Ruolo dei test nella diagnosi

Gentili dottori, sono indeciso a quale medico affidarmi.


Uno utilizza dei test standardizzati e riconosciuti per fare diagnosi, un altro solo visita clinica, come del resto quasi tutti.
Io logicamente penso sia meglio il primo perché i test dovrebbero darti una diagnosi più precisa, permetterti di orientarti nel mare magnum della psichiatria e quindi di impostare una cura più efficace e meno rischiosa, ma mi dicono che alla fine un'ora di colloquio sia uguale perché i test servono solo per sapere minuziosamente il livello delle patologie (non penso sia poco come cosa)


Voi cosa ne pensate?


Grazie
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Mi scusi ma senza dire quale diagnosi il discorso non è valutabile.

" i test dovrebbero darti una diagnosi più precisa, permetterti di orientarti nel mare magnum della psichiatria "

Quali test poi ? Se neanche specifica di cosa parliamo ? Test genetici, questionari ?

Cinque minuti di colloquio possono dire molto più di un test di mille domande. Se poi non sappiamo i termini del discorso, non possiamo andare nello specifico. Ad oggi, le diagnosi psichiatriche più consolidate non si fondano sul risultato di un test.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Questionari. Però per l'INPS tipo so che li fanno fare i test.......

Com'è possibile che siano inutili se comunque sono test prodotti da altri psichiatri e sono standardizzati?

Come fa un medico a dirimere una questione complessa e ad oreintarsi tra tutti i disturbi esistenti con i loro tratti comuni, le comorbidita' ecc.?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.2k 209
Di questionari in psichiatria ce ne sono migliaia.
Sono indispensabili per la ricerca. Per la clinica dipende da cosa si vuole cercare: se dall'anamnesi e dal colloquio clinico emergono elementi che fanno pensare a un disturbo depressivo si possono utilizzare apposite scale, non tanto a scopo diagnostico, ma per stabilire il punto di partenza per valutare l'efficacia della terapia. Lo stesso succede per l'ansia o per altri disturbi. La diagnosi è clinica, si basa sul colloquio e viene precisata durante il percorso di cura.
Questo non è molto diverso da quello che succede in altre branche della medicina: se un paziente riferisce determinati sintomi si passa all'esame obiettivo, che è l'equivalente del colloquio psichiatrico e in base a quello che il medico rileva si fa un'idea della possibile diagnosi e richiede alcuni esami mirati, non generici esami a caso.

Franca Scapellato

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Grazie dott.ssa Scapellato per la risposta esaustiva.

Dunque, se ho capito bene, i test più per la diagnosi, sono utili per capire l'intensità dei problemi ed avere un punto di riferimento per valutare la cura. Però, se si conosce prima l'intensità dei problemi, ciò non è un grande vantaggio per impostare la cura?

Di solito quindi un medico è in grado di orientarsi nel mare magnum dei disturbi, dei sintomi comuni, delle comorbidita' attraverso il colloquio?

Nella mia lunga esperienza con gli psichiatri, l'unico test che mi è stato richiesto è stato quello per l'Adhd....... Noto quindi che di solito si tende a non affidarsi a test; il fatto che un suo collega ora me li proponga come prima visita mi ha spiazzato.

Grazie ancora per l'attenzione
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.2k 209
Se vuole curarsi la prima cosa da fare è sospendere la ricerca compulsiva dello specialista migliore. Spende soldi e tempo e alimenta la patologia. Smetta anche di studiare psichiatria, probabilmente ormai ne sa quanto uno dei migliori psichiatri, però continua a stare male, e allora cerca di saperne di più, di chiedere un ennesimo parere, e poi li confronta, e chiede on line, non c'è una fine e non c'è un risultato.
Per uscire dall'impasse occorre un atto di estremo coraggio: affidarsi a uno specialista, uno solo, non il migliore (che è un'astrazione, non esiste), assumere una terapia per un tempo adeguato, e iniziare un percorso psicoterapeutico, tipo psicoterapia strategica breve o terapia comportamentale, per superare i meccanismi mentali che la bloccano. Se l'ha già fatto, lo riprova, ma bisogna ripartire da lì.

Franca Scapellato

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Non si è detto che sono inutili. Lei ha chiesto se servono a far diagnosi.

"Come fa un medico a dirimere una questione complessa e ad orientarsi tra tutti i disturbi esistenti con i loro tratti comuni, le comorbidita' ecc.?"

Con gli elementi clinici, che al momento sono affidabili. In futuro magari anche con elementi genetici, si spera. I test al momento servono in determinati contesti a farsi un'idea di alcuni aspetti.

A Lei sembrerà strano. Come le sembra invece chiaro che se c'è una prassi, allora significa che scientificamente ha un senso preciso.

Dr.Matteo Pacini
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Dottoressa Scappellato, grazie per i preziosi consigli, lei ha perfettamente colto la questione; tuttavia per me è troppo complicato affidarmi a qualcuno quando vedo modi totalmente opposti di lavorare: sottoporre il paziente a ore di test o fare solo diagnosi clinica (ho capito ora che anche la clinica è ugualmente efficace), ma soprattutto il modo in cui mi curerà. Uno psichiatra che ho contattato cura il doc dando gli SSRI al massimo in monoterapia. Ora, io ho paura delle disfunzioni sessuali causate dagli antidepressivi, ma ho accettato di prenderli considerando che non ho mai avuto problemi sessuali né durante né dopo la sospensione. Tuttavia, ritrovarmi a prendere il massimo (sono arrivato a prendere quasi il massimo per un po' di tempo) per mesi e mesi e mesi a me terrorizza. Cioè, non parliamo di caramelle. Da un estremo all'altro, l'attuale medico che mi segue vuole darmi meno farmaci possibili e sta procedendo con solo antipsicotico a metà del dosaggio massimo e qualche ansiolitico. Come faccio a decidere a chi affidare? Su qualcosa la mia fiducia dovrà fondarsi? Non posso scegliere a caso......

Grazie anche a lei dott.Pacini per le puntualizzazioni
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.2k 209
La decisione sulla terapia si basa sulla riduzione dei sintomi dopo un ragionevole periodo di attesa. I protocolli vanno adattati alla risposta di quel particolare paziente e purtroppo questa mancanza di precisione, per una persona con doc che vorrebbe certezze, può essere un problema.

Franca Scapellato

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"sottoporre il paziente a ore di test o fare solo diagnosi clinica (ho capito ora che anche la clinica è ugualmente efficace),"

SOLO è un termine denigratorio che ha scelto Lei di usare con questa accezione.

Mi scusi, ma tutto questo discorso perché è ossessionato da domande sulle cure e quindi anche sulle diagnosi perché ha paura delle cure e quindi le diagnosi devono essere "certissime" per poter procedere a cure di cui ha timore ?
Il criterio per porsi tutte queste domande dovrebbe essere quindi il sintomo del suo disturbo, anziché essere identificato come tale finisce per diventare un argomento di discussione, e questo peggiora la ripetizione, oltre che rinforzare un punto di vista che tende pericolosamente verso il concetto di "come si fa a essere sicuri...".

Dr.Matteo Pacini
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Dottori, posso chiedervi perché di solito vengono dati gli Antidepressivi a dosi massime per curare il doc? Come mi avete confermato anche voi, la cura farmacologica non è "solo" una base? Quindi perché rischiare così tanto dando il massimo? Certo, se uno non ha risultati o risultati abbastanza dalla vita farmacologica e dalla radioterapia, è chiaro che bisogna alzare; ma farlo dal principio?
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