Uno stato comportamentale irritato
Mia figlia ha 9 anni credo sia affetta da emetofobia, sua cuginetta circa 2 anni fa, ebbe un episodio di vomito molto copioso al quale mia figlia assistette, da allora vive periodicamente delle crisi, che la portano ad ridurre drasticamente l'assunzione di cibo con conseguente e persistente nausea , uno stato comportamentale irritato e a tratti impaurito. Lei e' cosciente di questa paura, noi pertanto abbiamo provato in tutti i modi di tranquillizzarla, dimostrandole la nostra comprensione per il suo problema.Stiamo pensando io e mia moglie di rivolgerci a qualche psicologo infantile, poiche' certe volte pensiamo di non riuscire a gestire la situazione, e anche perche' pensiamo ci possano essere in futuro delle conseguenze. Grazie anticipatamente a chi voglia rispondere.
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Gentile Signore,
Vedo solo ora la vostra richiesta. Lei descrive un marcato cambiamento di sua figlia dopo un episodio che sembra essere stato per lei 'traumatico'. Per aiutarvi a decidere cosa fare potrebbe essere utile avere maggiori informazioni non solo sul sintomo, ma anche sul contesto in cui è emerso, cioè sulla storia precedente dello sviluppo, sul carattere, il comportamento a casa , a scuola, con i coetanei, ecc, nonchè su possibili altri avvenimenti, e anche sulla composizione della famiglia, sull'organizzazione e sul vostro 'stile' di vita in generale, infine sulle conseguenze che il sintomo di vostra figlia ha comportato per la vita familiare e sul vostro modo di reagire, cui lei ha accennato. Questo perchè a volte il sintomo (qualsiasi sintomo psichico) è come la punta di un iceberg ed può essere utile conoscere meglio tutto l'iceberg per decidere il da farsi. Un bambino infatti non può essere isolato dal suo contesto di vita ed esperienze e solo una esplorazione di tutta la situazione può far trovare la strada migliore per uscirne.
Cordialmente
Vedo solo ora la vostra richiesta. Lei descrive un marcato cambiamento di sua figlia dopo un episodio che sembra essere stato per lei 'traumatico'. Per aiutarvi a decidere cosa fare potrebbe essere utile avere maggiori informazioni non solo sul sintomo, ma anche sul contesto in cui è emerso, cioè sulla storia precedente dello sviluppo, sul carattere, il comportamento a casa , a scuola, con i coetanei, ecc, nonchè su possibili altri avvenimenti, e anche sulla composizione della famiglia, sull'organizzazione e sul vostro 'stile' di vita in generale, infine sulle conseguenze che il sintomo di vostra figlia ha comportato per la vita familiare e sul vostro modo di reagire, cui lei ha accennato. Questo perchè a volte il sintomo (qualsiasi sintomo psichico) è come la punta di un iceberg ed può essere utile conoscere meglio tutto l'iceberg per decidere il da farsi. Un bambino infatti non può essere isolato dal suo contesto di vita ed esperienze e solo una esplorazione di tutta la situazione può far trovare la strada migliore per uscirne.
Cordialmente
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 11/11/2008.
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