Disturbi del sonno e ansia da separazione
Buongiorno, Vi scrivo perchè non so più cosa fare e come comportarmi per aiutare il mio bimbo di 25 mesi e la quiete della famiglia. Mi spiego. Mio figlio fin da piccolissimo è sempre stato un bimbo sveglio e attivo e ha sempre dimostrato una particolare esigenza di "fisicità" nei miei confronti, nel senso che anche durante l'allattamento, non poteva fare a meno di toccarmi "freneticamente" le mani e in particolare le unghie. Tra una poppata e l'altra non dormiva se non una mezz'oretta la mattina e una mezz'oretta il pomeriggio e di notte non ha mai fatto più di 7 ore consecutive.....crescendo, l'attaccamento "fisico" è andato peggiorando, cerca continuamente le mie mani e le "stravolge" per molto molto tempo....la mattina non ha MAI dormito oltre le 5 - 5.30 (forse una volta è arrivato alle 6). Abbiamo provato di tutto, dall'educazione al sonno, allo sciroppo omeopatico al medicinale, al posticipo dell'ora della nanna....insomma, nulla è servito. Abbiamo anche provato a metterlo nel lettone, ma neppure lì, nonostante sia attaccato a me, riesce a riaddormentarsi. Passa tutto il tempo a toccarmi, a salirmi sul collo, a cercare le mie mani, magari anche per 2 ore-3 ore!!!! Con conseguente e ovvio mio nervosismo. Da due settimane inoltre ha iniziato ad andare l'asilo nido....e apriti cielo!!!! La sera piange quando gli cambio il pannolino, per andare a dormire (prima era l'unica nota positiva perchè si addormentava da solo contento nel suo lettino), praticamente inconsolabile. Di notte si sveglia all'una o alle 2 o alle tre e poi NON C'è PIù VERSO DI FARLO DORMIRE.....chiede solo di me, non vuole essere consolato dal padre (che è stato sempre presentissimo anche di giorno), vuole starmi attaccato ma in modo agitato, frenetico ...è come se fosse più importante per lui continuare a manipolare le mie mani piuttosto che dormire!!!...quando lo si porta all'asilo urla dalla disperazione (poi mi dicono che dopo un quarto d'ora non ci pensa più)....insomma cosa succede? Dopo due anni non ce la faccio più, sento veramente un grande sconforto e nessun appiglio: ha davvero un attaccamento praticamente "morboso" che io non reputo "salutare" e "normale" nè per lui nè per noi..........vorrei aiutarlo e vederlo più tranquillo, vi prego di aiutarmi a capire per poter ritrovare un po' di quiete e ritrovare un po' di sonno per tutti...
Grazie mille....resto in attesa di una vostra cortese risposta.
mamma davvero molto stanca
Grazie mille....resto in attesa di una vostra cortese risposta.
mamma davvero molto stanca
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Indubbiamente è una situazione da approfondire. L'attaccamento alla mamma, come lei ben dice "morboso ... agitato e frenetico", non è a quanto sembra sufficiente a dare tranquillità e sicurezza al bambino, per lasciare una "base sicura" e avventurarsi nel mondo esterno (l'asilo nido) con sufficiente fiducia. Anche il dormire è un po' un lasciare il mondo conosciuto per avventurarsi nel mondo ignoto, e può fare paura. C'è quindi una marcata ansia da separazione, come giustamente dice. Credo che ci sia qualcosa da conoscere meglio per aiutarvi a tranquillizzare il bambino e fargli iniziare bene il suo viaggio nel mondo. Può se crede darci una descrizione più ampia della vita del bambino, come è andata la gravidanza e la nascita, il parto, l'allattamento, il primo anno, lo sviluppo motorio e del linguaggio, come siete organizzati, orari di lavoro, composizione della famiglia, abitudini, ecc, in attesa, se i disagi persistono e lei non ce la fa più, di rivolgersi a uno specialista dell'età evolutiva (neuropsichiatra infantile o psicologo dell'età evolutiva). Può essere utile, per un periodo, se le cose sono troppo sottosopra, ridurre un po' la frequenza all'asilo, l'orario, curare il momento del distacco, perchè il bimbo può non essere in grado di sopportarlo. Forse le cose sono "partite col piede sbagliato". Può essere utile una pausa e ripartire "col piede giusto".
PS: non credo che sia utile lasciargli fare quello che vuole con le mani della mamma, anche se magari al momento è la sola cosa che lo calma. Ci dica qualcosa di più e forse potremo essere più precisi nella valutazione e nelle indicazioni (per quanto possibile on line, senza vedere direttamente la situazione).
PS: non credo che sia utile lasciargli fare quello che vuole con le mani della mamma, anche se magari al momento è la sola cosa che lo calma. Ci dica qualcosa di più e forse potremo essere più precisi nella valutazione e nelle indicazioni (per quanto possibile on line, senza vedere direttamente la situazione).
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#2]
Ex utente
Gent.mo Dr. Benedetti, La ringrazio per la sua cortese risposta. Volentieri fornisco una descrizione più ampia della nostra vita, spero di non dilungarmi troppo.
La gravidanza nell'insieme è andata abbastanza bene, sono rimasta a casa dal 4° mese per una minaccia di aborto, forse dovuta a stress lavorativo, ma sono arrivata a scadenza e ho partorito senza troppa difficoltà (a parte il momento dei punti che mi hanno un po’ traumatizzata).
Ho allattato il bimbo per 5 mesi e mezzo, e se devo essere sincera non è stato facilissimo poiché, purtroppo, ho sofferto molto per l’assenza di sonno (io ho bisogno di molte ore di sonno!!)…..il bimbo è nato piccolino (2.300 kg) quindi aveva necessità di mangiare ogni 3 ore circa e ci metteva 40/50 minuti per mangiare e 40 minuti per addormentarsi, pertanto consideri lei quanto tempo potevo avere io per riposarmi…..a 4 mesi e mezzo per fortuna ha smesso di fare la poppata notturna, faceva l’ultima alle 23.30 e poi alle 5/5.30…..dopodichè ogni 4/4.5 ore. Peccato però che poi comunque tra una poppata e l’altra non dormiva………se non una mezz’oretta il mattino e una mezz’oretta il pomeriggio. Essendo il mio primo figlio ho preferito non chiedere aiuto esterno (es. nonni) quindi ho trascorso i primi mesi a gestire casa e bimbo praticamente da sola. Poi, purtroppo, mio marito è rimasto senza lavoro e quindi si è aggiunto un po’ di stress. Dall’altra, lui mi ha aiutato molto nei lavori di casa e nella gestione del bimbo….tanto aiuto, forse troppo…….ho avuto un momento in cui mi sono sentita quasi “senza ruolo”. Il papà era così bravo e paziente da farmi sentire, involontariamente, quasi inutile e inferiore…e poi, sembrava che la mia stanchezza fosse “ridicola”. Ho iniziato quindi a far fare a lui, perché non mi sentivo all’altezza spesso e volentieri. Fino ai 7 mesi mio figlio di notte aveva dai 4 ai 6 risvegli notturni (dormiva col ciuccio e si addormentava alle 21 tenendogli la mano così come di giorno). Per cui dietro consiglio di amici abbiamo letto il libro di Estiville e abbiamo tentato con la cura del sonno……dopo 4/5 giorni non si svegliava più di notte, si addormentava da solo alle 21 e senza ciuccio (è stata dura per i pianti, ma ha funzionato). Il risveglio però del mattino è sempre stato precoce (5 / 5.30).Purtroppo è saltato tutto da quest’estate perché sono andata al mare con i nonni dove il bimbo dormiva nella mia stanza (mentre a casa dorme da quando ha 2 mesi da solo nella sua stanzetta). In più , al mare, i nonni al minimo pianto nel momento dell’addormentamento mi obbligavano ad entrare nella camera per non farlo piangere e così, da allora, la sera si addormenta solo se io resto in piedi nella sua cameretta (solo io, perché il papà proprio non lo vuole in quel momento). Ma io non me la sento più di ripetere Estiville…..mi sento in colpa! Abbiamo provato a metterlo più tardi a dormire ma non è servito, anzi peggiorava…….allora abbiamo tentato con sciroppo omeopatico x 2 mesi , ma niente. Siamo passati al Nopron per 5 mesi, ma niente (anzi, ha ricominciato coi risvegli notturni)…ora abbiamo sospeso.
Comunque, ai 10 mesi del bambino io sono tornata al lavoro a tempio pieno. Da quel momento e sino ai 18 mesi del bimbo, mio marito è stato quotidianamente presente, mentre io tornavo la sera verso le 18. A quel punto il bimbo si attaccava a me, non mi lasciava fare NULLA e così mio marito cucinava e io lì senza “spazio”. Ho provato spesso la sensazione di “soffocamento” anche se so che detto da una mamma può sembrare brutto………io lo adoro, ma purtroppo devo essere sincera per capire cosa fare, giusto?
Dopo che mio marito ha trovato lavoro con turni di 6 ore spalmati sulla giornata (dai 18 mesi ai 24 mesi del bimbo) è stato seguito sia dal papà stesso che dai nonni. Poi, il 22 settembre ho iniziato l’inserimento al nido.
Per quanto riguarda lo sviluppo motorio e del linguaggio, le posso dire che mio figlio a 1 mese si tirava su con i gomiti e teneva la testa ben ferma sollevata dal fasciatoio, a 4 mesi e mezzo stava seduto e a 8 mesi e mezzo stava in piedi per arrivare a 9 mesi e mezzo a camminare da solo (o meglio correre…). Invece, per il linguaggio, ancora oggi dice pochissime parole (mamma, papà, nonna, nonno, minni, aua, quetto, ti e no) e per lo più usa un suo linguaggio ancora a noi incomprensibile. Abbiamo notato che capisce tutto, ma ci risponde a modo suo.
Per il cibo, invece, lo svezzamento è stata una pacchia, ha sempre mangiato tutto e tantissimo…..solo ora fa un po’ di capricci, anche perché inizia ad avere i suoi gusti…..
Spero di aver descritto al meglio il quadro famigliare e resto in attesa di una sua cortesissima risposta…..mi scuso per il testo molto lungo……
Grazie
P.S: spesso mi sento messa da parte da mio marito e di non ricevere le giuste attenzioni, anche se so che il bimbo viene prima di tutto....e non valorizzata...forse questo può incidere?
La gravidanza nell'insieme è andata abbastanza bene, sono rimasta a casa dal 4° mese per una minaccia di aborto, forse dovuta a stress lavorativo, ma sono arrivata a scadenza e ho partorito senza troppa difficoltà (a parte il momento dei punti che mi hanno un po’ traumatizzata).
Ho allattato il bimbo per 5 mesi e mezzo, e se devo essere sincera non è stato facilissimo poiché, purtroppo, ho sofferto molto per l’assenza di sonno (io ho bisogno di molte ore di sonno!!)…..il bimbo è nato piccolino (2.300 kg) quindi aveva necessità di mangiare ogni 3 ore circa e ci metteva 40/50 minuti per mangiare e 40 minuti per addormentarsi, pertanto consideri lei quanto tempo potevo avere io per riposarmi…..a 4 mesi e mezzo per fortuna ha smesso di fare la poppata notturna, faceva l’ultima alle 23.30 e poi alle 5/5.30…..dopodichè ogni 4/4.5 ore. Peccato però che poi comunque tra una poppata e l’altra non dormiva………se non una mezz’oretta il mattino e una mezz’oretta il pomeriggio. Essendo il mio primo figlio ho preferito non chiedere aiuto esterno (es. nonni) quindi ho trascorso i primi mesi a gestire casa e bimbo praticamente da sola. Poi, purtroppo, mio marito è rimasto senza lavoro e quindi si è aggiunto un po’ di stress. Dall’altra, lui mi ha aiutato molto nei lavori di casa e nella gestione del bimbo….tanto aiuto, forse troppo…….ho avuto un momento in cui mi sono sentita quasi “senza ruolo”. Il papà era così bravo e paziente da farmi sentire, involontariamente, quasi inutile e inferiore…e poi, sembrava che la mia stanchezza fosse “ridicola”. Ho iniziato quindi a far fare a lui, perché non mi sentivo all’altezza spesso e volentieri. Fino ai 7 mesi mio figlio di notte aveva dai 4 ai 6 risvegli notturni (dormiva col ciuccio e si addormentava alle 21 tenendogli la mano così come di giorno). Per cui dietro consiglio di amici abbiamo letto il libro di Estiville e abbiamo tentato con la cura del sonno……dopo 4/5 giorni non si svegliava più di notte, si addormentava da solo alle 21 e senza ciuccio (è stata dura per i pianti, ma ha funzionato). Il risveglio però del mattino è sempre stato precoce (5 / 5.30).Purtroppo è saltato tutto da quest’estate perché sono andata al mare con i nonni dove il bimbo dormiva nella mia stanza (mentre a casa dorme da quando ha 2 mesi da solo nella sua stanzetta). In più , al mare, i nonni al minimo pianto nel momento dell’addormentamento mi obbligavano ad entrare nella camera per non farlo piangere e così, da allora, la sera si addormenta solo se io resto in piedi nella sua cameretta (solo io, perché il papà proprio non lo vuole in quel momento). Ma io non me la sento più di ripetere Estiville…..mi sento in colpa! Abbiamo provato a metterlo più tardi a dormire ma non è servito, anzi peggiorava…….allora abbiamo tentato con sciroppo omeopatico x 2 mesi , ma niente. Siamo passati al Nopron per 5 mesi, ma niente (anzi, ha ricominciato coi risvegli notturni)…ora abbiamo sospeso.
Comunque, ai 10 mesi del bambino io sono tornata al lavoro a tempio pieno. Da quel momento e sino ai 18 mesi del bimbo, mio marito è stato quotidianamente presente, mentre io tornavo la sera verso le 18. A quel punto il bimbo si attaccava a me, non mi lasciava fare NULLA e così mio marito cucinava e io lì senza “spazio”. Ho provato spesso la sensazione di “soffocamento” anche se so che detto da una mamma può sembrare brutto………io lo adoro, ma purtroppo devo essere sincera per capire cosa fare, giusto?
Dopo che mio marito ha trovato lavoro con turni di 6 ore spalmati sulla giornata (dai 18 mesi ai 24 mesi del bimbo) è stato seguito sia dal papà stesso che dai nonni. Poi, il 22 settembre ho iniziato l’inserimento al nido.
Per quanto riguarda lo sviluppo motorio e del linguaggio, le posso dire che mio figlio a 1 mese si tirava su con i gomiti e teneva la testa ben ferma sollevata dal fasciatoio, a 4 mesi e mezzo stava seduto e a 8 mesi e mezzo stava in piedi per arrivare a 9 mesi e mezzo a camminare da solo (o meglio correre…). Invece, per il linguaggio, ancora oggi dice pochissime parole (mamma, papà, nonna, nonno, minni, aua, quetto, ti e no) e per lo più usa un suo linguaggio ancora a noi incomprensibile. Abbiamo notato che capisce tutto, ma ci risponde a modo suo.
Per il cibo, invece, lo svezzamento è stata una pacchia, ha sempre mangiato tutto e tantissimo…..solo ora fa un po’ di capricci, anche perché inizia ad avere i suoi gusti…..
Spero di aver descritto al meglio il quadro famigliare e resto in attesa di una sua cortesissima risposta…..mi scuso per il testo molto lungo……
Grazie
P.S: spesso mi sento messa da parte da mio marito e di non ricevere le giuste attenzioni, anche se so che il bimbo viene prima di tutto....e non valorizzata...forse questo può incidere?
[#3]
Gentile signora, la sua descrizione è molto attenta e partecipe.
Sembra che tutto è stato un po' faticoso e stressante, a partire dalla minaccia d'aborto, e giù giù attraverso il parto con il lieve disagio dei punti, l'allattamento e lo scarso sonno, il senso di non riuscire a ingranare, il sentirsi sostituita da suo marito, poco valorizzata, interferita invece che aiutata anche dai nonni, il vedere che le cose non funzionano, la paura quasi dei suoi sentimenti verso suo figlio (cioè che la fatica e lo stress rovinino il vostro rapporto). Sembra che siano stati due anni molto stressanti per lei, che appunto si vede "davvero molto stanca". Non prenda sottogamba la sua stanchezza, può essere il segno di un suo stato depressivo post partum (comune a molte mamme, non si spaventi della parola), non riconosciuto dai suoi familiari, e per cui forse non ha avuto l'appoggio necessario. Non è "colpa" sua, ma di tutto l'insieme di cose che forse ha reso troppo stressante la situazione. (Chiunque può ritrovarsi così se lo stress supera la sua posibilità di resistenza.)
Il bambino a quanto descrive non presenta particolari problemi oltre alla difficoltà di separazione. Il linguaggio non è un problema (legga se crede il mio articolo sul linguaggio nella sezione 'Minforma', pediatria, su questo stesso sito), il bambino presenta solo una difficoltà nella maturazione ma nulla è perduto.
Lei ha bisogno di ritrovae il suo ruolo e la sua sicurezza di mamma abbastanza buona per il suo bambino (le mamme perfette o troppo buone sono 'pericolose!). I consigli del metodo Estivill (che non conosco direttamente: ho appurato che è molto diffuso e molto controverso! non mi sembra scandaloso, per quel poco che ho capito mi sembra riassuma i consigli che quasi tutti noi diamo su una maggior 'educazione' dei bambini rispetto alle tendenze degli ultimi anni) possono essere applicati credo senza danni ed in generale un ambiente educativo sicuro con regole stabili è positivo per i bambini, che risentono invece dell'insicurezza e contradditorietà delle regole, o peggio ancora della mancanza di regole. Non si senta cattiva a dire 'no' al bambino, quando ci vuole, e a mettere dei limiti alle sue pretese (ad esempio anche riguardo alle sue mani). Ma cerchi di uscire dallo stato depressivo (è solo un aggettivo, anche se oggi è stato trasformato in una parola che fa paura) in cui forse è, con l'aiuto dei suoi familiari e forse anche con un aiuto psicologico, eventualmente. Il bambino dovebbe risentirne positivamente. Restando a disposizione, cordialmente
PS forse è utile che anche suo marito legga questo consulto.
Sembra che tutto è stato un po' faticoso e stressante, a partire dalla minaccia d'aborto, e giù giù attraverso il parto con il lieve disagio dei punti, l'allattamento e lo scarso sonno, il senso di non riuscire a ingranare, il sentirsi sostituita da suo marito, poco valorizzata, interferita invece che aiutata anche dai nonni, il vedere che le cose non funzionano, la paura quasi dei suoi sentimenti verso suo figlio (cioè che la fatica e lo stress rovinino il vostro rapporto). Sembra che siano stati due anni molto stressanti per lei, che appunto si vede "davvero molto stanca". Non prenda sottogamba la sua stanchezza, può essere il segno di un suo stato depressivo post partum (comune a molte mamme, non si spaventi della parola), non riconosciuto dai suoi familiari, e per cui forse non ha avuto l'appoggio necessario. Non è "colpa" sua, ma di tutto l'insieme di cose che forse ha reso troppo stressante la situazione. (Chiunque può ritrovarsi così se lo stress supera la sua posibilità di resistenza.)
Il bambino a quanto descrive non presenta particolari problemi oltre alla difficoltà di separazione. Il linguaggio non è un problema (legga se crede il mio articolo sul linguaggio nella sezione 'Minforma', pediatria, su questo stesso sito), il bambino presenta solo una difficoltà nella maturazione ma nulla è perduto.
Lei ha bisogno di ritrovae il suo ruolo e la sua sicurezza di mamma abbastanza buona per il suo bambino (le mamme perfette o troppo buone sono 'pericolose!). I consigli del metodo Estivill (che non conosco direttamente: ho appurato che è molto diffuso e molto controverso! non mi sembra scandaloso, per quel poco che ho capito mi sembra riassuma i consigli che quasi tutti noi diamo su una maggior 'educazione' dei bambini rispetto alle tendenze degli ultimi anni) possono essere applicati credo senza danni ed in generale un ambiente educativo sicuro con regole stabili è positivo per i bambini, che risentono invece dell'insicurezza e contradditorietà delle regole, o peggio ancora della mancanza di regole. Non si senta cattiva a dire 'no' al bambino, quando ci vuole, e a mettere dei limiti alle sue pretese (ad esempio anche riguardo alle sue mani). Ma cerchi di uscire dallo stato depressivo (è solo un aggettivo, anche se oggi è stato trasformato in una parola che fa paura) in cui forse è, con l'aiuto dei suoi familiari e forse anche con un aiuto psicologico, eventualmente. Il bambino dovebbe risentirne positivamente. Restando a disposizione, cordialmente
PS forse è utile che anche suo marito legga questo consulto.
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Ex utente
La ringrazio molto per la sua attenzione e i suoi consigli. Sono felice che il bambino non presenti particolari problemi e spero davvero di non creargliene in futuro......sicuramente dovrò lavorare su me stessa e sul mio stato depressivo, anche se speravo di riuscirci da sola senza dover chiedere aiuto a nessuno .....speravo di poter avere un consiglio su come mantenere calma e serenità e per ritrovare la fiducia in me stessa e nelle mie potenzialità......oltre a trovare un modo per far "dormire" di più mio figlio e ovviamente poter riposare anch'io. Per il discorso "mani" ho provato già a dirgli di "no" ma entra in una profonda crisi di pianto, diventa "isterico" e così cedo.....ho paura di provocargli un trauma...
[#5]
Signora, le crisi anche isteriche di pianto sono solo un'arma' che i bambini utilizzano per ottenere quello che vogliono. Ma loro non sanno se quello che vogliono gli fa bene o no. Sono i genitori che devono saperlo, o quantomeno si devono prendere la responsabilità di permettere o no. Non sono i 'no' che traumatizzano e le crisi isteriche sono impressionanti, ma non fanno male: sono le cattive abitudini che fanno male e che diventano sempre più forti via via che i genitori cedono, e sempre più difficili da cambiare. Condivida i suoi dubbi e paure e dicisioni con suo marito, se possibile, ed eventualmente rivolgetevi a un consultorio familiare o a un servizio di NPI per farvi aiutare. Meglio una fatica oggi che pentirsene domani di non averlo fatto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 22.9k visite dal 08/10/2008.
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