Pericoli allattamento per forte stress
Buongiorno,
mia moglie sta allattando la nostra bambina, nata 15 giorni fa. Purtroppo , siamo stati colpiti in famiglia da un grave lutto con pesanti ripercussioni emotive su tutti noi e su mia moglie stessa. Vorrei sapere se il neonato corre dei rischi assumendo latte materno in queste condizioni di forte stress della madre. Inoltre vorrei sapere se, a causa di ciò, la produzione del latte possa essere compromessa.
Grazie di cuore per il vostro "unico" servizio
Mario
mia moglie sta allattando la nostra bambina, nata 15 giorni fa. Purtroppo , siamo stati colpiti in famiglia da un grave lutto con pesanti ripercussioni emotive su tutti noi e su mia moglie stessa. Vorrei sapere se il neonato corre dei rischi assumendo latte materno in queste condizioni di forte stress della madre. Inoltre vorrei sapere se, a causa di ciò, la produzione del latte possa essere compromessa.
Grazie di cuore per il vostro "unico" servizio
Mario
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Gantile Signore, innanzitutto le porgo, insieme alla sua famiglia, le mie più sentite condoglianze per ciò che vi ha drammaticamente colpito.
Un trauma emozionale molto forte può inibire la secrezione di latte, ma non è il suo caso almeno al momento e bisogna subito fare qualcosa per evitare di perderlo.
Voglio intanto rassicurarvi sull'aspetto nutrizionale: il latte non diventa mai un veleno di-per sè in queste condizioni, non perde valore nutrizionale, non succede niente di grave. Il problema però che lei solleva esiste ed è nella relazione madre-bambino che accompagna il momento dell'allattamento e non solo. Il piccolo è una "spugna emozionale" che assorbe tutto da ciò che lo circonda e principalente assorbe l'emozione delle madre. Le sostanze che il nostro organismo secerne in condizioni di forte stress possono sicuramente passare al latte(pericoli però non ce ne sono) ripercuotendo i loro effetti sul bambino (diarree, insonnia, agitazione, irritabilità, pianti ecc ecc) in aggiunta all'emzionalità della mamma, che a sua volta piange, magari si sente in colpa, è resa più dalla morte che dalla piccola vita o viceversa, può essere in preda ad una forte conflittualità e sensi di colpa.
Se la situazione emozionale di sua moglie è poco gestibile autonomamente e non si riesce ad accettare ed elaborare il lutto come una componente fisiologica della vita, BISOGNA dico bisogna rivolgersi ad uno psicologo e chiedere subito aiuto.
Intanto faccia immediatamente assumere a sua moglie il seguente rimedio: ARNICA XLM (che significa 10/50 millesimale) tubo-dose globuli. Dovrà assumere TUTTO il contenuto del tubetto, e per una volta sola, sciogliendo i granulini sotto la lingua piano piano; prima di prenderli tutti però, scioglietene tre granulini in un dito di acqua del biberon e fatene assumere anche un sorsino al piccolo. Basta una volta sola. Se il trauma è stato forte, e non si vedono effetti positivi dopo tre-4 giorni, si può assumere ancora, stessa dose, una seconda volta; ma in genere basta una volta sola per vedere che i cambiamenti emozionali rasentano la meraviglia. Agisce come una medicina dell'anima!
No ad ansiolitici, sedativi e compagnia bella, che invece sarebbero dannosi per il piccolo.
E' un rimedio omeopatico ad altissima diluizione/dinamizzazione, privo di ogni effetto collaterale, controindicazione. Non ha molecole quindi non può dare nessun tipo di reazione organica. Và però ad agire sulla componente emozionale del trauma. Fatelo subito; se il lutto è stato così traumatico per la famiglia, che lo assuma tutta la famiglia, alle stesse dosi di sua moglie.
Coraggio! Visono vicina.
tenetemi al corrente, la risposta mi arriverà automaticamente
Agnesina Pozzi
Un trauma emozionale molto forte può inibire la secrezione di latte, ma non è il suo caso almeno al momento e bisogna subito fare qualcosa per evitare di perderlo.
Voglio intanto rassicurarvi sull'aspetto nutrizionale: il latte non diventa mai un veleno di-per sè in queste condizioni, non perde valore nutrizionale, non succede niente di grave. Il problema però che lei solleva esiste ed è nella relazione madre-bambino che accompagna il momento dell'allattamento e non solo. Il piccolo è una "spugna emozionale" che assorbe tutto da ciò che lo circonda e principalente assorbe l'emozione delle madre. Le sostanze che il nostro organismo secerne in condizioni di forte stress possono sicuramente passare al latte(pericoli però non ce ne sono) ripercuotendo i loro effetti sul bambino (diarree, insonnia, agitazione, irritabilità, pianti ecc ecc) in aggiunta all'emzionalità della mamma, che a sua volta piange, magari si sente in colpa, è resa più dalla morte che dalla piccola vita o viceversa, può essere in preda ad una forte conflittualità e sensi di colpa.
Se la situazione emozionale di sua moglie è poco gestibile autonomamente e non si riesce ad accettare ed elaborare il lutto come una componente fisiologica della vita, BISOGNA dico bisogna rivolgersi ad uno psicologo e chiedere subito aiuto.
Intanto faccia immediatamente assumere a sua moglie il seguente rimedio: ARNICA XLM (che significa 10/50 millesimale) tubo-dose globuli. Dovrà assumere TUTTO il contenuto del tubetto, e per una volta sola, sciogliendo i granulini sotto la lingua piano piano; prima di prenderli tutti però, scioglietene tre granulini in un dito di acqua del biberon e fatene assumere anche un sorsino al piccolo. Basta una volta sola. Se il trauma è stato forte, e non si vedono effetti positivi dopo tre-4 giorni, si può assumere ancora, stessa dose, una seconda volta; ma in genere basta una volta sola per vedere che i cambiamenti emozionali rasentano la meraviglia. Agisce come una medicina dell'anima!
No ad ansiolitici, sedativi e compagnia bella, che invece sarebbero dannosi per il piccolo.
E' un rimedio omeopatico ad altissima diluizione/dinamizzazione, privo di ogni effetto collaterale, controindicazione. Non ha molecole quindi non può dare nessun tipo di reazione organica. Và però ad agire sulla componente emozionale del trauma. Fatelo subito; se il lutto è stato così traumatico per la famiglia, che lo assuma tutta la famiglia, alle stesse dosi di sua moglie.
Coraggio! Visono vicina.
tenetemi al corrente, la risposta mi arriverà automaticamente
Agnesina Pozzi
[#3]
Ex utente
Gentilissima dottoressa Pozzo,
mi rivolgo nuovamente a lei per un consiglio su una situazione molto delicata che riguarda la mia famiglia che, come ricorderà è stata colpita da un tremendo lutto. A morire è stato mio cognato, un ragazzo di 36 anni, per un malore durante una gara ciclistica. Mio cognato lascia la moglie e due bambini, rispettivamente di 10 e 4 anni. Il problema che ci attanaglia è il modo con il quale annunciare la tragica notizia ai bambini, che fino ad oggi non sanno ancora nulla.
Per quanto riguarda mia moglie, sembra che stia reagendo bene all'evento e la bambina sembra non risentire molto dell'accaduto, ma stiamo combattendo.
Ora la mia preoccupazione sono i miei nipoti.
Aspetto un suo consiglio
Mario
mi rivolgo nuovamente a lei per un consiglio su una situazione molto delicata che riguarda la mia famiglia che, come ricorderà è stata colpita da un tremendo lutto. A morire è stato mio cognato, un ragazzo di 36 anni, per un malore durante una gara ciclistica. Mio cognato lascia la moglie e due bambini, rispettivamente di 10 e 4 anni. Il problema che ci attanaglia è il modo con il quale annunciare la tragica notizia ai bambini, che fino ad oggi non sanno ancora nulla.
Per quanto riguarda mia moglie, sembra che stia reagendo bene all'evento e la bambina sembra non risentire molto dell'accaduto, ma stiamo combattendo.
Ora la mia preoccupazione sono i miei nipoti.
Aspetto un suo consiglio
Mario
[#4]
Gentilissimo signore,
la questione dell'elaborazione del lutto è molto controversa per i bambini. C'è chi sostiene che non solo debbano sapere e quindi prendere atto dell'accaduto, partecipando al funerale, vivendo il dolore, vedendo la bara, saltando insomma il papà con un addio (naturalmente con l dovute cautele) e c'è che invece sostiene che i piccoli debbano essere esonerati da qualunque sofferenza, mettendoli però così in uno stato di costante "attesa" e senza la possibilità di elavorare il lutto.
A questo punto, l'averlo nascosto ai bambini è già successo ed è necessario ricorrere ad un aiuto qualificato per non fare errori. Vi consiglio di rivolgervi ad uno psicologo specializzato nell'infanzia, affinchè vi guidi nel migliore dei modi a dare la notizia ai piccoli, o che in presenza della madre, sia lo stesso terapeuta a darla, e nel contempo segua il percorso dell'elaborazione del lutto.
Questa situazione non può e non deve durare, perchè il "non detto" è comunque percepito e genera nei piccoli incertezza, insicurezza, angoscia, sensazione di tradimento ed impotenza.
Coraggio, ancora coraggio. Che Iddio benedica questi bambini ed aiuti anche sua moglie e la moglie di suo cognato a superare la tragedia.
Agnesina Pozzi
la questione dell'elaborazione del lutto è molto controversa per i bambini. C'è chi sostiene che non solo debbano sapere e quindi prendere atto dell'accaduto, partecipando al funerale, vivendo il dolore, vedendo la bara, saltando insomma il papà con un addio (naturalmente con l dovute cautele) e c'è che invece sostiene che i piccoli debbano essere esonerati da qualunque sofferenza, mettendoli però così in uno stato di costante "attesa" e senza la possibilità di elavorare il lutto.
A questo punto, l'averlo nascosto ai bambini è già successo ed è necessario ricorrere ad un aiuto qualificato per non fare errori. Vi consiglio di rivolgervi ad uno psicologo specializzato nell'infanzia, affinchè vi guidi nel migliore dei modi a dare la notizia ai piccoli, o che in presenza della madre, sia lo stesso terapeuta a darla, e nel contempo segua il percorso dell'elaborazione del lutto.
Questa situazione non può e non deve durare, perchè il "non detto" è comunque percepito e genera nei piccoli incertezza, insicurezza, angoscia, sensazione di tradimento ed impotenza.
Coraggio, ancora coraggio. Che Iddio benedica questi bambini ed aiuti anche sua moglie e la moglie di suo cognato a superare la tragedia.
Agnesina Pozzi
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 32.5k visite dal 26/05/2008.
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