Sindrome di Meniere... cronica
Agli illustri medici.
E' una vita che ho la sindrome di meniere, praticamente ho cominciato ad avere i primi acufeni in età scolare( ora 58 anni ).
Durante tutto questo tempo ho avuto varie crisi, a volte solo acufeni, a volte solo vertigini, ma più spesso entrambi i sintomi accompagnati da nausea e vomito.
A volte ho passato anche 5 o 6 anni di benessere ( come dai 14 ai 20 anni ).
Sui 11-13 anni di età ho avuto vertigini talmente violente che dov'ero crollavo come un sacco di patate ( x fortuna vertigini simili non le ho più ).
Nel 1978 in seguito a vertigini molto insistenti, di durata 6-7 giorni, mi è rimasto un danno all'udito OR. destro ( permanente ) del 40% circa.
Le ultime crisi mi colpiscono sempre OR. sinistro ( 1999, 2003, crisi attuale! ).
Sembra che la malattia si accanisca contro l'orecchio migliore e che prima o poi me lo voglia rovinare, come il destro!
Attualmente l'orecchio sinistro me lo sento spesso chiuso, acufeni molto forti ( un po'meno a stomaco pieno ) e fastidio ai suoni, anche non forti. Negli ultimi 30 giorni ho avuto vertigini x 2 soli giorni, quindi attualmente il problema più grave è la sordità ( perchè ora sento poco da ambe le parti e i suoni sono molto distorti )
In tutti questi anni ho preso di tutto: torecan, flunarizina, cinnarizina, audiomugolio, rovigon,toleman,microser, vertiserc. Un paio di volte ho risolto brillantemente la situazione con i diuretici: moduretic e lasix; ma sembra che questi ultimi ora abbiano effetto quasi nullo.
Qualche medico, secondo me mi ha consigliato male, come 5-6 anni fa che mi fu' detto di smettere di bere completamente per 8 o 9 giorni, finchè non risentivo l'orecchio aperto ( eravamo in agosto! Ho resistito per 3 giorni senza bere, poi sono crollato e ho bevuto fino a scoppiare ), tra l'altro il non bere non è servito a nulla.
Non molto tempo fa sono stato in un centro privato a Roma, dove sembra che conoscano questa sindrome. Volevo sapere da voi cosa ne pensate della dieta iperidrica per inibire l'ormone antidiuretico, consigliata in questo centro?
Ho sentito di diuretici per via endovenosa, mi sembra mannitolo il nome, possono essere meglio di quelli presi per bocca?
E in conclusione cosa si può fare per il mio caso?
Grazie infinite a chi vorrà rispondere.
Distinti saluti.
E' una vita che ho la sindrome di meniere, praticamente ho cominciato ad avere i primi acufeni in età scolare( ora 58 anni ).
Durante tutto questo tempo ho avuto varie crisi, a volte solo acufeni, a volte solo vertigini, ma più spesso entrambi i sintomi accompagnati da nausea e vomito.
A volte ho passato anche 5 o 6 anni di benessere ( come dai 14 ai 20 anni ).
Sui 11-13 anni di età ho avuto vertigini talmente violente che dov'ero crollavo come un sacco di patate ( x fortuna vertigini simili non le ho più ).
Nel 1978 in seguito a vertigini molto insistenti, di durata 6-7 giorni, mi è rimasto un danno all'udito OR. destro ( permanente ) del 40% circa.
Le ultime crisi mi colpiscono sempre OR. sinistro ( 1999, 2003, crisi attuale! ).
Sembra che la malattia si accanisca contro l'orecchio migliore e che prima o poi me lo voglia rovinare, come il destro!
Attualmente l'orecchio sinistro me lo sento spesso chiuso, acufeni molto forti ( un po'meno a stomaco pieno ) e fastidio ai suoni, anche non forti. Negli ultimi 30 giorni ho avuto vertigini x 2 soli giorni, quindi attualmente il problema più grave è la sordità ( perchè ora sento poco da ambe le parti e i suoni sono molto distorti )
In tutti questi anni ho preso di tutto: torecan, flunarizina, cinnarizina, audiomugolio, rovigon,toleman,microser, vertiserc. Un paio di volte ho risolto brillantemente la situazione con i diuretici: moduretic e lasix; ma sembra che questi ultimi ora abbiano effetto quasi nullo.
Qualche medico, secondo me mi ha consigliato male, come 5-6 anni fa che mi fu' detto di smettere di bere completamente per 8 o 9 giorni, finchè non risentivo l'orecchio aperto ( eravamo in agosto! Ho resistito per 3 giorni senza bere, poi sono crollato e ho bevuto fino a scoppiare ), tra l'altro il non bere non è servito a nulla.
Non molto tempo fa sono stato in un centro privato a Roma, dove sembra che conoscano questa sindrome. Volevo sapere da voi cosa ne pensate della dieta iperidrica per inibire l'ormone antidiuretico, consigliata in questo centro?
Ho sentito di diuretici per via endovenosa, mi sembra mannitolo il nome, possono essere meglio di quelli presi per bocca?
E in conclusione cosa si può fare per il mio caso?
Grazie infinite a chi vorrà rispondere.
Distinti saluti.
[#1]
Gentile Lettore, effettivamente debbo riconoscere che Lei ha un "curriculum" di tutto rispetto, nonchè una cultura otoneurologica non inferiore ad uno specialista otorino (Le confesso che pochi s'intendono di disturbi dell'equilibrio). Io sono troppo lontano e perciò Le consiglio di rivolgersi al reparto Otorino dell'università della Sua città, che ha specialisti molto qualificati: non è su internet che si può inquadrare e risolvere il Suo problema. Buona fortuna e cordiali saluti. Dott. Giuseppe Garo - San Remo (Im)
Dr. Giuseppe Garo
[#2]
Indubbiamente la Meniere, è una brutta bestia, della triade (vertigini, acufeni, ipoacusia) la vertigine è sicuramente la più invalidante ed i risultati della terapia medica sono estremamente variabili. Sul versante cocleare il problema dell'iperacusia, intolleranza al suono, risponde bene alla terapia del suono, se fatta in mani esperte, lo stesso dicasi per gli acufeni. Ridurre questi due disturbi rappresenterebbe un buon risultato, e senz'altro ridurrebbe notevolmente lo stress. Ho avuto esperienza su un caso di Meniere, simile al suo, in cui il miglioramento del problema acufene, iperacusia, praticando la TRT, secondo le metodiche di Jastreboff ha sicuramente determinato un miglioramento della qualità di vita, pur permanendo il disequilibrio. Su questo sintomo, purtroppo, oltre allo stress agisce il fatto di avere a che fare con una situazione sempre variabile nel tempo in cui non è facile approntare protocolli riabilitativi codificati.
Dott. Giovanni Sulis Cagliari
Dott. Giovanni Sulis Cagliari
Gianni Sulis
[#3]
Caro Sig.re,
in linea di principio sono d'accordo con la terapia iperidrica ma la uso in associazione alle altre terapie disponibili (vasoattiva; labirintotossica con Gentamicina e nei casi estremi sezione del nervo dell'equilibrio) per il problema dell'udito esistono terapie protesiche di vario tipo (apparecchi acustici, protesi impiantabili a induzione magnetica o a stimolazione acustica/elettrica e nei casi estremi impianto cocleare) ma ogni caso va valutato a se
Distinti saluti
Dott. Giuseppe Nicolò Frau
in linea di principio sono d'accordo con la terapia iperidrica ma la uso in associazione alle altre terapie disponibili (vasoattiva; labirintotossica con Gentamicina e nei casi estremi sezione del nervo dell'equilibrio) per il problema dell'udito esistono terapie protesiche di vario tipo (apparecchi acustici, protesi impiantabili a induzione magnetica o a stimolazione acustica/elettrica e nei casi estremi impianto cocleare) ma ogni caso va valutato a se
Distinti saluti
Dott. Giuseppe Nicolò Frau
[#4]
APERTO a tutti FORUM gratuito VERTIGINI ACUTE/CRONICHE DA CAUSE OTOLOGICHE, CERVICALI, TEMPORO-MANDIBOLARI ECC.
http://www.forumfree.net/?c=50646
oppure esiste una mailing-list su yahoo groups Salute, settore Neurologia, vertigini.La vertigine è un disturbo diffusissimo e altamente invalidante anche se spesso sottovalutato perchè (solitamente) non grave.
Sono attesi medici otoiatri - neurologi - neurochirurghi ecc, i quali potranno fornire utili consigli diagnostici/terapeutici
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Sono attesi medici otoiatri - neurologi - neurochirurghi ecc, i quali potranno fornire utili consigli diagnostici/terapeutici
[#6]
Otorinolaringoiatra, Foniatra
Gentile paziente,
premesso che non è facile dare consigli a distanza senza conoscere dettagli e condizioni concomitanti comunque mi sento deontologicamente e umanamente in dovere di fare quanche considerazione in merito.
Poco più di tre mesi fa si è tenuto a Novara un simposio organizzato dal Gruppo Otologico Piemontese, di cui sono uno dei soci fondatori, che ha affrontato proprio il tema della terapia del paziente con s. di Meniere.
Le proposte sono diverse ed i farmaci utilizzati, proposti e prescritti con successo sono diversi (ovviamente in relazione alla caratteristiche del paziente e alla fase critica o subcritica della malattia).
Mi sentirei di dare dei semplici suggerimenti soprattutto idonei a mantenere uno stato di compenso che possa prevenire o allontanare le crisi, o quantomeno ridurne durata e gravità):
- una attenta dieta iposodica;
- una dieta che eviti alimenti ad azione sodio ritentiva;
- evitare quelle sostanze eccitanti quali nicotina, caffeina, teobromina che sembrano avere un effetto negativo su questa affezione;
- praticare una regolare e moderata attività fisica;
- utilizzare sostanze naturali ad azione blandamente diuretica (ad es. il gambo di ananas)
questo anche allo scopo di evitare l'utilizzo continuo di farmaci.
Sono comunque a disposizione per altri chiarimenti anche se a Modena esistono sicuramente colleghi altamente qualificati. Cordiali saluti
premesso che non è facile dare consigli a distanza senza conoscere dettagli e condizioni concomitanti comunque mi sento deontologicamente e umanamente in dovere di fare quanche considerazione in merito.
Poco più di tre mesi fa si è tenuto a Novara un simposio organizzato dal Gruppo Otologico Piemontese, di cui sono uno dei soci fondatori, che ha affrontato proprio il tema della terapia del paziente con s. di Meniere.
Le proposte sono diverse ed i farmaci utilizzati, proposti e prescritti con successo sono diversi (ovviamente in relazione alla caratteristiche del paziente e alla fase critica o subcritica della malattia).
Mi sentirei di dare dei semplici suggerimenti soprattutto idonei a mantenere uno stato di compenso che possa prevenire o allontanare le crisi, o quantomeno ridurne durata e gravità):
- una attenta dieta iposodica;
- una dieta che eviti alimenti ad azione sodio ritentiva;
- evitare quelle sostanze eccitanti quali nicotina, caffeina, teobromina che sembrano avere un effetto negativo su questa affezione;
- praticare una regolare e moderata attività fisica;
- utilizzare sostanze naturali ad azione blandamente diuretica (ad es. il gambo di ananas)
questo anche allo scopo di evitare l'utilizzo continuo di farmaci.
Sono comunque a disposizione per altri chiarimenti anche se a Modena esistono sicuramente colleghi altamente qualificati. Cordiali saluti
[#7]
Gentile paziente, spero il mio messaggio possa esserle utile, considerando che il suo é piuttosto datato.
Desidero informarla che é attiva una Associazione Malati di Malattia di Meniere ( sito internet http://www.aimmitalia.it
Nella cosapevolezza della relativamente scarsa efficacia dei trattamenti medici tradizionali, sono stato invitato recentemente ad un convegno dell'Associazione per tenere una relazione su una prospettiva di trattamento di questa enigmatica malattia. Da qualche tempo, infatti, si sta facendo strada nella letteratura scientifica una corrente di pensiero che ipotizza uno stretto legame della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori, sulla base di alcuni rilievi clinici:
1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza patologia dell’Orecchio.
2) L’incidenza dei sintomi dai quali la MdM è caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di disfunzione dell’ATM rispetto al resto della popolazione.
3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta alla sospensione del trattamento stesso.
4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti sintomi caratteristici della disfunzione dell’ATM , e un adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi.
L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania.
Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica.
In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide) (fig. 1).
Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi (fig. 2).
Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio e muovendo la mandibola).
L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati.
Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica.
Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale).
Altra importante concausa nell’insorgenza della sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento fisiatrico, associato a quello volto a correggere le disfunzioni dell’ATM, si sono riscontrate diminuzioni della sintomatologia menierica. La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori ( bacino, ginocchia, caviglie, piedi ) solitamente chiamate " Ascendenti ", o superiori ( malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola e eventuale disfunzione dell’ATM in particolare ) solitamente denominate " Discendenti ", questi ultimi assai spesso trascurati.
La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta ( anche se spesso trascurata ) nella postura del sistema cranio - vertebrale. Se per varie ragioni ( scheletriche, dentarie, iatrogene ) la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale scorretta, ad esempio deviata (fig.3 ), ciò causerà necessariamente degli atteggiamenti compensatori a livello dell' intera struttura corporea e del rachide in particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione a S della colonna, che si incurva con concavità omolaterale alla deviazione a livello cervicale e controlaterale ( sempre rispetto alla deviazione mandibolare ) a livello lombare. ( Fig.4).
C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno connesso con di una disfunzione dell’ATM. Infatti gli atteggiamenti compensatori posturali del rachide cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare), associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica, possono causare un ostacolato afflusso di sangue al cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare conseguentemente in episodi vertiginosi.
Nell’approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e radiografici, la postura corretta della mandibola.
Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina acrilica ( può essere denominato bite, splint, Oral device ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici.
Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in parte già terapeutico, è quindi possibile testare l’effettiva incidenza della malocclusione dentaria e della disfunzione dell’ATM sulla sintomatologia menierica, e sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà esattamente la situazione di partenza. In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico o misto, che verrà però realizzato sulla base delle indicazioni attenute con il trattamento iniziale.
Resto a disposizione per evengtuali ulteriori delucidazioni. Cordiali saluti ed auguri
Desidero informarla che é attiva una Associazione Malati di Malattia di Meniere ( sito internet http://www.aimmitalia.it
Nella cosapevolezza della relativamente scarsa efficacia dei trattamenti medici tradizionali, sono stato invitato recentemente ad un convegno dell'Associazione per tenere una relazione su una prospettiva di trattamento di questa enigmatica malattia. Da qualche tempo, infatti, si sta facendo strada nella letteratura scientifica una corrente di pensiero che ipotizza uno stretto legame della Malattia di Meniere con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l’organo della masticazione (e quindi in particolare con l’ATM) e l’orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori, sulla base di alcuni rilievi clinici:
1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza patologia dell’Orecchio.
2) L’incidenza dei sintomi dai quali la MdM è caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di disfunzione dell’ATM rispetto al resto della popolazione.
3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta alla sospensione del trattamento stesso.
4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti sintomi caratteristici della disfunzione dell’ATM , e un adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi.
L’esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell’ATM può causare sintomi all’Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l’Emicrania.
Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica.
In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide) (fig. 1).
Per vari motivi, in parte legati all’ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola , accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi (fig. 2).
Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell’orecchio e muovendo la mandibola).
L’interessamento dell’orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati.
Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, dell'equilibrio pressorio sule due superfici del timpano alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell’Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica.
Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione , una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale).
Altra importante concausa nell’insorgenza della sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento fisiatrico, associato a quello volto a correggere le disfunzioni dell’ATM, si sono riscontrate diminuzioni della sintomatologia menierica. La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori ( bacino, ginocchia, caviglie, piedi ) solitamente chiamate " Ascendenti ", o superiori ( malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola e eventuale disfunzione dell’ATM in particolare ) solitamente denominate " Discendenti ", questi ultimi assai spesso trascurati.
La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta ( anche se spesso trascurata ) nella postura del sistema cranio - vertebrale. Se per varie ragioni ( scheletriche, dentarie, iatrogene ) la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale scorretta, ad esempio deviata (fig.3 ), ciò causerà necessariamente degli atteggiamenti compensatori a livello dell' intera struttura corporea e del rachide in particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione a S della colonna, che si incurva con concavità omolaterale alla deviazione a livello cervicale e controlaterale ( sempre rispetto alla deviazione mandibolare ) a livello lombare. ( Fig.4).
C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno connesso con di una disfunzione dell’ATM. Infatti gli atteggiamenti compensatori posturali del rachide cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare), associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica, possono causare un ostacolato afflusso di sangue al cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare conseguentemente in episodi vertiginosi.
Nell’approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e radiografici, la postura corretta della mandibola.
Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina acrilica ( può essere denominato bite, splint, Oral device ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici.
Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in parte già terapeutico, è quindi possibile testare l’effettiva incidenza della malocclusione dentaria e della disfunzione dell’ATM sulla sintomatologia menierica, e sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà esattamente la situazione di partenza. In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico o misto, che verrà però realizzato sulla base delle indicazioni attenute con il trattamento iniziale.
Resto a disposizione per evengtuali ulteriori delucidazioni. Cordiali saluti ed auguri
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 96.9k visite dal 07/03/2005.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.