Fibrosi polmonare e Artrite Reumatoide

Sono affetta da Artrite Reumatoide da ben 45 anni e, da circa due anni mi è stata diagnosticata una fibrosi polmonare verosimilmene correllata alla mia connettivite di base. Sono in terapia con Adalimumab da 2 anni più i soliti FANS e 5 mg di cortisone al gg.
Lo pneumologo che mi segue per la fibrosi è stato sempre, in questi due anni, in contatto con il mio reumatologo per definire sempre in accordo la terapia del caso, in effetti, per la fibrosi, assumo solo cortisone 25 mg. in caso di periodi di dispnea forte, poi torno ai consueti 5 mg. prescrittimi dal reum.
Volevo sapere se c'è altro da fare per cercare di tenere a bada la fibrosi visto che la TAC di controllo eseguita recentemente, mostra già un aggravamento dell'ispessimento insterstiziale ed io sono veramente preoccupata. Grazie
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Dr. Domenico Caggese Pneumologo 7
Le consiglio di prendere contatti con uno specialista di inerstiziopatie polmonari: Prof. Carlo Albera Osp. San Luigi di Orbassano (Torino)- 011/9026432

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Dr. Mauro Granata Reumatologo, Medico internista, Geriatra 2.7k 114
Gentile signora, penso di farle cosa gradita segnalandole il sito dell’AIPO, Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri. Nella Home page troverà l’indirizzo delle varie Sezioni regionali, compresa quella della Sezione Campania Basilicata. L’indirizzo è: http://www.pneumologiospedalieri.it. MG

Mauro Granata
https://www.idoctors.it/medico/16613/0

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Dr. Giuseppe Germanò Reumatologo 174 4
Il mio parere è quello di affidarsi a chi già la segue. Come già saprà il polmone è uno degli organi bersaglio della sua malattia. Non raramente alcuni farmaci, come il metotrexate, possono indurre una forma di polmonite che esita in fibrosi. In letteratura esistono pareri discordanti circa l'effetto dei farmaci biologici in termini di indicazione terapeutica in corso di polmone reumatoide o paradossalmente, in termini di causa predisponente una fibrosi jatrogena del polmone (ci vorranno altri studi e personalmente non sono in grado di esprimere un giudizio corretto). Il cortisone a dosaggi medio-alti o alti può essere utile. Dipende dal grado di aggressività del danno polmonare. Occorre valutare le prove di funzionalità respiratoria (con test DLCO), l'eventuale presenza di segni di ipertensione del circolo polmonare (almeno con un'ecocardiografia. In alcuni casi è necessario un approfondimento mediante broncoscopia con broncolavaggio alveolare e/o biopsia transbronchiale. Suppongo che lei abbia eseguito almeno una parte di tutto ciò oltre alla TAC.
Sulla base di ciò vengono considerate le terapie più opportune che migliorano il grado di attività infiammatoria polmonare e/o i sintomi.

Giuseppe Germanò

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dopo
Utente
Utente
Volevo innanzitutto ringraziarvi per le cortesi e celeri risposte.
Al dr. Germanò (leggo che è un reumatologo)volevo ancora chiedere se ha notizie circa una terapia testata in Giappone ed attualmente in sperimentazione anche in Italia, se non erro al S.Raffaele di Milano, che consiste nel lavaggio del sangue con eliminazione delle cellule respospabili dell'infiammazione (spero non aver scritto una bufala). Le chiedo questo perchè, dopo aver interrotto il methotrexate, nessuno dei DMARDS mi ha dato benefici e nemmeno il bio che assumo attualmente e questa fase di riacutizzazione che sto vivendo, dura ormai da oltre 3 anni con conseguenze, oltre che ai polmoni, anche all'intestino (ulcerazioni), tiroide (tirodite) e riacutizzazione dolorosa dell'infiammazione a tutte le articolazioni ed io, francamente, non so proprio più cosa fare per stare un pochino meglio.
La ringrazio anticipatamente per la risposta e porgo a tutti cordiali saluti.
Rosaria Cozzolino
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Dr. Giuseppe Germanò Reumatologo 174 4
Cara signora, probabilmente è necessario associare al biologico anche un DMARDS, ad esempio la Leflunomide, visto che il MTX potrebbe peggiorare la fibrosi polmonare. Poi è ovvio che la malattia ha comunque delle fasi di riacutizzazione che possono essere trattate variando il dosaggio dello steroide e dei FANS. Circa la sua precisa domanda sul "filtraggio del sangue" occorrono ancora numerosi studi per confermare la reale efficacia. Si tratta di un sistema che induce una una deplezione selettiva di granulociti e monociti
ottenendo un effetto immunomodulante con riduzione dei fattori che producono infiammazione. Il midollo verrebbe stimolato a produrre cellule immature con riduzione dell'effetto infiammatorio. Non sembra dare particolari effetti collaterali. E' stata sperimentata con discreto successo in alcune malattie infiammatorie croniche autoimmunitarie (dall'artrite Reumatoide alle vasculiti alla rettocolite ulcerosa alla psoriasi al lupus ecc.)
La metodica si chiama leucocitoaferesi selettiva. Personalmente non ho esperienza in tal senso. I primi studi risalgono agli anni 80. Attualmente sono i giapponesi ad aver ripreso in considerazione una metodica che apparentemente sembra essere l'uovo di colombo. Gli effetti però sembrano essere limitati nel tempo. Occorre uno studio svolto su grossi numeri per dire quanto effettivamente sia efficace e risolutiva. Personalmente ho ancora qualche dubbio..