Sertralina o paroxetina

Buongiorno
per diagnosi di depressione e dap nel 2020 ho iniziato cura con Daparox; iniziato con poche gocce incrementate di una per volta per arrivare ai 20 mg in circa due mesi; i primi periodi sono stati molto complicati per aumento di ansia e sintomatologia con vertigini, tremori e debolezza diffusa; al dosaggio di 20 mg, dopo quasi tre mesi dalla prima somministrazione, ho avuto beneficio ed ho proseguito la cura per 2 anni alla fine dei quali la psichiatra ha ritenuto potessi iniziare a scalarlo; come da indicazioni è stato scalato per rimanere a 5 gocce per quasi un altro anno, per il semplice motivo che psicologicamente mi sentivo più tranquilla; alla sospensione totale ho iniziato ad avere nuovamente somatizzazioni di ansia (capogiri soprattutto) e la sutuazione è andata sempre peggiorando; inizio percorso di psicoterapia e dopo qualche mese la psicoterapeuta mi indirizza da un suo collaboratore, medico psichiatra, il quale mi dà diagnosi di overthinking da depressione e mi prescrive Sertralina.

Mi domando se sia meglio ricominciare con Daparox oppure iniziare con la nuova molecola;
entrambi gli psichiatri, sia il precedente che l'attuale, insistono ognuno sulla loro molecola ed io non so a chi dare ascolto;
con paroxetina i primi mesi sono stati complicati ma a detta dell'ultimo medico la causa è stata l'aver aumentato il dosaggio troppo lentamente;
lei dice ora di iniziare Sertralina 25mg per 7 giorni per poi salire subito a 50mg;
io sono terrorizzata dagli effetti collaterali e la differenza di prescrizione dei due professionisti, entrambi molto validi e competenti, mi ha mandato ulteriormente in crisi non sapendo a chi debba dare ascolto.

Mi domando inoltre perché quando ho sospeso daparox, nonostante la diagnosi fosse stata di guarigione, io abbia avuto una ricaduta praticamente immediata.

Grazie se avrete voglia di rispondermi e darvi il vostro parere in merito.
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
La scelta di trattamento è stabilita da chi la visita.

Non è chiaro se sente due pareri contemporaneamente, e qui ne vorrebbe ancora altri, oppure la vecchia terapia appartiene al passato ed ha ora un nuovo psichiatra ed una terapia prescritta sulla base della visita.

Effettivamente, aumentare lentamente la terapia in tempi troppo lunghi non porta alcun beneficio e potenzia i disagi.

Allo stato attuale ha ricevuto una prescrizione per ciò che si è evidenziato in corso di visita.

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innanzitutto grazie per la risposta;
mi sono rivolta ad una nuova psichiatra perché collabora con la psicoterapeuta la quale, purtroppo, non ha buoni rapporti con la mia psichiatra "storica" e perché secondo la psicoterapeuta questa sua collaboratrice è un ottima "dignostica";
alla fine la diagnosi è stata la medesima fattami anni fa' pertanto il voler "accontentare" la psicoterapeuta mi ha creato solo gran confusione;
e la prescrizione di 2 farmaci diversi, seppur simili, mi ha destabilizzato;
io già di mio ho un rapporto molto difficile con i farmaci e mi domando, a parità di diagnosi, quale Lei preferirebbe se dovesse essere una sua prescrizione.
Ringrazio nuovamente per la disponibilità e per il suo riscontro
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
La mia preferenza personale prescinde dalle valutazioni dirette che le sono state fatte per le quali la scelta di uno o l'altro farmaco può essere ricaduta secondo determinati profili di sintomi che possono essersi presentati in corso di visita.

Il fatto che la terapeuta non abbia un buon rapporto con la sua ex psichiatra non può influenzare lei nella scelta dello psichiatra che preferisce o con cui si sente più a suo agio.

Se invece la questione è solo per la scelta del farmaco, le indicazioni più recenti sono quelle che si prendono in considerazione, in linea generale.

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ringrazio per la sua cordiale risposta;
credo che a questo punto dipenda solo da me decidere di iniziare auspicando effetti collaterali sopportabili e un buon esito della cura
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