiva, o i vantaggi non sono tali da compensare gli effetti collaterali? Grazie.
[#3]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

sarei anche io favorevole ad una chemioterapia adiuvante (resta da vedere quali farmaci vengono proposti, cosa che è da valutare). Infatti gli effetti collaterali degli schemi usuali per le neoplasie ovariche non sono particolarmente disturbanti (salvo, sempre a seconda del protocollo utilizzato, la caduta dei capelli temporanea). Un atteggiamento prudente in tali neoplasie è sempre consigliato. Non sono stati asportati linfonodi localmente durante l'intervento?

Molto cordialmente

Dr. Carlo Pastore
[#4]
dopo
Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Se per linfonodo intende massa tumorale maligna (mi scusi l'ignoranza ma è la prima volta che ho a che fare con queste cose), l'unico linfonodo asportato è stato ritrovato all'interno del cisti che si trovava sull'ovaia sinistra. Prima dell'esame istologico non si è mai sospettato della massa tumorale anche se è stata effettuata una biopsia locale. A detta del primario di ginecologia che ha operato mia madre (non c'è traccia di ciò sui risultati dell'esame istologico e la cartella clinica non è ancora disponibile) il cisti è stato asportato in maniera integra (in poche parole il cisti che conteneva la massa tumorale non si è rotto mentre è stato asportato).

Per quanto riguarda i medicinali da usare l'oncologo consultato non ci ha ancora detto niente ma ha chiesto a mia madre di effettuare delle analisi (compresi i marcatori tumorali), una TAC e un ECG. Ha detto che è prassi cominciare la cura al massimo 45 giorni dopo l'intervento (è stata operata il 2 ottobre). Mia madre inoltre soffre di diabete, ipertensione e noduli alla tiroide.
[#5]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

per linfonodi si intende delle formazioni anatomiche del sistema linfatico che drenano la linfa dai vari organi. In sostanza i suddetti linfonodi possono essere coinvolti o meno dalla malattia neoplastica e ciò cambia la strategia. Comunque mi sento nuovamente di consigliare una chemioterapia adiuvante ed inoltre mi trovo in accordo con l'esecuzione di una TC total body per verificare lo stato di tutti gli organi dell'organismo. Bisogna senza dubbio tener conto delle altre patologie croniche di cui sua mamma soffre ma non comportano controindicazione assoluta all'esecuzione di una chemioterapia. Analogamente sono utili i markers tumorali anche se sarebbero ancora più utili in confronto con marcatori analoghi eseguiti prima dell'intervento chirurgico. Il marcatore che si deve monitorare nelle neoplasie ovariche è il Ca 125, ma sicuramente il collega oncologo provvederà per il meglio. Per quanto riguarda le tempistiche di inizio della terapia inrealtà meglio sarebbe iniziare il prima possibile e comunque non oltre i 30 giorni dall'intervento chirurgico.

un caro saluto

a disposizione

Dr. Carlo Pastore
[#6]
dopo
Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Dottore le voglio precisare che la TAC non è total body, ma limitata ad addome, alto e basso ventre.
Per quanto riguarda i marcatori, i risultati degli esami sono arrivati oggi:
il CA 125 è a 10,5 UI/ml.
Due mesi circa prima dell'intervento (mia madre ha iniziato ad avere delle perdite), in data 09/08/2006 il CA 125 era a 8,5 UI/ml.
Gli altri marcatori richiesti hanno tutti valori nella norma.
Il valore dei globuli bianchi, globuli rossi e piastrine è leggermente al di sotto della media (può dipendere dalla terapia antibiotica post intervento?).
[#7]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Cara Utente,

consiglierei di estendere la TC almeno al torace, oltre addome e pelvi per una maggiore garanzia di corretta stadiazione. Il Ca 125 è ok ma certamente va monitorato nel tempo. Per quanto riguarda i parametri ematochimici ed in particolare globuli bianchi, rossi e piastrine risentono ancora del trauma dell'intervento chirurgico. Comunque sicuramente non si tratta di nulla di preoccupante.

A disposizione per ulteriori chiarimenti,

molto cordialmente

Carlo Pastore
[#8]
dopo
Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Grazie per il suo aiuto. La cosa che mi interessava di più era sapere che anche lei avrebbe effettuato una terapia adiuvante in queste condizioni. Comunque la TC per la precisione è prevista per tutta la parte superiore del corpo (esclusa la testa). Ieri mi sono sbagliato. Le farò sapere appena inizia la terapia in modo da comunicarle i farmaci utilizzati.
Grazie.
[#9]
Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Ok...mi fa senza dubbio piacere ricevere notizie.

Un caro saluto

Carlo Pastore
[#10]
Attivo dal 2006 al 2008
Oncologo, Medico legale
Gentile utente

in presenza di un tumore dell'utero dopo rimozione chirurgica molti colleghi preferiscono effettuare un ciclo di chemioterapia adiuvante sia per il controlli della recidiva sia per prevenzione del processo di metastatizzazione.
La scelta del dopo intervento e' sempre in relazione all'istotipo ed al grado di estensione della patologia oncologica.

DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA

Gravidanza: test, esami, calcolo delle settimane, disturbi, rischi, alimentazione, cambiamenti del corpo. Tutto quello che bisogna sapere sui mesi di gestazione.

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