Morte per rigurgito
Buongiorno,
sono la mamma di F., che purtroppo è deceduta di recente dopo solo 40 giorni di vita.
F. è nata prematuramente a 33+3 settimane, con un un peso di kg 1,180.
Subito dopo la nascita è stata ricoverata in t.i.n. presso un grande ospedale di Roma e da lì hanno iniziato a prendersi cura di lei.
Superato l’iniziale distress respiratorio, durato circa una settimana, la piccola ha avuto costanti miglioramenti, al punto che dopo dieci giorni dal suo arrivo in ospedale è stata trasferita in sub-intensiva.
Da questo momento la situazione è migliorata di giorno in giorno: avevamo iniziato la marsupio terapia, e ultimamente F. si attaccava anche al seno.
Il 24 marzo presso la Asl di zona ho richiesto l’assegnazione di un pediatra proprio perchè prevedevo a breve le dimissioni della bimba.
Invece il 26 marzo una telefonata dall’ospedale ci ha annunciato che la bimba si era improvvisamente aggravata a causa di un rigurgito.
Quando siamo arrivati accanto alla bambina (aggiungo senza alcuna preparazione psicologica) ci siamo trovati davanti ad una scena di una drammaticità indescrivibile.
La bambina era in fin di vita, la macchina dell’elettrocardiogramma segnava dei valori bassissimi.
Dopo circa tre ore dal nostro arrivo F. viene dichiarata ufficialmente morta, anche se secondo me e mio marito la bambina era già morta.
Nessuna spiegazione da parte dei medici, a parte l’accenno a un rigurgito di latte inalato che avrebbe appunto causato il soffocamento.
Trascorrendo tutti i pomeriggi accanto alla bambina, nel reparto definito “sub intensivo”, notavamo che non c’era una presenza costante di infermieri o medici. Spesso quando suonavano gli allarmi trascorrevano diversi minuti prima che qualcuno accorresse. A volte noi genitori dovevamo cercare qualcuno che venisse a controllare. Questo ci lascia con il tormento che forse nostra figlia poteva essere salvata. Per questo abbiamo intrapreso un’azione legale nei confronti dell’ospedale, ma si tratta ovviamente di cose lunghe.
Vorrei capire se è plausibile quello che è accaduto, o se invece faccio bene a sospettare una negligenza alla base di questo drammatico evento.
L’autopsia, che secondo il medico legale di parte avrebbe dovuto rivelare chiaramente la causa della morte, pare non sia stata sufficiente. I polmoni sono stati sottoposti a numerosi “lavaggi”. Questo ha reso necessario un esame istologico che da quanto abbiamo capito potrebbe rivelare la presenza di una polmonite ab ingestis.
Fatte queste premesse, è possibile che un bambino monitorato 24/24 h possa morire per rigurgito in un reparto di terapia sub-intensiva neonatale?
Nel momento in cui un bimbo rigurgita quanto tempo ha a disposizione il medico per intervenire?
Sia chiaro, ovviamente non chiedo se ci sono colpevoli o meno, questo lo stabilirà la legge spero, ma ho bisogno di sapere come può succedere una cosa tanto grave in una t.i.n.
Grazie mille
sono la mamma di F., che purtroppo è deceduta di recente dopo solo 40 giorni di vita.
F. è nata prematuramente a 33+3 settimane, con un un peso di kg 1,180.
Subito dopo la nascita è stata ricoverata in t.i.n. presso un grande ospedale di Roma e da lì hanno iniziato a prendersi cura di lei.
Superato l’iniziale distress respiratorio, durato circa una settimana, la piccola ha avuto costanti miglioramenti, al punto che dopo dieci giorni dal suo arrivo in ospedale è stata trasferita in sub-intensiva.
Da questo momento la situazione è migliorata di giorno in giorno: avevamo iniziato la marsupio terapia, e ultimamente F. si attaccava anche al seno.
Il 24 marzo presso la Asl di zona ho richiesto l’assegnazione di un pediatra proprio perchè prevedevo a breve le dimissioni della bimba.
Invece il 26 marzo una telefonata dall’ospedale ci ha annunciato che la bimba si era improvvisamente aggravata a causa di un rigurgito.
Quando siamo arrivati accanto alla bambina (aggiungo senza alcuna preparazione psicologica) ci siamo trovati davanti ad una scena di una drammaticità indescrivibile.
La bambina era in fin di vita, la macchina dell’elettrocardiogramma segnava dei valori bassissimi.
Dopo circa tre ore dal nostro arrivo F. viene dichiarata ufficialmente morta, anche se secondo me e mio marito la bambina era già morta.
Nessuna spiegazione da parte dei medici, a parte l’accenno a un rigurgito di latte inalato che avrebbe appunto causato il soffocamento.
Trascorrendo tutti i pomeriggi accanto alla bambina, nel reparto definito “sub intensivo”, notavamo che non c’era una presenza costante di infermieri o medici. Spesso quando suonavano gli allarmi trascorrevano diversi minuti prima che qualcuno accorresse. A volte noi genitori dovevamo cercare qualcuno che venisse a controllare. Questo ci lascia con il tormento che forse nostra figlia poteva essere salvata. Per questo abbiamo intrapreso un’azione legale nei confronti dell’ospedale, ma si tratta ovviamente di cose lunghe.
Vorrei capire se è plausibile quello che è accaduto, o se invece faccio bene a sospettare una negligenza alla base di questo drammatico evento.
L’autopsia, che secondo il medico legale di parte avrebbe dovuto rivelare chiaramente la causa della morte, pare non sia stata sufficiente. I polmoni sono stati sottoposti a numerosi “lavaggi”. Questo ha reso necessario un esame istologico che da quanto abbiamo capito potrebbe rivelare la presenza di una polmonite ab ingestis.
Fatte queste premesse, è possibile che un bambino monitorato 24/24 h possa morire per rigurgito in un reparto di terapia sub-intensiva neonatale?
Nel momento in cui un bimbo rigurgita quanto tempo ha a disposizione il medico per intervenire?
Sia chiaro, ovviamente non chiedo se ci sono colpevoli o meno, questo lo stabilirà la legge spero, ma ho bisogno di sapere come può succedere una cosa tanto grave in una t.i.n.
Grazie mille
[#2]
Cara Signora
le sono profondamente vicina in questo momento terribile per lei e la sua famiglia. Coraggio! UN angioletto sarà a vegliare su di voi.
Purtroppo accade che l'inalazione di liquido nell'albero respiratorio è sempre evenienza drammatica, sia nell'adulto che nel bambino. Specialmente nei pre-termine (in cui neppure l'albero respiratorio è ancora completamente maturo) ha una gravità non tanto legata all'esigua quantità di liquido che può aver inalato, ma al broncospasmo riflesso che praticamente "contrae" le vie aeree rendendole impenetrabili all'ossigenazione sia spontanea che assistita. Impossibile che non ci siano state infermiere nella sub intensiva. Si, forse il suo angioletto poteva essere salvata ma forse anche il prezzo da pagare per la sua sopravvivenza sarebbe stato comunque altissimo. Un'assenza di ossigeno è tragica in un piccolino per l'encefalo e se fosse sopravvissuta probabilmente avrebbe riportato un deficit cerebrale.
Certo questo non può consolare ma io spero tanto e vi auguro che lei stessa da lassù, vi dia la forza necessaria per guardare avanti.
Signora, l'abbraccio con affetto sincero.
Dr.ssa Agnesina POzzi
le sono profondamente vicina in questo momento terribile per lei e la sua famiglia. Coraggio! UN angioletto sarà a vegliare su di voi.
Purtroppo accade che l'inalazione di liquido nell'albero respiratorio è sempre evenienza drammatica, sia nell'adulto che nel bambino. Specialmente nei pre-termine (in cui neppure l'albero respiratorio è ancora completamente maturo) ha una gravità non tanto legata all'esigua quantità di liquido che può aver inalato, ma al broncospasmo riflesso che praticamente "contrae" le vie aeree rendendole impenetrabili all'ossigenazione sia spontanea che assistita. Impossibile che non ci siano state infermiere nella sub intensiva. Si, forse il suo angioletto poteva essere salvata ma forse anche il prezzo da pagare per la sua sopravvivenza sarebbe stato comunque altissimo. Un'assenza di ossigeno è tragica in un piccolino per l'encefalo e se fosse sopravvissuta probabilmente avrebbe riportato un deficit cerebrale.
Certo questo non può consolare ma io spero tanto e vi auguro che lei stessa da lassù, vi dia la forza necessaria per guardare avanti.
Signora, l'abbraccio con affetto sincero.
Dr.ssa Agnesina POzzi
[#3]
Utente
Gentilissima Dott.ssa Pozzi,
la ringrazio per avermi risposto. Vorrei precisare una cosa: in sub-intensiva NON c'era la presenza costante di infermieri, almeno non quando noi genitori eravamo lì (infatti spesso mio marito doveva correre a chiamarli anche per altre mamme).
E' proprio per questo che nutro tutti i dubbi che esprimevo altrimenti non ne avrei avuto motivo.
la ringrazio per avermi risposto. Vorrei precisare una cosa: in sub-intensiva NON c'era la presenza costante di infermieri, almeno non quando noi genitori eravamo lì (infatti spesso mio marito doveva correre a chiamarli anche per altre mamme).
E' proprio per questo che nutro tutti i dubbi che esprimevo altrimenti non ne avrei avuto motivo.
[#4]
Certo si acclarerà se una infermiera fosse presente o meno e deciderete se intraprendere un'azione legale, L'autopsia questa risposta non la darà ma forse una indagine interna al reparto. Ho lavorato 10 anni in ospedale e può malauguratamente capitare che alla fine paghi il personale per responsabilità che sono amministrative. Le faccio un esempio: nella mia divisione lasciavano una sola infermiera mentre l'altra doveva pensare a collaborare con la divisione di ostetricia. Poteva certo capitare che, se una mamma avesse chiamato la mia infermiera per problemi legati al bambino, un altro bambino che magari era in fototerapia restava per qualche minuto da solo. Dunque se fosse malauguratamente capitata qualcosa al bambino, un guasto alla fototerapia, chi avrebbe pagato? L'infermiera che comunque stava svolgendo altrove e non in via ubiquitaria le sue mansioni, oppure il direttore generale che scelleratamente aveva ridotto il personale e con esso i costi per poi farsi dare la medaglia di quello che aveva risparmiato soldi nella asl?
Il problema davvero non è così lineare come sembrerebbe. L'infermiera si assenta...ma in una sub intensiva non può andarsene certo a gironzolare nei reparti. Può darsi che era presso un altro bambino. Quello che posso solo dirle è di non lacerasi con i dubbi perchè si farà solo male. E' stata una malaugurata evenienza e si dovrà accertare come sono andate le cose. La legge farà il suo corso e se qualcuno ha sbagliato pagherà, ma purtroppo non servirà questo nè a ridarle la bambina nè a lenire il suo dolore. Io sono sconfortata perchè so bene che chi ha le vere colpe non paga mai. Anche nel mio ospedale una volta è successa una cosa grave. E'nata una bambina a termine, bene, con Apgar 7, la mamma l'ha sentita piangere. L'aiuto pediatra ha fatto un'aspirazione profonda dei muchi e la piccola è andata in distress respiratorio. L'anestesista non l'ha intubata, Son stati 4 ore a farle perdere calore, l'hanno portata in radiologia, cardiologia, e l'hanno trasferita che era tardi. Arrivata a Potenza in intensiva dopo poche ore è morta. LA responsabilità era indubbiamente della pediatra e dell'anestesista ma sa cosa è accaduto? Che hanno incriminato il ginecologo che ha passato momenti di depressione terribili non essendo lui il responsabile. Ecco questa è la giustizia... niente affatto giusta!
In quel caso la piccola poteva essere salvata eccome, era sana, ma il distress e l'attesa sono stati implacabili. LA mamma la conosco, anche lei si è convinta che la colpa fosse del ginecologo ma non è così. Magari era "anche" del ginecologo che avrebbe dovuto far prima il cesareo ma l'Apgar era buono! Insomma i due responsabili veri se la son cavata !!
Che dire alla mamma, che non ha voluto neppure il risarcimento danni, questa consolazione non è servita! Sono passati tanti anni e ancora si chiede se la sua piccola poteva essere salvata, nonostante la risposta sia si. Probabilmente se anche per lei la risposta fosse "si" ma nulla cambierebbe purtroppo nel suo dolore, anzi lo acuirebbe. Nella mia piccola esperienza posso dirle che sono molto più a rischio i neonati di 8 mesi che quelli di 7, ma non so dirle perchè. So solo che quell'epoca di parto mandava in tilt tutti gli ostetrici.
Non dico che tutto sia destinato ma se abbiamo fede e se vogliamo sopravvivere al dolore, occorre farsi una ragione su ciò che accade e ci sconvolge la vita per un verso o per l'altro.
Le rinnovo la mia vicinanza
Dott.Agnesina Pozzi
Il problema davvero non è così lineare come sembrerebbe. L'infermiera si assenta...ma in una sub intensiva non può andarsene certo a gironzolare nei reparti. Può darsi che era presso un altro bambino. Quello che posso solo dirle è di non lacerasi con i dubbi perchè si farà solo male. E' stata una malaugurata evenienza e si dovrà accertare come sono andate le cose. La legge farà il suo corso e se qualcuno ha sbagliato pagherà, ma purtroppo non servirà questo nè a ridarle la bambina nè a lenire il suo dolore. Io sono sconfortata perchè so bene che chi ha le vere colpe non paga mai. Anche nel mio ospedale una volta è successa una cosa grave. E'nata una bambina a termine, bene, con Apgar 7, la mamma l'ha sentita piangere. L'aiuto pediatra ha fatto un'aspirazione profonda dei muchi e la piccola è andata in distress respiratorio. L'anestesista non l'ha intubata, Son stati 4 ore a farle perdere calore, l'hanno portata in radiologia, cardiologia, e l'hanno trasferita che era tardi. Arrivata a Potenza in intensiva dopo poche ore è morta. LA responsabilità era indubbiamente della pediatra e dell'anestesista ma sa cosa è accaduto? Che hanno incriminato il ginecologo che ha passato momenti di depressione terribili non essendo lui il responsabile. Ecco questa è la giustizia... niente affatto giusta!
In quel caso la piccola poteva essere salvata eccome, era sana, ma il distress e l'attesa sono stati implacabili. LA mamma la conosco, anche lei si è convinta che la colpa fosse del ginecologo ma non è così. Magari era "anche" del ginecologo che avrebbe dovuto far prima il cesareo ma l'Apgar era buono! Insomma i due responsabili veri se la son cavata !!
Che dire alla mamma, che non ha voluto neppure il risarcimento danni, questa consolazione non è servita! Sono passati tanti anni e ancora si chiede se la sua piccola poteva essere salvata, nonostante la risposta sia si. Probabilmente se anche per lei la risposta fosse "si" ma nulla cambierebbe purtroppo nel suo dolore, anzi lo acuirebbe. Nella mia piccola esperienza posso dirle che sono molto più a rischio i neonati di 8 mesi che quelli di 7, ma non so dirle perchè. So solo che quell'epoca di parto mandava in tilt tutti gli ostetrici.
Non dico che tutto sia destinato ma se abbiamo fede e se vogliamo sopravvivere al dolore, occorre farsi una ragione su ciò che accade e ci sconvolge la vita per un verso o per l'altro.
Le rinnovo la mia vicinanza
Dott.Agnesina Pozzi
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 19.7k visite dal 04/05/2009.
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