Esiti frattura comminuta malleolo

Ho 42 anni e quasi 4 mesi fa, per via di una caduta, mi sono procurata una frattura comminuta del malleolo tibiale dx.
Sono stata trattata chirurgicamente mediante 2 viti e cerchiaggio con fili di Kirshner.
Per un mese e mezzo sono stata in assoluto riposo cambiando nei successivi 3 controlli la doccia gessata collo piede che mi avevano messo dopo l’intervento.

Il piede era sempre gonfio, dolorante anche a riposo, tanto da sospettare prima una flebite e poi una lesione del tendine d’Achille. Sia l’eco-doppler ai vasi arto inf venosi, sia l’Ecografia Muscolo-tendinea T.D’Achille, hanno dato esito negativo.

In seguito mi hanno applicato il gambaletto gessato con tacco che ho portato per altre 3 settimane. Dopodichè ho iniziato a deambulare con le stampelle. Il piede risulta ancora gonfio e dolorante anche a riposo. Durante tutto questo periodo ho accusato decimi di febbre che i medici non attribuiscono al piede.

Il fisiatra mi ha prescritto cicli di magnetoterapia e rieducazione motoria ma notando uno strano gonfiore e vedendo che anche solo al tatto soprattutto in specifici punti accuso un dolore fortissimo, mi ha consigliato un’altra visita ortopedica. Nel frattempo ho rifatto l’rx e il referto diceva: “Esiti di pregressa frattura del malleolo tibiale interno trattata
chirurgicamente con mezzi di sintesi. Null'altro radiologicamente evidente.”

L’ortopedico ha trovato il collo-piede lievemente tumefatto, caldo, sudato, diagnosticandomi un’algodistrofia e prescrivendomi per 20 gg. Clody 100mg e Coefferalgan per 7gg., fisioterapia e carico sfiorante con le stampelle.
Ho iniziato la cura e la fisioterapia da 10 gg. L’articolazione è meno rigida ma il dolore anche a riposo è sempre forte e adesso, senza Coefferalgan insostenibile.

Mi sono rivolto ad un altro ortopedico che guardando le lastre ha notato una lesione osteocondrale all’astragalo contraddicendo anche l’ultimo referto del radiologo. Mi ha spiegato che sarebbe necessaria una risonanza magnetica ma che con i mezzi di sintesi non è possibile farla. Così mi propone di aspettare tutta l’estate, rimuovere i mezzi di sintesi in anticipo, a settembre fare una risonanza ed intervenire in artroscopia per rimuovere la lesione osteocondrale.

A questo punto non so cosa pensare….cosa fare…
E’ possibile che debba passare altri 3 mesi con dolori e farmaci, senza poter camminare, per poi affrontare ancora un altro intervento, altra immobilità, ecc.?
E’ possibile che non ci sia un’altra soluzione?

Grazie di cuore per il vostro tempo!

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Dr. Vinicio Perrone Ortopedico 125 7
Potrebbe essereci un'intolleranza ai mezzi di sintesi o una infezione subcronica. Il dolore intenso per tanto tempo dopo l'intervento chirurgico non è normale. Farei degli esami del sangue come VES CPR mucoproteine formula leucocitari: se alterati assumerei antibiotici ed venetualmente farei rimuovere tutti i mezzi di sintesi: oramai la frattura sarà guarita;
assocerei anche neuroitrofici, osteotrofici e farei molta piscina.
distinti saluti

Dr. Vinicio Perrone,
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
www.vinicioperrone.com
Roma, Lecce, Sava, Mesagne, Manduria,
cel 347 0028688

[#2]
Utente
Utente
Grazie infinite per la risposta!
Purtroppo, pur volendo seguire al più presto il suo consiglio sulla rimozione dei mezzi di sintesi, ho dovuto aspettare i "lunghissimi" tempi d'attesa. L'intervento è stato eseguito soltanto 2 mesi fa e finalmente ho anche il referto della RM:
"Si osserva tumefazione edematosa dei tessuti molli periarticolari in sede mediale con ispessimento anche in sede sotto-perimalleolare, con legamenti deltoidei relativamente iperintense ma apparentemente riconoscibili. Valgismo dell’articolazione tibio astragalica con modesta quantità di liquido e segni di condropatia con franche lesioni osteo condrali sia a livello della superficie articolare del malleolo mediale che della corrispondente superficie cartilaginea astragalica con edema della spongiosa ossea. A livello del comparto esterno non si osservano lesioni legamentose ma è presente versamento liquido che distende l’articolazione. Normale aspetto delle strutture del seno del tarso."
Avendo ancora dolore e limitati movimenti all'articolazione sono stata visitata da un rinomato ortopedico il quale mi ha consigliato l'artrodesi ed eventuale allungamento dell'Achille.
Ma questo non comporterà un'ulteriore rigidità dell'articolazione? Potrebbe esseci un'altra soluzione?
Ringrazio di cuore chi potrà darmi suggerimenti!!!