Problemi emotivi 5 anni

Gentili medici,
Mio figlio di cinque anni e mezzo sta vivendo un periodo difficile e noi siamo preoccupati. È un bambino che non ha mai avuto problemi di salute, ed è molto intelligente: Sa Fare puzzle fino a 250 pezzi da solo, Esegue esercizi di pre scrittura, pre calcolo e pre lettura già da tempo, commisurati alla sua età, si esprime in modo appropriato,ama colorare e ascoltare storie. Possiamo dire però che è sempre stato un po' iper protetto, essendo primo figlio e primo nipote nella nostra famiglia, coccolato e un po' viziato. Per questo è un bambino che ha sempre preferito giochi sedentari, un po' pauroso e talvolta goffo rispetto agli altri (va in bici con le ruotine, non ama le giostrine, nè i pattini...). È sempre stato molto mammone. Ha la mania di winnie the pooh, che crediamo sia molto strana: vuole comprare tutto ciò che riguarda questo personaggio, indipendentemente dall'oggetto stesso. E non desidera altri giochi nè mostra interesse per altri personaggi. Il primo anno della materna ha frequentato poco perché è stato spesso malato; il secondo anno, cioè lo scorso, non ha proprio frequentato perchè ad ottobre 2013 sono nati i suoi fratellini, due gemelli e a causa della loro pre maturità il pediatra ci ha sconsigliato di far frequentare al primogenito L'asilo per evitare il contagio di virus. Da qui , e dal trasloco che ha seguito la nascita dei bimbi, è iniziato tutto: inizialmente non sembrava geloso, ma in estate ci siamo accorti di cambiamenti imputabili sì alla gelosia, ma comunque preoccupanti: si è disabituato ai bambini, li cerca e va volentieri con loro ma non è capace di giocare. Non Sa Interagire chiedendo per esempio giochiamo a nascondino o a calcio; o sta a guardare saltellando da solo o... Fa i dispetti senza sosta, specialmente ai più piccoli e non riusciamo a farlo desistere in alcun modo. Anche all'asilo si comporta così: non segue alcuna attività, pArla da solo, fa i dispetti, insomma vive un po'nel suo mondo. Ha perso ogni interesse: non ha più voglia nè di scrivere, nè di colorare, non guarda i cartoni animati o i film. Addirittura per un periodo si è tormentato le unghie, ma da qualche tempo ha smesso. Gesticola, si tocca il sedere o il pisello come se le mutande gli dessero fastidio ma è evidente che è un tic. Ora cerchiamo di farlo stare il più possibile coi coetanei ma non riesce per ora a integrarsi o a interagire positivamente: a calcio ha preso di mira un bambino di tre anni e lo tormenta fino a farlo piangere toccandogli il viso o buttandogli via il pallone. Ma qual è l'atteggiamento giusto? Punirlo o, come dice il nostro pediatra, aspettare con pazienza che questa fase passi? Cosa possiamo fare per aiutarlo? Grazie in anticipo per i consigli.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile mamma,

pone le domande giuste su che cosa potete fare adulti per modificare il comportamento del bimbo, in quanto la chiave del cambiamento è proprio il vostro comportamento.

Le punizioni in genere devono essere l'ultima scelta, sia quelle emotive (es dire "Sei un bambino cattivo!") sia quelle fisiche (es. "adesso non giochi più!"), ma in prima battuta inizierei a coinvolgere già in casa molto di più il bambino e a rafforzare i comportamenti desiderati, lodandolo ogni volta in cui fa qualcosa di gradito. Eviterei di rafforzare i comportamenti non graditi, ignorandoli.

Che cosa significa che fate di tutto per farlo stare il più possibile con i coetanei?
E' certamente importante per il bimbo socializzare e stare con gli altri, ma fate attenzione perchè se il bimbo è geloso potrebbe interpretare il vostro comportamento come un rifiuto... Coinvolgetelo di più in tutte le attività di casa e scegliete un momento individuale e speciale solo per lui.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile Dottoressa,
Grazie per la tempestiva e preziosa risposta. Cerchiamo di far trascorrere al nostro bambino più tempo possibile coi coetanei perché pensiamo - ma non siamo esperti, in effetti... - che il suo disagio per la gelosia sia acuito dal fatto che lo scorso anno non ha frequentato la scuola materna e, in generale, sia da sempre poco abituato a stare coi bambini. Abbiamo pensato che, se riesce a trovarsi a suo agio e a divertirsi coi coetanei, lo svago e il gioco possono essere momenti importanti di distrazione dal suo pensiero fisso, che è quello di voler tornare/rimanere piccolo. Grazie per i consigli: dobbiamo certamente coinvolgerlo di più a casa, anche se è un po' faticoso perchè la cura dei gemelli per ora dà poca tregua, ma sappiamo che dobbiamo trovare il modo. Per quanto riguarda l'atteggiamento giusto, è veramente difficile sapere come comportarsi: a volte il bimbo fa tanti capricci o, peggio ancora, i dispetti, anche all'asilo, e, stranamente poichè era un bimbo davvero calmo e buono, sembra insensibile ai richiami persino delle maestre. Vorremmo che tornasse sereno, che ritrovasse la tranquillità, ma quanto è giusto stimolarlo a nuove esperienze, magari più adatte alla sua età, cioè che possano aiutarlo a crescere dal punto di vista emotivo/relazionale, piuttosto che invece assecondare il suo bisogno di regressione (mi scusi se uso termini poco appropriati) senza quindi forzarlo? Se avesse altri consigli, gliene saremmo davvero grati. Distinti saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

è comprensibilissimo il Suo comportamento e le finalità che lo muovono, però a cinque anni un bimbo richiede comunque attenzioni ed è vero che con due gemellini Lei e Suo marito fate più fatica, ma ciò non significa che il Suo primogenito non stia soffrendo e magari si sente escluso. Se le cose stanno così, ecco che la soluzione messa in atto dal bimbo è quella di comportarsi come fosse più piccolino, con l'illusione di essere quindi accudito come i gemellini, oppure di fare i capricci.
Una nota importante sui capricci: i bambini non verbalizzano chiaramente il loro disagio (talvolta non lo fanno nemmeno gli adulti!) e quindi è vero che noi adulti possiamo fare fatica a gestire e sopportare i capricci, ma prima è importante capire che cosa sta dicendo il bimbo attraverso tali "capricci".
Non voglio dire che il bimbo abbia sempre una giustificazione; magari in alcune occasioni si tratta di veri e propri capricci; ma altre volte potrebbe trattarsi di un altro tipo di richiesta (es vicinanza protettiva, affetto, espressione di stanchezza, ecc...) e Lei che conosce bene il Suo bambino dovrà solo avere la pazienza per comunicare in maniera coerente con il Suo bimbo.
Probabilmente il bimbo sta dicendo che ha necessità di stare di più con voi genitori e, pur con l'arrivo dei gemelli, è importantissimo trovare il giusto equilibrio per prestare le giuste attenzioni anche a lui.

Cordiali saluti,
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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gentile dottoressa,
Sappiamo bene che ha ragione: dobbiamo trovare modo e tempo per dedicare tante attenzioni anche al primogenito, è la cosa più importante. Ma secondo lei - vorrei approfittare ancora della sua consulenza, se posso - quando lui ci dice esplicitamente "sono piccolo", oppure implicitamente (cerca giochi da piccolissimi, tipo sonaglini o mini triciclo...), come dobbiamo comportarci? Lei ha parlato di coerenza e credo che questo sia il passo più difficile: io in questi casi reagisco ogni volta in modo diverso perché non so cosa sia la cosa giusta da fare. Assecondarlo ("sì, sei piccolo...) o cercare di sottoporgli nuovi giochi e nuove esperienze (più adatte alla sua età)? E poi cosa pensa del fatto che ha difficoltà ad interagire coi coetanei? Pensa comunque che la chiave di volta sia dedicargli più tempo in famiglia e che quindi ciò agevolerà tutto il resto o c'è altro che possiamo fare, al di fuori della famiglia, per farlo convivere più serenamente con se stesso e con gli altri, per esempio all'asilo? Grazie dottoressa, in anticipo. Distinti saluti
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Concordo del tutto con quanto scrive la Collega, ma signora pensi che accade continuamente che il primogenito sia geloso del secondogenito, questo suo bambino si è trovato con due fratellini ,il che richiede una grande vostra attenzione, chiaro che non ha voglia di andar via di casa, vuole star lì a presidiare il suo mondo..bisognerà trovare il tempo e il modo di uscire qualche volta con lui, da solo, una piccola spesa, un gelatino, una scatola di colori, non preoccupatevi di proporgli giochi , libri per farlo avanzare nella conoscenza e nella crescita..una coccola in più, una valorizzazione , più attenzione in casa per fare delle cose insieme.. tanta pazienza.. il bimbo si rassicurerà, poi verranno la scuola elementare i compagni nuovi e nuovi interessi.. ci vuole tempo e.. fiducia..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

di fatto il bambino è piccolo (è grande rispetto ai fratellini, ma ha solo cinque anni). Comportatevi di conseguenza, perchè non è vero che -poichè è il più grande- egli abbia chiara la situazione nè le aspettative di non dover essere richiedente.
Noi esseri umani siamo richiedenti e bisognosi di vicinanza protettiva per tutta la vita. Immagini quindi un bimbo di cinque anni.

Anzichè essere negativi con lui (ad es. "Non giocare con il sonaglino"), siate propositivi ("Vieni a vedere questa cosa!!!" oppure "Giochiamo a...!"), in modo tale da attirare la sua curiosità.

Una volta che il bimbo si sentirà fiducioso, sarà anche più propenso ad aprirsi al mondo.

Cordiali saluti,
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dopo
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Gentilissime Dottoresse,
Grazie dei consigli. Stiamo dedicando del tempo esclusivo al nostro primogenito (quando esce dall'asilo cerchiamo di fare sempre qualcosa insieme) che ci sembra già più sereno. Rimane un punto sul quale non sappiamo bene come lavorare: il suo atteggiamento all'asilo e, in generale, con gli altri bambini. Tende sempre a fare i dispetti (niente di fisicamente grave, più che altro è fastidioso, tocca il viso dei più piccolini o delle femmine, come per fare loro delle carezze, tira i bimbi per la maglietta, sottrae i giochi a chi è tranquillo...) e talvolta rifiuta (o meglio si oppone inizialmente, sempre però con atteggiamenti non aggressivi ma piuttosto volti a deviare dal compito) di svolgere le attività proposte dalle maestre. Perché ? E come possiamo fare per fargli tenere il giusto comportamento? Abbiamo parlato con lui e una volta ci ha detto che non voleva fare un disegno (che poi però ha fatto e la maestra lo ha lodato per questo) perché aveva paura di sbagliare; un'altra volta ci ha detto che lui vorrebbe fare ciò che vuole. Cosa si può fare di concreto per alleviare la sua insicurezza che, speriamo, sia momentanea? Io gli ricordo spesso qual è il comportamento corretto da tenere coi compagni, ho provato a dirgli che se sarà dispettoso gli altri non vorranno più giocare con lui (in realtà non gioca molto con gli altri, è per questo che fa i dispetti!), ma dovrei forse invece fare finta di niente? Speriamo che ciò sia una reazione alla gelosia unita al fatto che lo scorso anno non ha frequentato L'asilo. Ringraziando sin d'ora per la cortese risposta, inviamo i nostri distinti saluti.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara signora, io direi di stare serena che avete imboccato la strada giusta.. ed anche di avere fiducia , c'è gelosia in questo bimbo che generalizza e forse vede gli altri bambini come competitor, più che rimproverarlo , tenterei di glissare, so bene che non sempre è facile, più che del " giusto comportamento" io mi preoccuperei che sia un bambino felice, vincente , che non tema i compagni oggi e il mondo esterno domani.. quindi rinforzi positivi , qualche coccola..e la valorizzazione della "resilienza" che è la maggiore protezione che possiamo dare ai nostri figli, oggi più che mai..
E' un termine molto di moda oggi, che ieri si chiamava .. forza d'animo..
Molti auguri per la sua bella famiglia ..
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Grazie Dottoressa Muscarà Fregonese, le Sue parole sono confortanti e gentili. Ne avevamo bisogno. Distinti saluti
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dopo
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Torno a scrivere perché non sono sicura di fare la cosa giusta per mio figlio e avrei gentilmente bisogno di un consiglio: ho portato il bimbo a un corso di psicomotricità: per qualche minuto è stato attratto dalla novità dei giochi, poi, per buona parte del tempo (totale di un'ora) si è sdraiato, ha saltellato... Insomma ha fatto tutto quello che ha voluto tranne ascoltare la psicomotricista che lo ha chiamato più volte cercando di coinvolgerlo. All'asilo idem: quando non vuole fare una cosa non la fa, ciondola, guarda il foglio ecc. e se la maestra insiste scoppia a piangere dicendo che non è capace o che è stanco ecc.Stessa cosa a calcio: fa un decimo di quello che chiede l'allenatore poi gironzola per il campo e al massimo dà fastidio ai coetanei. Io cerco di spiegargli che ci sono delle regole, che bisogna fare quello che dice la maestra ecc. gli chiedo naturalmente perché non le vuole far e lui mi ripete che vuole stare un po' lì tranquillo, che non gli va, che non è capace, che è stanco... Sono preoccupata perché il prossimo anno andrà in prima elementare. E mi chiedo: devo dargli tempo perché è una fase o il suo atteggiamento è il sintomo di un problema importante? So che la mia preoccupazione non lo aiuta ma vorrei sapere qual è l'atteggiamento giusto da tenere con lui e se il suo comportamento è seriamente preoccupante. Grazie ancora, distinti saluti.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara signora, in questo modo , il bimbo ha catturato del tutto la vostra attenzione e quella delle varie insegnanti, che è quello che inconsapevolmente vuole,.. vuole cioè essere al centro della vostra attenzione e della vostra preoccupazione che gli dà quello che si chiama --rinforzo positivo.. cioè meno lui fa più vi preoccupa, più è al centro.. secondo me è meglio lasciarlo anche stare, glissare ...
è possibile che più che le vostre parole, la pressione del gruppo, cioè gli altri bimbi, lo portino a rivedere i suoi comportamenti..
Potreste anche portarlo dalla psicologa della scuola per un consulto , de visu..
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dopo
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Gentili Dottoresse,
Torniamo a scrivere perché vorremmo aggiornare sulla situazione del nostro bambino e perché, essendo emersi alcuni nuovi aspetti, sarebbe per noi utile un vostro cortese parere.
Il nostro bimbo è più sereno rispetto a qualche mese fa, molto meno distratto e assorto, più partecipe alle cose di casa nelle quali cerchiamo di coinvolgerlo. Permane qualche atteggiamento di nervosismo latente (ha ripreso a tormentarsi un po' le unghie) ma in generale è tranquillo. I suoi fratellini stanno crescendo e tutti e tre cominciano a interagire anche se il primogenito vorrebbe che loro giocassero di più (li invita a fare delle cose insieme tipo guardare un DVD o colorare) o comunque facessero quello che dice lui ma naturalmente, avendo loro 15 mesi, finisce che loro si divertono per le attenzioni ricevute dal fratello maggiore e lui, frustrato, fa loro dei dispettucci. All'asilo adesso non stuzzica più i compagni e esegue i lavoretti e gli esercizi senza problemi; le maestre dicono che è abbastanza rispettoso delle regole. Però adesso hanno notato una cosa: non interagisce più di tanto con gli altri bambini nel senso non che si isola, perché sta con gli altri e ci gioca ogni tanto ma nel senso che non ha un amichetto prediletto. Gioca un po' con uno , un po' con l'altro e spesso da solo, ma anche a tavola, momento in cui , sostengono le maestre, tutti chiacchierano e si divertono, lui mangia composto e osserva gli altri senza inserirsi. Le maestre hanno usato l'espressione "non condivide". A casa non sta zitto un attimo e ci racconta anche minimi dettagli dell'asilo (cosa fanno e dicono maestre e bimbi), manifesta di voler andare alle varie feste nei dintorni anche se non conosce gli altri bambini, invita qualche amichetto a casa con cui gioca. È vero, si comporta in modo diverso dai coetanei (5 anni), che in generale vedo più complici, perché non trova facilmente interessi comuni, però poi alla fine trovano sempre qualcosa da giocare. Gli ho chiesto come mai per lui è indifferente il posto a tavola all'asilo e come mai non chiacchiera e lui mi ha risposto che non sempre gli viene, che non ne ha voglia e tante volte gli piace stare a vedere e sentire gli altri. Quindi mi/vi chiedo: tutto questo sarà un po' dovuto al carattere (sempre stato sensibile e particolare) e un po' al fatto che prima di quest'anno non ha frequentato L'asilo o piuttosto le maestre intendono che sia un problema questo suo atteggiamento? Come genitori non vogliamo crearci problemi che non esistono, anche perché non vogliamo affatto che il bimbo percepisca alcuna nostra ansia, ma non vorremmo neanche sottovalutare le indicazioni delle insegnanti. Ci sembra però che si dice spesso di non forzare i bambini, di rispettarne il carattere e poi però guai se non corrispondono allo stereotipo oggi imperante: bimbi sorridenti sempre e super socievoli. Al nostro bimbo piace stare con gli altri però a modo suo. Crescerà, cambierà, ma ora che possiamo/dobbiamo fare? Se poteste darci il vostro gentile e pertinente parere ve ne saremmo grati.
Distinti saluti
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara signora, la invito ad essere molto contenta dei cambiamenti del bambino e, in verità, trovo le maestre .. un pò ansiose, che Dio mi perdoni, certo se fosse più socievole le maestre sarebbero più contente, ma lasciamolo anche stare questo bimbo intelligente e sensibile..le propongo una cosa.. provi a comprargli un piccolo peluche, da mettersi nel cestino.. e glielo dia , che se lo porti all'asilo come un premio, .. perchè sei sempre più bravo e sono orgogliosa di te..si chiama oggetto transizionale .. si usa con bimbi più piccoli, ma poichè rappresenta la mamma che è a casa con quegli altri due..piccoli intrusi , ai suoi occhi..magari lo rassicura e lo fa star più tranquillo..
Proviamo.. con molti auguri e l'augurio di sguardi tranquilli sul suo mondo di affetti..
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dopo
Attivo dal 2014 al 2015
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Gentile Dott.ssa,
Grazie della tempestiva, cortese e confortante risposta. Vorrei esprimerLe ancora ciò che penso e lo farò in modo schietto: sono un'insegnante anch'io e ho provato dispiacere per il tono delle osservazioni delle maestre che descrivevano le modalità di socializzazione del mio bimbo. È vero, è un bimbo particolare, atipico, diciamo così: ogni tanto ha qualche tic e saltella per l'emozione, non segue minimamente le mode dei cartoni animati del momento, rifugge un po' dalla competizione e deve ancora ben capire come integrarsi coi coetanei (non è poco, lo so), ma è anche un bambino intelligente, sensibilissimo, furbo, affettuoso e che ama stare con gli altri, adulti e bambini. Li cerca sempre, non vuole perdersi una festa, un'occasione. A mio parere deve maturare dal punto di vista delle relazioni sociali e degli interessi ma non è evidente che un freno lo ha avuto a seguito della nascita dei fratelli? ora siamo nella fase esplicita, nella quale ripete "voglio tornare piccolo". Ha fatto già molti progressi in pochi mesi di asilo, io penso che continuerà, non crede? E poi sarà anche un limite il fatto di non avere un amichetto prediletto, ma perché non vedere il lato positivo nel fatto che lui sta volentieri con tutti, invece che con uno in particolare (per esempio nello stare seduto vicino a qualcuno a tavola all'asilo)? Certo gli altri per lo più li osserva o va loro vicino senza interagire più di tanto, però sarà dovuto anche al fatto che ha frequentato pochissimo L'asilo: imparerà! Sono certa che tante altre mamme l'avrebbero già portato all'ASL per una valutazione o dal neuropsichiatra ma io volutamente non intendo farlo perché conosco il rischio di ricevere etichette di nessuna utilità se non si tratta di patologie. Mio marito sostiene che lo sguardo delle maestre è superficiale nel senso Che hanno tantissimi bimbi e non riescono talvolta a cogliere a fondo le questioni. Io vorrei ancora il Suo gentile parere, se possibile, per sapere se basta la nostra attenzione o dobbiamo comunque approfondire la questione. Ogni suo competente consiglio è per noi davvero gradito. Grazie, anticipatamente, e distinti saluti
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara signora, sono molto d'accordo con voi, due fratellini due, ci rendiamo conto cosa sono per un primogenito a 3 anni? Il problema suo, del bambino, chiarissimo secondo me , è che si è sentito .. spodestato, il che succede , nella norma, quando nasce UN fratellino..Ora le cose si vanno risolvendo.
Le maestre sono umane e per il fatto che siete colleghe, ancora che Dio mi perdoni, possono avere con lei , la tendenza a analizzare, sottolineare , comportamenti del bambino percepiti come allarmanti..
Non ha un amico speciale ? Il suo problema, del bimbo, non è quello di avere compagnia , ma di esserci, per cui si barcamena, povera stella , a trovare i suoi spazi, a catturare un pò di attenzione in più.. a guardarsi intorno per organizzarsi.. "gli altri per lo più li osserva", ecco appunto..per vedere come è il caso di muoversi.
Può essere un bambino più intelligente e sensibile degli altri per esempio, per cui questo cambiamento della famiglia ha scompigliato maggiormante il suo mondo interno..e si preoccupa e a volte si dà un contegno, non gli importa niente di giocare a nascondino..!
Vorrei rassicurarla, quando andrà a scuola e sarà .. bravo.. questo lo metterà in una posizione up, e sarà di grande aiuto,
Io non trovo che ora sia il caso di portarlo da neuropsichiatri infantili. non mi pare che ci sia niente di patologico.
Molto bene continuare così, senza drammi, con calma, come state facendo, con attenzione intelligente ed anche con elasticità..
Tre bambini piccoli, splendido.. spero però , che qualche volta, voi due , andiate a mangiarvi una pizza.., andiate a un cinema..
Con molti auguri e simpatia..
[#16]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
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Gentilissima Dott.ssa,
Grazie, ci fa molto piacere sapere che anche Lei sostenga che non ci sia apparente motivo di ritenere che il nostro primogenito possa avere qualche disturbo importante. Le dirò di più, se posso permettermi: siamo anche noi un po' atipici e alla fine siamo contenti, pur proponendoglielo, che a nostro figlio poco importi di essere titolare nella partita di calcio (quando l'abbiamo saputo ci è sembrata un'aberrazione che la domenica ci siano vere e proprie partite e tornei di bimbi di 5 anni...c'è un business pazzesco dietro...) o non voglia assolutamente la cresta quando va dal parrucchiere, che preferisca le tute ai jeans stretti e le scarpe con lo strappo ai mocassini firmati. Domenica scorsa siamo andati sulla neve con due coppie di amici, concedendoci una baby sitter per i piccoli, e il primogenito si è divertito molto a scivolare con lo slittino insieme alle due bimbe degli amici. A noi questo basta. Naturalmente continueremo a seguirlo con occhio attento, per quanto possibile, perché è il nostro principino (l'etimologia latina in questo caso la dice lunga...) e non possiamo fare altrimenti, convinti che, anche se i nuovi arrivati hanno scombussolato la vita a tutti (anche a noi genitori che fantasticavamo di una semplice sorellina...e invece abbiamo dovuto cambiare casa, abbiamo smesso di dormire quasi completamente per tre mesi e ora siamo invasi da doppi seggioloni, tricicli e quant'altro), due fratelli sono un bene per il nostro primogenito e, in generale, per ognuno di loro. Il primo avrà /ha due fratelli che già lo adorano e speriamo che nella vista tra loro ci sia affetto e sostegno reciproco. Siamo convinti altresì che in questo momento è indispensabile dare fiducia e sostenere il nostro primogenito, affinché possa accettare questo nuovo assetto e poi trovarsi al meglio. Se ci siamo rivolti a questo sito è anche perché abbiamo corso il rischio di privarlo di questa fiducia, giudicando a tratti ogni suo comportamento, indagando ansiosamente, col risultato di non vivere appieno la quotidianità e peggiorare il suo stato d'animo, dal momento che naturalmente lui si è subito accorto della nostra insicurezza. Certo è difficile a volte non cadere nella trappola del "se mi hanno detto così, vuol dire che qualcosa avrà",anche perché io, che ho a che fare coi genitori delle medie, ho ben presente l'ostinazione, la paura dissimulata, di certe mamme e certi papà che non vogliono ammettere le difficoltà dei propri figli. E in realtà penso anche, con dispiacere, che qualche volta ho ferito qualcuno di questi genitori, perché non ho dato la giusta rilevanza alle situazioni contingenti, ambientali, ai fattori che non erano magari solo scuse dei genitori, ma vere cause di eventuali disagi. Spero dunque che questo momento mi sia servito non solo a rafforzarmi le spalle come mamma per il bene dei miei tre bambini (e mi dispiace non poterLe inviare una foto per mostrarLe quanto siano belli, monelli biondi con gli occhi azzurri tutti e tre, e straordinari solo a vederli), ma anche a crescere professionalmente, per il bene dei miei alunni... Per ora, gentile Dottoressa, niente pizza e cinema, ma io è mio marito siamo già orgogliosi di riuscire a stenderli tutti ad un orario decente per poter stare un po'in pace noi due...vedremo comunque di migliorare perché anche in quest'ultimo consiglio ha proprio ragione. Felici di averLa incontrata, La ringraziamo dell'attenzione e Le inviamo i nostri distinti saluti.