Disturbo comportamentale infantile
Buon giorno.
Desidero avere un consiglio perchè da qualche tempo mio figlio Simone, 4 anni, è diventato molto aggressivo, con attacchi di rabbia incontrollata durante i quali urla, piange, tira calci e morsi ... ed apparentemente perde totalmente il controllo. Noi abbiamo 3 figli, Daniele 7 anni, Sinome ed Anita 2 anni e mezzo.
Simone è sempre stato un bimbo solare e sorridente, è molto autonomo ed ha avuto uno sviluppo motorio e del linguaggio normale. Il suo comportamente ha iniziato a cambiare quanto aveva circa 18 mesi in quanto è nata la sorellina, che a causa di diversi problemi di salute, ha assorbito quasi del tutto il mio tempo e la mia attenzione. L'apice l'abbiamo avuto quando ha iniziato a frequentare la scuola materna (dove non ha ritrovato i compagni del nido in quanto ci siamo trasferito in una zona diversa della città) con un crescendo di atteggiamenti aggresivi e prepotenti e come già detto attacchi di rabbia incontrollata quando non si fa come vuole lui. A volte basta un banale no (per esempio alla caramella prima di cena) a scatenare la sua ira. All'asilo gioca ed ora superato l'inserimento va abbastanza volentieri ... ma si rifiuta categoricamente di partecipare alla attività collettive che propongono le educatrici. Per il resto, a parte gli attacchi d'ira quando viene contrariato, è un bimbo socievole, disponibile ed autonomo.
Sono molto preoccupata per questo suo cambiamento, perchè capisco che ha dentro una rabbia, un rancore che non riesce a gestire e controllare ... ma non so come aiutarlo. Mi hanno consigliato una valutazione neuropsichiatrica, ma la cosa mi mette molta ansia.
Grazie in anticipo per una vs. risposta.
Gabriella
Desidero avere un consiglio perchè da qualche tempo mio figlio Simone, 4 anni, è diventato molto aggressivo, con attacchi di rabbia incontrollata durante i quali urla, piange, tira calci e morsi ... ed apparentemente perde totalmente il controllo. Noi abbiamo 3 figli, Daniele 7 anni, Sinome ed Anita 2 anni e mezzo.
Simone è sempre stato un bimbo solare e sorridente, è molto autonomo ed ha avuto uno sviluppo motorio e del linguaggio normale. Il suo comportamente ha iniziato a cambiare quanto aveva circa 18 mesi in quanto è nata la sorellina, che a causa di diversi problemi di salute, ha assorbito quasi del tutto il mio tempo e la mia attenzione. L'apice l'abbiamo avuto quando ha iniziato a frequentare la scuola materna (dove non ha ritrovato i compagni del nido in quanto ci siamo trasferito in una zona diversa della città) con un crescendo di atteggiamenti aggresivi e prepotenti e come già detto attacchi di rabbia incontrollata quando non si fa come vuole lui. A volte basta un banale no (per esempio alla caramella prima di cena) a scatenare la sua ira. All'asilo gioca ed ora superato l'inserimento va abbastanza volentieri ... ma si rifiuta categoricamente di partecipare alla attività collettive che propongono le educatrici. Per il resto, a parte gli attacchi d'ira quando viene contrariato, è un bimbo socievole, disponibile ed autonomo.
Sono molto preoccupata per questo suo cambiamento, perchè capisco che ha dentro una rabbia, un rancore che non riesce a gestire e controllare ... ma non so come aiutarlo. Mi hanno consigliato una valutazione neuropsichiatrica, ma la cosa mi mette molta ansia.
Grazie in anticipo per una vs. risposta.
Gabriella
[#1]
NO cara Signora,
non deve avere assolutamente ansia. Lo so che la parola "neuropsichiatra" accende delle lampadine ma è solo un nostro preconcetto. Non è certo "matto" ...un bambino che ha bisogno del neuropsichiatra!! Stia tranquilla. Solo che lo specialista è la persona più adatta non solo a valutare il comportamento del bambino e a capire il suo disagio (oltre a poter escludere che ci siano precisi problemi neurologici-neuropsichiatrici sottostanti), ma anche sarà in grado di darvi tutti quei consigli e suggerirvi strategie per non strutturare questi comportamenti ed indicarvi il modo migliore di comportarvi. Non è escluso che possa dirvi che il piccolo ha bisogno di un supporto psicologico ma bisogna superare certi preconcetti; oggi la psichiatria e la psicologia non hanno più le caratteristiche e le indicazioni di una volta; psichiatri e psicologi sono entrati nelle scuole, nelle aziende, nelle fabbriche, negli ospedali.
Perciò si rassereni e lo consulti al più presto!
Cordiali saluti
Dr.Agnesina Pozzi
non deve avere assolutamente ansia. Lo so che la parola "neuropsichiatra" accende delle lampadine ma è solo un nostro preconcetto. Non è certo "matto" ...un bambino che ha bisogno del neuropsichiatra!! Stia tranquilla. Solo che lo specialista è la persona più adatta non solo a valutare il comportamento del bambino e a capire il suo disagio (oltre a poter escludere che ci siano precisi problemi neurologici-neuropsichiatrici sottostanti), ma anche sarà in grado di darvi tutti quei consigli e suggerirvi strategie per non strutturare questi comportamenti ed indicarvi il modo migliore di comportarvi. Non è escluso che possa dirvi che il piccolo ha bisogno di un supporto psicologico ma bisogna superare certi preconcetti; oggi la psichiatria e la psicologia non hanno più le caratteristiche e le indicazioni di una volta; psichiatri e psicologi sono entrati nelle scuole, nelle aziende, nelle fabbriche, negli ospedali.
Perciò si rassereni e lo consulti al più presto!
Cordiali saluti
Dr.Agnesina Pozzi
[#2]
Gentile signora, sono un npi e, pur concordando di massima con le parole della dottorssa Pozzi, le vorrei anche dire che la sua ansia non è del tutto fuori luogo. Non diversamente da quando un paziente si rivolge a un qualsiasi specialista, è sempre bene che non gli creda come a un messia, ma ascolti le sue valutazioni e indicazioni e poi ci rifletta e decida con la sua testa.
Quanto descrive del suo bambino e delle circostanze passate è sufficiente per ipotizzare che le esperienze riferite legate alla nascita della sorellina e al trasferimento abbiano avuto per lui un effetto traumatico. Senza colpa di nessuno, la realtà a volte è traumatica. Verosimilmente lui ha reagito alla perdita ( o diminuzione) di importanti riferimenti per la sua sicurezza, con atteggiamenti di prepotenza e intolleranza alle frustrazioni cui lui non riesce a reagire se non con scoppi di rabbia e pretese di comandare lui contro tutti. Mi sembra importante la comprensione che Lei, mamma, sembra avere della sua situazione e la percezione di non sapere come aiutarlo. E' una buona base da cui partire.
Non è facile in effetti affrontare simili situazioni: da una parte il bambino soffre ed è in difficoltà, dall'altra non si può permettergli comportamenti che peggiorano la sua situazione. La cosa migliore mi sembrerebbe il poter parlare con una personba esperta di psicologica infantile (npi o psicologo dell'età evolutiva), insieme a suo marito, che insieme a voi osservi e conosca il bambino e vi segua per un periodo per trovare la strada migliore. A Milano non mancano le persone preparate a fare ciò, nell'ambito degli psicoterapeuti dell'età evolutiva. Ci sono varie Società e Associazioni, di Psicoanalisi e Psicoterapia dell'età evolutiva, dove potrete trovare indicazioni e indirizzi. Anche i Servizi di zona non mancano di validi specialisti, ma non tutte le zone sono ugualmente fornite. Il vostro pediatra, sulla base della sua esperienza, potrà forse indirizzarvi.
Sicuramente eviterei di ricorrere a farmaci.
Cordialmente
Quanto descrive del suo bambino e delle circostanze passate è sufficiente per ipotizzare che le esperienze riferite legate alla nascita della sorellina e al trasferimento abbiano avuto per lui un effetto traumatico. Senza colpa di nessuno, la realtà a volte è traumatica. Verosimilmente lui ha reagito alla perdita ( o diminuzione) di importanti riferimenti per la sua sicurezza, con atteggiamenti di prepotenza e intolleranza alle frustrazioni cui lui non riesce a reagire se non con scoppi di rabbia e pretese di comandare lui contro tutti. Mi sembra importante la comprensione che Lei, mamma, sembra avere della sua situazione e la percezione di non sapere come aiutarlo. E' una buona base da cui partire.
Non è facile in effetti affrontare simili situazioni: da una parte il bambino soffre ed è in difficoltà, dall'altra non si può permettergli comportamenti che peggiorano la sua situazione. La cosa migliore mi sembrerebbe il poter parlare con una personba esperta di psicologica infantile (npi o psicologo dell'età evolutiva), insieme a suo marito, che insieme a voi osservi e conosca il bambino e vi segua per un periodo per trovare la strada migliore. A Milano non mancano le persone preparate a fare ciò, nell'ambito degli psicoterapeuti dell'età evolutiva. Ci sono varie Società e Associazioni, di Psicoanalisi e Psicoterapia dell'età evolutiva, dove potrete trovare indicazioni e indirizzi. Anche i Servizi di zona non mancano di validi specialisti, ma non tutte le zone sono ugualmente fornite. Il vostro pediatra, sulla base della sua esperienza, potrà forse indirizzarvi.
Sicuramente eviterei di ricorrere a farmaci.
Cordialmente
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
[#4]
Utente
Gentili Dr. Pozzi e Benedetti,
Grazie mille per il vs. riscontro. Contatterò a breve un centro che mi hanno consigliato c/o l'Ospedale Niguarda.
Dr. Benedetti, un grazie speciale per il suo commento che mi ha tranquillizzato e rassicurato un pò. Sono sicura che con un valido aiuto riusciremo a superare queste difficoltà.
Cordiali saluti.
Gabriella
Grazie mille per il vs. riscontro. Contatterò a breve un centro che mi hanno consigliato c/o l'Ospedale Niguarda.
Dr. Benedetti, un grazie speciale per il suo commento che mi ha tranquillizzato e rassicurato un pò. Sono sicura che con un valido aiuto riusciremo a superare queste difficoltà.
Cordiali saluti.
Gabriella
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.6k visite dal 23/01/2009.
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